Capitolo 7

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Andrew

Sono trascorsi quasi tre mesi da quando mi sono trasferito a Chicago e con me è venuta anche Charlotte. Per me a Detroit non c'era più niente, a parte mia madre e tanta sofferenza per questo ho deciso di prendere le distanze e di farmi una vita mia o perlomeno cercare di andare avanti.

<Buongiorno dormiglione, hai dormito bene?> la voce della mia migliore amica arriva alle mie orecchie facendomi sbuffare perché si sta prendendo solo gioco di me.

<Non tutti riescono a dormire come un tronco come te> borbotto a bassa voce mentre io solo adesso sto iniziando ad avere sonno.

<Se vuoi ti presto il mio morbido peluche magari con lui nel letto dormirai più tranquillo>

<Infantile. Hai ventisette anni Charlotte quando la smetterai di dormire con i peluche?> chiedo mentre la mia mente in automatico pensa ad una ragazza in particolare con le pantofole a forma di unicorno.

<Mai> risponde convinta per poi dirigersi verso la cucina.

<Brutto incubo?>

<No> rispondo solamente mentre pian piano chiudo gli occhi. Di solito mi succede di svegliarmi durante la notte per via di quello che sogno ma questa volta non sono riuscito a chiudere un occhio e la causa sono due occhioni marroni e un viso d'angelo. La prima volta che vidi Krys nel cuore della notte ho pensato che non fossi in me quando appena vidi i suoi occhi, il suo viso, pensai che fosse la cosa più bella che i miei occhi, che io abbia mai visto ma poi con i giorni a venire ho potuto constatare che quel pensiero è rimasto fisso nella mia mente il giorno dopo e l'altro dopo ancora e questa notte non ho fatto altro che pensare a lei.

Quando qualche giorno fa mangiai a casa sua ad un certo punto le ho sussurrato all'orecchio un qualcosa che avrei tanto voluto tenere solo per me ma la bocca a volte sembra avere vita propria e ha parlato senza il mio consenso mettendomi in ridicolo e lei notando forse il mio disagio semplicemente mi disse di ispirare meno intorno a lei facendomi scoppiare a ridere mentre Charlotte e i suoi amici mi guardavano incuriositi. Soprattutto la mia amica. Lei conoscendomi sa che non mi sbilancio più di tanto ma soprattutto non mi lascio trasportare per cose futili ma ho notato che Krystal ogni volta che le parlo lei riesce a calmare il tornado che ho dentro riuscendo a trascinarmi nel suo mondo colorato e non so quanto possa piacermi questa sensazione.

<Hai finito di sognare da sveglio?> chiede la mia amica ma non sono proprio intenzionato a risponderle. In questo momento sono troppo rilassato e quasi quasi sto per addormentarmi.

<Che tempismo> sussurro quando il mio telefono prende a squillare.

<Chiunque tu sia chiama più tardi, per il momento non sono reperibile> borbotto per poi allontanare il telefono intento a staccare la chiamata ma un timbro dolce mi fa bloccare all'istante.

<Andrew> sento la voce di Krystal chiamarmi al che riporto subito il telefono all'orecchio aprendo di scatto gli occhi.

<Krys? Sei tu?>

<Si, scusami se ti ho chiamato. Giuro che non avrei osato mai disturbarti però avevo chiamato Allan che purtroppo non può venire dato che ancora lavora e Yasmin a quest'ora ha un corso quindi mi sono fatta dare il tuo numero da Allan ma se ti ho disturbato ti chiedo nuovamente perdono. Proverò a chiamare Owen>

<No! Cioè, nessun disturbo tranquilla. Non conviene chiamare gli altri. Come, cosa posso fare per te?> mi affretto a parlare alzandomi velocemente dal divano. Mi è già bastato il fattorino della pizza. Pure il babbeo vestito da poliziotto che le gira intorno no eh.

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