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Nerea

"Ecco a lei signorina."

Guardo il cameriere servirmi un cappuccino fumante senza capire.

Mi sorride "Glielo manda Alfred il suo sarà freddo ormai".

Dispiaciuta osservo il cappuccino che avevo ordinato quasi un'ora fa, della schiuma ormai solo un lontano ricordo.

"Mi dispiace davvero tanto, mi sono fatta prendere dal lavoro...li pago entrambi"

"Non si preoccupi offre la casa".

Non ho il tempo di replicare che corre via. Sicuramente Alfred lo avrà minacciato di morte se solo avessi osato pagare. Odio quando fa così. Non è giusto, anche se mi tratta come una figlia dovrei pagare come tutti.
Non faccio in tempo ad alzarmi, che vedo arrivare il vecchio proprietario verso il mio tavolo.
La camicia bianca come la barba e il grembiule rosso gli danno l'aria di Babbo Natale.

"Allora questa signorina è riuscita a scrivere un altro capolavoro?"

"Direi di no, non mi piace."

Metto il broncio come i bambini e lui mi pizzica le guance.

"Dovresti rilassarti perché non trovi un bel giovanotto?"

"Alfred lo sai non ho tempo..."

"Le solite scuse, hai tempo e sei bellissima chi si farebbe scappare una come te? Eh se tornassi giovane ti corteggerei ogni giorno fino all'esaurimento."

"È finita quell'epoca purtroppo".

Ma Alfred non demorde e continua il suo lungo discorso di come una volta si corteggiavano le donne e di come oggi i giovani non lo facciano più.
Ed io che amo tutti i modi che si usavano in passato, mi sento sempre meno di questa epoca, dove smartphone e i social ci hanno reso più vicino al mondo ma ci hanno distanziato tra di noi.

Un gruppo di ragazzi entra ridendo ed Alfred corre al bancone. Saranno almeno dieci anni più grandi di me. Mandano odore di tabacco e profumo da uomo.
Stanno tutti ordinando qualcosa, mentre uno di loro si appoggia al bancone.
I capelli neri e gli occhi scuri continuano a seguire i movimenti di Alfred, la giacca di pelle aderisce alle sue spalle perfettamente.
Si volta e i nostri sguardi si incrociano finché uno dei suoi amici non lo richiama.
Troppo bello per una faccia da schiaffi così.
Si accomodano proprio nel tavolo dietro al mio così, mentre cerco di concentrarmi sul mio lavoro origlio la loro conversazione che gira solo sulle tipe che si sono fatti la sera prima e delle stupide scommesse...maturi devo dire...

Sbuffo ed abbassano il tono della voce ma riesco ancora ad ascoltare qualcosa della loro conversazione.
A quanto pare vogliono provarci con una ragazza di qua dentro.
Una voce più roca pronuncia solo "È troppo piccola, dirà subito di sì".
Una smorfia di disgusto attraversa il mio volto. Pervertiti!
Sento una sedia spostarsi e a quel punto spero che la povera vittima che hanno scelto sia così sveglia da mandarli a quel paese.
Alzo il volume delle cuffie fino a coprire il brusio della caffetteria.
Non mi rendo neanche conto che qualcuno si è seduto accanto a me fino a quando non mi toglie le cuffie.

"Ei ma che diavolo vuoi".

"Triste". Corrugo la fronte senza capire. "La musica che ascolti è triste".

"Non sono affari tuoi".

Riprendo la mia cuffietta.
L'avevo già detto?! Troppo bello per essere sciupato da una faccia a schiaffi così.

"Quanto sei acida".

Mi riprende le cuffiette ed inizia a giocarci.

"Se sei qui per la stupida scommessa che hai appena fatto con i tuoi amici puoi pure andartene."

I suoi occhi scuri si incrociano con i miei, il profumo di caffè al ginseng che emana, invade le mie narici.

"Non ti ha detto la mamma che è da maleducati origliare piccoletta?"

"Non ti ha mai detto il papà che non si gioca con le ragazzine? Potrebbero farti mettere le manette ai polsi".

Mi sorride sornione e più lo fa e più che mi innervosisce.

"Potrebbero piacermi le manette...".

Sbuffo e smetto di ribattere, inutile con questi tipi è meglio l'indifferenza.
Alfred si avvicina curioso al tavolo.

"Posso portare qualcosa al tuo amico?".

Lo guardo accomodarsi la giacca in pelle e sorridere angelico ad Alfred.

"Un caffè al ginseng credo che vada bene per lui".

Continua a guardarmi come se venissi dalla luna.
Bene 1 a 0 per me signorino.
Beve il suo caffè al ginseng mentre io cerco di concentrarmi sul lavoro.
Continua a fissarmi per un po' fino a quando non si alza e se ne torna dai suoi amici.
"Non c'è stata". Lo sento dire.
I suoi amici iniziano a deriderlo mentre un sorriso si fa largo sul mio volto.
Bene 2 a 0 per me finto badboy.

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