Capitolo 3

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Krystal

<Va tutto bene mamma> rispondo per l'ennesima volta. Da quando stupidamente le ho raccontato che l'altro ieri ho avuto nuovamente una crisi d'asma e sempre in pensiero e non fa altro che chiamarmi in continuazione per assicurarsi che tutto va per il verso giusto.

<Yasmin poteva dirmelo almeno>

<Yasmin non è ai tuoi ordini mamma e poi non glielo detto, lo sai che si preoccupa troppo ed entra in panico. Non mi serve una Yasmin isterica e impossibile da gestire>

<Ti ricordo che il mese prossimo hai la visita di controllo> ripete nuovamente per l'ennesima volta.

<Lo so mamma. Non potrei dimenticarlo dato che lo ripeti tutti i santi giorni> rispondo sbuffando mentre scendo dalla macchina sbattendo accidentalmente lo sportello più del dovuto per poi sbrigarmi ad entrare dentro questo immenso edificio che mi trovo davanti.

<Hai guidato nuovamente mentre stavi usando il telefono?> chiede urlando.

<Povero timpano> sussurro mentre tolgo l'auricolare che avevo all'orecchio per poi mettere il telefono in vivavoce.

<Avevo gli auricolari madre e le mie mani erano entrambe sul volante, ora se mi scusi devo riprendermi dalle tue urla. Ci sentiamo più tardi> mi affretto a parlare staccando la chiamata e uscire dall'ascensore per cercare con lo sguardo il mio amico Allan.

<Si può sapere che fine hai fatto?> chiede innervosito appena mi vede.

<Ho avuto un esame di paletnologia> rispondo cercando di giustificarmi.

<E sarebbe?> chiede confuso.

<Archeologia preistorica> rispondo sbuffando. Tutti questi anni di amicizia e ancora non ha imparato queste strane parole.

<E non potevi dire così dall'inizio? Mi chiamo Allan e no wikipedia>

<Sei serio? Ah lascia stare. Hai ordinato anche per me?> chiedo curiosa. Stamattina mi aveva chiesto di vederci per questo in questo momento ci troviamo in questo bellissimo ristorante ad un altezza pazzesca da dove possiamo avere una bellissima visuale su tutta Chicago.

<Più o meno. Senti, volevo, ecco...>

<Cerca di formulare una frase concreta Allan>

<Mi piace Yasmin> sbotta ad un tratto attirando l'attenzione di tutti i presenti su di noi. Cosa che io odio altamente.

<Era ora che te ne accorgessi non pensi?> chiedo a bassa voce mentre guardo le persone  che sembrano essere interessate a noi, alla nostra conversazione.

<Avete dei problemi con le portate signori?> chiedo l'attimo dopo in modo duro e senza ricevere alcuna risposta tutti presenti riprendono a farsi i fatti propri.

<È così palese che mi piace?> chiede accigliato.

<No. Almeno lei è stupida da non capire che finalmente è ricambiata. Senti Allan, sono anni che Yasmin ti gira intorno e tu hai sempre fatto finta di niente quindi se veramente sei sicuro di quello che provi va da lei e diglielo>

<Perché, cosa provo?> chiede serio facendomi innervosire.

<Hai appena detto che ti piace no? Va da lei e diglielo invece di stare qui davanti a me e farmi saltare i nervi>

<Allora mi dispiace tanto per questo inconveniente ma avevo chiesto ad un mio nuovo collega di raggiungermi qui dato che per il ritardo che hai fatto pensavo che non saresti venuta>

<Cosa vuoi dire?>

<Che ti presento Andrew e dovrai pranzare con lui dato che io vado a sbrigare quella cosa> parla velocemente mentre mi fa segno con la testa di guardare alle mie spalle cosa che faccio e appena noto il ragazzo che lentamente si avvicina al nostro tavolo un piccolo sorriso mi spunta sulle labbra ma appena mi rendo conto di quanto posso essere patetica mi rigiro verso il tavolo diventando seria.

<Ti piace> sento Allan sussurrare sicuro di se.

<Ma di cosa stai parlando?> chiedo a bassa voce fingendomi tonta.

<Non di cosa ma di chi. Andrew> lo chiama per nome l'attimo dopo per poi andare a salutarlo.

<Ti presento una mia carissima amica, Krystal>

<Andrew> mormoro piano il suo nome e il suono che rilascia la mia voce nonostante è decisamente basso lui sembra avermi sentita dato che alza lo sguardo su di me e quando mi nota sorride a sua volta.

<E un piacere rivederti> ammette sincero.

<Anche per me, Andrew> rispondo sussurrando nuovamente il suo nome. Di solito non sono una che si vergogna ma lui mi fa questo strano effetto. Mi sento come se davanti a lui io fossi una piccola formica. Vedere i suoi occhi con la luce del giorno sonomolto più bello che visti al buio. Non mi sono sbagliata quando ho pensato che questi pozzi per quanto sono neri sono così espressivi. È già la seconda volta che mi ci perdo nel suo sguardo ma non posso farci niente. I suoi occhi neri sono come due calamite che mi attirano.

<Se fossi in te starei attento. Se possibile ti caverebbe gli occhi solo per continuare a guardarli> la voce di Allan mi riporta alla realtà facendomi accigliare. Veramente ho sentito bene quello che ha detto?

<Allan, va da Yasmin e salutamela> dico sorridendo mentre lui mi guarda stranamente. Non è da me trattenermi quando fa stupide battutine ma questa volta lascerò la mia amica ad occuparsene di lui.

<Non sai cosa ti aspetta> mormoro piano dopo che il mio amico ci ha salutato per poi andarsene. Conosco Allan da quando andavamo all'asilo insieme e con Yasmin abbiamo deciso di usare la parola "salutamela" solo quando il nostro stupido amico ci fa incazzare e in quel preciso momento una delle due non può vendicarsi così lo può farla. l'altra e Allan e così stupido che in tutti questi anni non l'hai mai capito.

<Volevo scusarmi per l'altra sera, lasciarti in quel modo...>

<Tranquillo, non preoccuparti. Sta meglio la tua ragazza?> chiedo interrompendolo. Veramente l'immagine di quella ragazza mi è rimasta impressa e non ho fatto altro che pensare a cosa avrà fatto per ridursi in quel modo quella sera.

<Sta meglio> risponde vagamente mentre abbassa lo sguardo sul piatto. Quindi quella era veramente la sua ragazza?

Per vari minuti restiamo entrambi in silenzio forse un po' imbarazzanti tutti e due ma tra mezze parole e sorrisi finiamo per avere una vera e propria chiacchierata raccontandoci cosa ci piace fare nella vita e lui mi parla del suo lavoro da vigile del fuoco ed io non ho potuto non soffermarmi ad immaginarlo con la divisa mentre spegne il fuoco.

Potrei, ah no. Non è una buona idea, mi rimprovero da sola mentalmente quando la mia mente inizia a fare strani pensieri.

L'amore trova sempre una soluzione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora