Capitolo 12

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Andrew

Non faccio altro che pensare a quello che mi ha detto Krystal quando oggi pomeriggio si è presentata a casa mia. Lei praticamente mi ha detto che vuole qualcosa di più. Più di un abbraccio, vuole più di qualche chiacchierata e più di qualche bacio rubato. Lei vuole me in tutto e per tutto. Lei vuole vivermi ed io non ho saputo darle una risposta. Nessuno in vita mia mi ha mai voluto, no come lei. Lei non mi vuole solo per il mio fisico, non mi vuole per il lavoro e tantomeno per i soldi che la mia famiglia detiene. Lei vuole me, la mia anima ed io sono rimasto fermo davanti a lei senza saperle rispondere e adesso come un coglione non riesco a togliermi dalla testa il suo triste viso quando ha visto Charlotte quasi nuda davanti la porta. Lei non ci è rimasta male per il mio silenzio alla sua dichiarazione ma per quello che i suoi occhi hanno visto e per quello che la sua mente ha pensato, e ha pensato male. Ho cercato di fermarla per darle una spiegazione ma lei è salita in macchina senza voltarsi indietro e appena sono rientrata dentro casa o er la prima volta da quando conosco Charlotte ho litigato con lei per il modo in cui si è comportata.

"Volevo solo assicurarmi che fosse gelosa" è stata questa la sua scusa quando le ho chiesto spiegazioni. Io ero appena uscito dalla doccia e per questo mi trovavo ancora senza maglietta ma lei quando io sono andato ad aprire la porta avevano i suoi maledetti jeans addosso e doveva continuare a tenerseli.

<Abbiamo un emergenza al Cerise Rooftop> Bill un mio collega mi informa facendomi scattare come una molla dalla sedia in cui ero seduto.

<Dov'è Allan?> chiedo velocemente mentre mi preparo. È da un po' che non lo vedo in giro. Di solito quando abbiamo il turno insieme passiamo sempre il tempo a chiacchierare.

<Si trova già nel camion. Ha iniziato a dare di matto appena ha sentito in nome del locale>

<Allan!> inizio a chiamarlo correndo verso il camion per poi salirci su.

<Le ragazze, loro, perché diamine sono andate a ballare e non sono rimaste a casa a fare la lana come fanno di solito?> balbetta piano per poi sbottare dalla rabbia smascherando la preoccupazione.

<Quale ragazze?> chiedo preoccupato quando inizio ad avvertire una strana stretta all'altezza del cuore.

<Yasmin ha portato Krystal al Cerise Rooftop> sussurra piano facendomi accigliare e senza esitare prendo dalla tasca della mia giacca il telefono chiamando Krystal.

<È inutile provarci. Nessuna delle due mi ha risposto> parla con un tono di voce basso e posso notare il terrore nei suoi occhi.

<Siamo arrivati ragazzi. Sapete come muovervi> dice Bill appena ferma il camion ed io non aspetto altro. Scendo da camion correndo verso l'ingresso di questa grande struttura mentre sento le persone urlare intorno a me.

<Tutto il stabile è stato evacuato>

<Lei non c'è!> l'urlo disperato di Yasmin mi fa paralizzare sul posto bloccando ogni cellula del mio corpo.

<Lei chi?> chiedo a bassa voce girandomi verso la direzione da dove ho sentito la sua voce.

<Vorrei tanto che tu smentissi quello che io ho capito Yasmin quindi di quale lei stai parlando?> chiedo a bassa voce guardando attentamente sia lei che Allan e quando entrambi abbassano lo sguardo il mio cuore trema all'intero della gabbia toracica. E se di solito trema di felicità quando si tratta di Krys questa volta trema in modo diverso portando a galla un sentimento che non conosco. Inizio a correre verso il palazzo salendo fino al ventiseiesimo piano con Allan alle mie calcagnie.

<Lei, lei sicuramente starà bene. È una tosta> sento Allan mormorare ma per quanto vorrei rispondergli non ci riesco. Tutta la mia attenzione la devo dedicare a quella ragazza dagli occhi da cerbiatta che ormai non mi da pace neanche la notte. Entro all'intero di quello che fino a pochi minuti fa era un elegante locale trovando davanti a me macerie, fumo e fiamme che i miei colleghi stanno spegnendo. Inizio a guardarmi intorno cercando lei e quando non la trovo inizio a tremare per via quella sensazione che forse non ho mai provato, la paura.

<Krystal!> inizio a chiamare il suo nome in modo disperato mentre sposto i resti di quei oggetti orami frantumati.

<Qui non c'è più nessuno> sento i miei colleghi farfugliare mentre vittoriosi si abbracciano constatando che non c'è stata neanche una vittima o alcun ferito.

<Zitti dannazione!> urlo più forte che posso facendo accigliare tutta la squadra. Tutti mi guardando forse sorpresi da questo mio comportamento ma loro non sanno quello che sto provando in questo momento. Mentre loro gioiscono il mio cuore si stringe secondo dopo secondo e la mia mente sussurra il suo nome.

<Krystal!> inizio a chiamarla nuovamente e se dapprima c'è un silenzio assordante qualche secondo dopo sento un soave sospiro che proviene da dietro al bancone e senza esitare corro in quella direzione e quando vedo Krys rannicchiata su se stessa tenendo le gambe al petto mentre con le braccia cerca di avvolgere tutto il suo corpo il mio cuore perdere un battito.

<Krystal, stai bene?> chiedo stupidamente mentre mi affretto di prenderla tra le mie braccia guardando il suo corpo privo di alcuna ferita.

<Ti prego piccolina rispondi> sussurro disperatamente mentre mi dirigo con lei in braccio verso l'autoscala che i miei colleghi hanno usato per salire fino a quassù. Sento Allan borbottare nuovamente ma anche questa volta non gli do ascolto. L'unica cosa che mi interessa e che mi preoccupa è la ragazza che tengo strettamente fra le mie braccia. La cosa che non riesco a spiegarmi è il suo stato. Sembra come se fosse sotto shock. I suoi bellissimi occhioni sono aperti ma sono fermi, cupi e terrorizzati e non mi piace per niente.

<Krystal! Cosa le è successo, sta bene?> sento la usa amica chiedere preoccupato ma io non mi soffermo neanche a parlare con lei. Con Krystal ancora tra le mie braccia mi dirigo verso l'ambulanza informando i soccorritori che soffre d'asma. Non posso neanche immaginarmi cosa ha passato in quei minuti in cui è rimasta intrappolata là dentro. Perché nessuno l'ha vista? Perché è stata lasciata sola?

<Dove cazzo eri quando è scattato l'allarme? Perché l'hai lasciata sola?> urlo contro la sua amica andandole incontro.

<Calmati Andrew. L'importante che lei sta bene> dice Allan mentre si mette davanti a Yasmin cercando di proteggerla. Perché lei non è stata protetta da nessuno?

<Ti sembra che sta bene?> urlo infuriato mentre lo incito con lo sguardo a guardare verso l'ambulanza dove gli infermieri mettono a Krystal la mascherina per l'ossigeno.

<Mi dispiace tanto> sussurra la biondina dagli occhi verdi prima di sbottare a piangere. Che patetica.

<Andate al diavolo> mormoro piano per poi allontanarmi da loro e salire sull'ambulanza prendendo la sua mano sinistra fra la mia stringendola forte. Lei deve stare bene e dovrà perdonarmi.

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