Capitolo 22

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Krystal

<Cosa ci fai qui?> chiede Owen appena mi vede scendere dalla macchina.

<Mi annoiavo a casa. Cosa abbiamo?> chiedo velocemente mentre ci incamminiamo verso la mia prossima vittima.

<Se non ti ho chiamato è perché hai bisogno di riposare Krystal. Sono giorni che vai in giro a identificare cadaveri>

<L'unica cosa di cui ho bisogno in questo momento è tenere la mente impegnata altrimenti inizio a pensare e quando penso non va affatto bene> rispondo borbottando.

<I pompieri hanno spento da poco il fuoco. Purtroppo chi guidava la macchina non è stato fortunato>

<Il corpo è carbonizzato Owem> constato l'ovvio appena guardo la povera vittima fra le rottame di questo automobile.

<E quindi?>

<Quindi la macchina sarà esplosa>

<E la causa?>

<Ti sembro per caso un meccanico Owen?>

<No. Effettivamente non lo sei>

<Allora cercane uno e vedi se c'era qualcosa che non andava con la macchina> propongo per poi girarmi con l'intenzione di andarmene ma non sono troppo attenta dato che vado a sbattere contro qualcuno che prontamente mi afferra dai fianchi tirandomi tra le sue braccia.

<Oddio, scusami> dico mortifica per poi cercare di mettere una certa distanza ma queste braccia riviste me lo impediscono. Istintivamente alzo lo sguardo trovando quei occhi che tanto amo guardarmi con malinconia.

<Oh> sussurro solamente incapace di dire altro. Sono giorni che non lo vedo, giorni che sono passati senza sentire la sua voce e senza sentire il suo profumo.

<Devo andare> dico solamente distogliendo lo sguardo da lui e cercare nuovamente di prendere le distanze ma lui intensifica la stretta su di me senza però farmi male.

<Buon compleanno amore> sussurra piano ad un palmo dalle mie labbra e quando lo vedo avvicinarsi a me mi acciglio ma al contempo forse ci resto male quando rilascia sulla mia guancia un piccolo bacio a stampo per poi allontanare le sue mani dal mio corpo facendo un passo all'indietro.

<Grazie> mormoro piano. Ma cosa mi sarei aspettata? Un vero bacio magari? Infondo sono io che ho messo una certa distanza tra di noi da quando mi ha raccontato la verità.

<Andiamo piccolina?> chiede Owen mentre poggia il braccio sulla mia spalla al che io istintivamente alzo lo sguardo su Andrew osservando la sua reazione. Vedo la rabbia nei suoi occhi, così come posso notare come stringe le mani a pugni così forte che le sue nocche stanno diventando bianche.

<Giù le mani da mia sorella> la voce gelida di Allan mi fa sussultare dato che ero persa nei miei pensieri. Oh ma certo, ci mancava solo l'amico che mi fa da fratello geloso.

<Va tutto bene Allan> dico solamente mentre lentamente mi sposto in avanti andando da lui.

<Non mi piace quel coglione> dice in modo duro stringendomi fra le sue braccia.

<Ti sono piaciuti i fiori?>

<È stato un bel gesto> dico sorridendo ripensando a quando stamattina mi sono svegliata trovando la mia stanza piena di fiori colorati. Io adoro i fiori e il loro odore ma il problema è che non ho abbastanza pazienza per innaffiare, ecco perché si appassiscono sempre.

<Te l'avevo detto> risponde ridacchiando mentre abbozza un sorriso verso Andrew facendomi inarcare le sopracciglia.

<Diciamo che dovresti ringraziare il tuo ragazzo per quei fiori> sussurra piano per poi andare in direzione di Owen e portarselo via lasciando me e Andrew da soli. I nostri sguardi si cercano come due magneti e avere i suoi occhi su di me mi trasmette una forte scarica in tutto il corpo facendomi battere fortemente il cuore.

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