Capitolo 13

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Krystal

Ricordo che da piccola la mamma mi diceva sempre di non giocare con il fuoco altrimenti mi sarei bruciata ma non avrei mai pensato che un giorno il fuoco avrebbe giocato con me. Sono cosciente da un po' ormai e in tutto questo tempo non ho fatto altro che pensare a ciò che mi è successo. Nonostante la confusione iniziale ricordo benissimo quella sensazione di paura che si è impossessata di me appena quel pezzo di trave mi è caduto davanti. Il mio corpo si era immobilizzato nel vedere quelle fiamme ardere davanti ai miei occhi.

<Parlami, ti prego> sento la voce di Drew supplicarmi nuovamente ma io non trovo neanche la forza di guardarlo negli occhi. Io sono rimasta ferma senza reagire mettendo a rischio la mia vita. Perché?

<Mi vuoi abbracciare?> chiedo sussurrando e come se lui aspettasse questa mia richiesta si precipita a farsi spazio nel lettino accanto a me prendendomi fra le sue braccia mentre io appoggio la testa sul suo petto.

<Ho avuto paura> diciamo contemporaneamente.

<È caduto ai miei piedi un trave infiammato ed io invece di correre, di scappare, sono rimasta immobile a fissare quelle fiamme che mi avrebbero potuto travolgere. Non ho mai avuto paura del fuoco eppure in quel momento lì avevo persino dimenticato di respirare> confesso a bassa voce.

<Non ho mai avuto paura sai? O forse la prima volta che ho sentito qualcosa di simile è stato quando mio padre è morto. Avevo paura che nessun altro mi avrebbe capito come solo lui sapeva farlo ed è stato così. Da quando lui è morto mia madre è diventata irascibile, anzi molto più di quanto non lo fosse già da prima. Ma quello che ho provato nel momento in cui non ti ho visto fuori da quel palazzo è stato orrendo così sono corso a cercarti e ogni scalino che facevo per raggiungerti il mio cuore si stringeva sempre di più provocandomi un forte dolore al petto ma neanche quello è stato paragonabile al vero dolore che ho sentito quando in mezzo a quelle macerie tu non c'eri. Allan continuava a dire che stavi bene e avrei tanto voluto crederlo o almeno essere positivo quanto lui ma nuovamente il cuore e questa volta d'accordo con la mente continuavano a tormentarmi finché non ti ho trovata> sussurra piano mentre fortemente mi strige fra le sue braccia.

<Ti ho sentito sai? Mentre mi chiamavi intendo. Ho sentito la tua voce tremare, il tuo respiro mozzarsi e il tuo cuore riprendere a battere quando mi hai presa in braccio. Forse ti sembrerà stupido ma dentro di me sapevo che mi avresti trovata> confesso mentre lentamente mi stacco da lui puntando lo sguardo nei suoi occhi che trovo lucidi.

<Vorrei che tutto fosse più semplice> sussurra piano mentre mi sposta dietro all'orecchio una ciocca ribelle che mi copriva in parte il viso.

<Forse un giorno> rispondo mentre abbozzo un piccolo sorriso.

<Sei la luce in fondo al tunnel o la mia rovina?> chiede piano ma sembra come se non stessi parlando direttamente con me. Sembra assorto nei suoi pensieri.

<Dipende da come vuoi percepire i fatti. Potrei essere la rovina in grado buttare giù quel tunnel e farti travolgere dalla luce salvandoti> sussurro piano mentre dolcemente accarezzo la sua guancia. Penso che la morte di suo padre lo abbia stravolto tantissimo e ne soffre decisamente per la sua mancanza ma c'è qualcosa ancora di più grande che lo tormenta in questo modo.

<Sarai una bella rovina. Una di quelle che la vita decide di farti incontrare solo per dimostrare che non tutto è andato in frantumi> mormora piano.

<Non c'è niente fra me e Charlotte e non c'è mai stato niente. A volte fa cose stupide e senza senso e appena te ne sei andata ho litigo con lei> dice l'attimo dopo sorprendendomi.

L'amore trova sempre una soluzione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora