Capitolo 21

538 78 57
                                    

Andrew

Non ho chiuso un occhio tutta la notte. I pensieri mi hanno divorato senza darmi pace ma almeno il cuore ho potuto tenerlo in un certo modo a bada dato che lei era qui con me. Krystal è sempre stata in grado di trasmettermi tranquillità e con tutto che lei dormiva saperla qui con me in un certo modo riusciva a calmarmi ma ho dovuto combattere contro me stesso per non appoggiarmi nel letto e stringerla fra le mie braccia, baciarla, sfiorare la sua pelle, e tutto questo per me è stato una tortura. Alle prime luci dell'alba mi sono trovato con Charlotte a casa mia e senza aggiungere altro le ho dato i campioni da esaminare dopodiché sono uscito per comprare qualcosa da preparare a pranzo. Sapevo già che Krystal non si sarebbe sveglia in tempo per la colazione ed io egoista come sono non l'avrei svegliata e tutto questo solo per averla un altro po' con me prima che scoppiasse un litigio tra di noi. Ieri sera mi sono comportato come un coglione e sono scappato lasciandola sola e quando tornando a casa l'ho trovata accovacciata su se stessa sul portico il mio povero cuore ha preso un brutto spavento. Da quando conosco Krystal non l'ho mai vista bere, ad eccezione di quella quella volta quando eravamo a casa sua ma ieri vederla ubriaca e addolorata mi ha fatto sentire un verme. Lei in tutta questa storia non ha colpe eppure ieri l'ho lasciata a se stessa e magari avrei dovuto parlarle prima, prima che sentisse Charlotte.

<Krystal non è tua sorella!> urla felice ma quando entrando nel salone vede la diretta interessata si blocca all'istante, il suo viso sbianco e la borsa che teneva in mano le cade improvvisamente per terra. Istintivamente mi giro a guardare Krystal e l'espressione che ha sul viso non riesco proprio a decifrarla.

<Oh> sento la mia amica sussurrare forse sconvolta di trovare Krystal qui.

<Qualcuno, cioè, cosa...> la bella ragazza dagli occhi marroni che io tanto amo inizia a balbettare senza riuscire a formulare una frase concreta.

<Mi dispiace> sento nuovamente Charlotte sussurrare per poi vederla abbassarsi lentamente a prendere la sua borsa andando via.

<Krystal> la chiamo piano mentre mi avvicino a lei.

<Cosa vuol dire?> chiede balbettando mentre finalmente alza lo sguardo su di me.

<È un po' lungo da spiegare> dico sospirando.

<A quanto pare la questione riguarda me dato che la tua amica ha fatto il mio nome>

<Come è morto tuo padre Krys?> chiedo mentre mi siedo sul tavolino che c'è davanti al divano per essere più vicino a lei.

<Cosa c'entra ora? E poi te l'ho detto, in un incidente>

<Tuo padre si chiamava Marvin Evans giusto? Hai fatto delle ricerche su di lui ma non hai trovato nessun Marvin Evans e questo perché il suo cognome era Harrison>

<Penso di non aver capito> dice incredula strabuzzando gli occhi.

<Mio padre si chiamava Marvin ed è morto il ventiquattro di novembre quasi ventitre anni fa e il tuo...>

<Il mio è morto lo stesso giorno e si chiamava Marvin. Cosa stai cercando di dirmi esattamente?>

<Mia madre sin da quando ero un bambino mi ha sempre detto che mio padre ha avuto una relazione che lui tenente nascosta con una signora di nome Miranda e che lei quando scopri che lui in realtà era sposato lo lasciò. Stando alle parole di mia madre i due avevano litigato fortemente prima che Marvin morisse. Poi sei nata tu>

L'amore trova sempre una soluzione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora