Capitolo 5

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Krystal

<Veramente sei uscita di casa senza pantaloni?> chiede Andrew incredulo mentre continua a mangiare il suo cornetto al cioccolato. Io non sono un amante dei dolci ma in questo momento vorrei tanto essere un cornetto, o magari la cioccolata che ha sporcato le sue labbra per essere leccata via dalla sua lingua e...

<Dio santo> sussurro scioccata. Ma che diamine vado a pensare? Sicuramente le poche ore di sonno che mi mancano mi stanno danneggiando la razionalità.

<Si, però giuro che ero coperta, nel senso, mica ero nuda avevo pur sempre le mutandine e poi, vedi questa felpa enorme? Ecco, diciamo che uso queste quando esco di casa su due piedi> rispondo mentre cerco di non storcere il naso per la pizza di sigaretta che inizio a sentire.

<Come ora> sottolinea l'ovvio mentre mi guarda.

<Già. Diciamo che è stato molto imbarazzante quel giorno> mormoro piano.

<Questa pazza si è presentata sulla scena di un crimine solo perché era curiosa di vedere un cadavere e siccome non la facevano passare ha pensato benissimo di arrampicarsi su un albero. Puoi benissimo immaginare una volta alzate le braccia si è sollevato pure la felpa mettendo in bella vista il suo...>

<Dio che fastidio> mormoro piano mentre inizio a tossire come una pazza.

<Stai bene?> chiede Andrew forse preoccupato quando nota che il mio non è un semplice colpo di tosse.

<C'è qualcuno che fuma> dice Allan sicuro di se.

<Siamo all'aperto, è normale che qualcuno fumi>

<Dov'è il tuo broncodilatatore?> chiede Allan preoccupato quando si rende conto che non riesco a smettere di tossire. Certe volte il fumo delle sigarette arriva alle narici più forte del normale e poi succede una cosa strana. La gola inizia a pizzicarmi e l'aria a mancarmi impedendomi di respirare normalmente.

<In macchina> riesco a borbottare e quando Allan si alza dalla sedia contemporaneamente a lui vedo anche Andrew alzarsi per andare due tavoli più in là facendo una cosa decisamente strana. Prende da sopra il tavolino un bicchiere con qualche liquido dentro per poi versarlo in faccia alla sua vittima, un signore di mezza età, lo stesso che fumava fino a due secondi prima. Sento i due gridarsi contro ma per quanto cerco di capire cosa si stanno dicendo non c'è la faccio dato che sono molto più impegnata sul mio respiro.

<Tieni, prendi> dice Allan frettoloso poggiando fra le mie mani il piccolo aggeggio che inizio a scuoterlo per pochi secondi portandolo poi alla bocca e ispirare lentamente.

<Grazie> sussurro piano ma il mio ringraziamento non va solo al mio amico ma anche a Andrew che lo guardo mentre ritorna al nostro tavolo mentre il suo sguardo è fermo su di me cercando di leggermi dentro come se cercassi la certezza che tutto vada bene.

<Grazie per la compagnia però adesso devo andare> dico piano mentre mi alzo dalla sedia.

<Sicura che stai bene?> chiede Andrew preoccupato e questo suo modo mi sorprende molto. Insomma, ci conosciamo appena ma posso leggere sul suo viso la preoccupazione, la stessa che vedo sul viso di Allan.

<Sto bene. So che domani hai il giorno libero resti da noi?> chiedo al mio amico speranzosa. Ultimamente tra corsi e il lavoro ci vediamo poco e mi manca passare una serata con lui e Yasmin.

<Pizza e film?>

<Certo> rispondo sorridendo. Io adoro la pizza.

<Vuoi venire?> chiede Allan girandosi verso Andrew al che alla sua proposta io strabuzzo gli occhi.

<Se non è un problema> mormora piano guardandomi.

<Certo, puoi portare pure la tua ragazza> la bocca mi procede nuovamente dicendo una grande, grandissima cavolata.

<Hai una ragazza e non me l'hai detto?> chiede Allan fingendosi offeso.

<Non ti ho detto niente perché non ne ho una>

<Pensavo che la ragazza della festa fosse...>

<Charlotte non è la mia ragazza> risponde Andrew ridacchiando.

<Oh, beh in questo caso puoi farla venire ugualmente> rispondo cercando di non sembrare troppo entusiasta per la notizia appena ricevuta.

<Per te va bene la pizza?> chiedo curiosa mentre ci dirigiamo verso la mia macchina. I due avevano insistito nell'accompagnarmi.

<Lui adora la pizza, proprio come te> si intromette Allan rispondendo al suo posto.

<Vi conoscete da tanto voi due?>

<Ho iniziato il servizio qui a Chicago due mesi fa> risponde Andrew alla domanda da me appena fatta.

<Due mesi eh?> chiedo incredula. È strano come Allan non mi abbia parlato del suo nuovo collega fino ad ora.

<Non mi guardare in quel modo. Te l'ho raccontato eccome ma eri troppo impegnata a studiare per darmi retta> risponde il mio amico giustificandosi. Beh, effettivamente mi sembrava strano che non me l'avessi detto. Noi ci raccontiamo praticamente tutto, tranne come ho conosciuto il detective Owen. Se esporre il mio didietro è stato imbarazzante quel incontro è decisamente da non raccontare.

<Allora ci vediamo domani> mormoro per poi salutare entrambi e salire in macchina afferrando subito il mio telefono per chiamare Yasmin.

<Ti rendi conto che ho incontrato nuovamente Andrew e mi ha vista con le pantofole a forma di unicorno?> dico disperata appena la mia amica risponde al telefono.

<Andrew chi?> chiede ancora con la voce impastata dal sonno.

<Quello che ho già incontrato per due volte, anzi tre e domani verrà a cena da noi>

<Da quando hai smesso di essere casta?> chiede seria facendomi inarcare le sopracciglia.

<Stai parlando con me?>

<Certo, ragazza mia so che non hai mai avuto un ragazzo ha addirittura invitarlo a casa così senza neanche conoscerlo, insomma, non mi dire che te lo vuoi portare...>

<Yasmin! Ma che diavolo ti dice la testa? Ho inviato Allan da noi e lui a sua volta ha chiesto ad Andrew se volessi venire e indovina un po' cosa è uscito dalla mia bocca?>

<Di solito le cose entrano>

<Giuro che se non la smetti di pensare male dirò ad Allan che sei stata tu a terrorizzare la ragazza con cui si sentiva mesi fa!>

<Cos, cosa hai detto a Andrew?>

<Che può invitare anche la sua ragazza ma poi ho scoperto che in realtà è solo un'amica ma poi gli ho detto che può fare venire ugualmente. E se questa fosse un amica vantaggiosa? Sai no? Una di quelle per passare un po' di tempo, insomma...>

<Cosa ha di così speciale questo Andrew che ti ha fatto perdere la testa?>

<Non mi ha fatto perdere un bel niente. Solo, non lo so Mimì. Lui mi sembra diverso> mormoro piano per poi scendere dalla macchina dopo aver parcheggiato davanti casa.

<Diverso in che senso?> chiede inarcando le sopracciglia mentre mi aspetta sul portico di casa.

<Veramente sei uscita di casa così?> chiede strabuzzando gli occhi l'attimo dopo senza darmi il tempo di rispondere almeno alla domanda precedente.

<Ragazza mia, se questo ragazzo ha accettato di venire nonostante tu fossi conciata in questo modo significa che hai fatto veramente colpo su di lui>

<Penso che vuole solo farsi un paio di amici dato che si è trasferito da poco> rispondo facendo spallucce mentre entriamo dentro casa.

<Vedremo> risponde mentre sul suo viso si forma un sorriso che la dice lunga.

<Non fare cose stupide!> la sgrido puntandoli il dito contro.

<Certo che no> risponde sorridendo ed io so già che come minimo combinerà qualche guaio dove io andrò di mezzo.

Perché non posso avere un amica normale anche io?

L'amore trova sempre una soluzione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora