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Buon viaggio,
che sia un' andata o un ritorno,
che sia una vita o solo un giorno,
che sia per sempre o solo un secondo...
Cesare Cremonini

31.01.2023


Nerea

Allaccio la cintura del seggiolino mentre Ascanio cerca di fare lo stesso, ovviamente ho preso il posto accanto al finestrino.
Dicono che sia il posto dei sognatori.
Il Moro continua a guardarmi con una faccia abbastanza stanca, di chi ha dormito solo poche ore.

"Lo sai ragazzina che questa è realmente una follia?! Prendere un aereo, prenotato la sera prima, per poi sparire a Milano?"

"Lo so, ma non mi faccio pippe mentali inutili. Quindi metteti comodo e rilassati. Goditi la vita. Stai tranquillo e non ti preoccupare. Ti aspettano solo 12 ore e 11 minuti di volo, esattamente più di 6000 km. Quindi dormi e non fare il vecchio lagnoso."

Cerco di distrarmi mentre butto giù qualche bozza di una fiaba nuova.
Ascanio chiude gli occhi e si mette le cuffie, poi fa partire la musica dal suo iphone.
Se devo essere sincera, non so per quale motivo ho deciso di andare a Milano così all'improvviso, avevo bisogno di aria nuova e posti mai visti, questo sì. Ed avevo bisogno di evadere un po' dalla routine americana.
Ma la sua compagnia non era prevista.
Ho preso una decisione totalmente di pancia, d'istinto. Era lì con me e ho mi sono detta "andiamo insieme" e così è stato.
L'unica cosa che non gli ho ancora detto, è che non avevano camere con letti singoli ma solo matrimoniali quindi dovremmo dormire insieme.
Conoscendolo farà sicuramente una delle sue battute oppure si limiterà a stare zitto e sorridere sotto i baffi, pensando male. Sospiro cercando di non pensarci fino al nostro arrivo a Milano.

...13 ore dopo...

Beh che dire, per fortuna il viaggio in aereo è stato comodissimo, a parte per qualche scossa di troppo, ho dormito come un sasso e lavorato tranquilla.
Ascanio invece per il resto del tempo non è stato noioso, non si è mai lamentato neanche per le leggere turbolenze come invece immaginavo.
Per tutto il tempo ci ha provato continuamente con le hostess come se non ci fossi neanche.
Arrivati all'aeroporto siamo andati a darci una sistemata nelle docce, abbiamo lasciato le valigie appena fatto il check-in all'ostello e siamo subito usciti per cercare un posto dove cenare, visto l'orario.
Che dire mi sto odiando con tutta me stessa per non avergli ancora parlato della camera, solo per non sentirlo fare le sue classiche battute.

Alla fine dopo qualche battibecco ho lasciato la scelta del ristorante ad Ascanio. Abbiamo chiamato un taxi, Milano è bellissima anche di sera ma non vedo l'ora di vederla sotto la luce del sole.

Dopo pochi minuti di taxi, entriamo nel ristorante, è elegante con luci soffuse,molto soffuse, apparecchiature scura, un misto tra rustico ed elegante. Devo dire che ha scelto molto bene, ha buon gusto e se penso al nome del ristorante "Bella donna", si addice perfettamente al ragazzo seduto di fronte a me al tavolo.
Ascanio non smette di fissarmi, i lineamenti del suo viso sono rilassati e gli occhi scuri sono sereni. Il maglioncino nero risalta ancora di più i suoi occhi.

"Ti sta bene quel vestito."

Guardo il vestito bianco che fascia forse troppo il mio corpo e penso di arrossire.
Un calore lieve si propaga sulle mie guance.

"Grazie."

"Da quando arrosisci per i complimenti?"

"Sarà il vino"

Prendo il bicchiere di vino bianco, che ci ha servito la cameriera e lo porto alle labbra cercando di distrarmi.

Ascanio mi sorride, credo che stia per dirmi qualcosa ma veniamo interrotti dalla cameriera che ci porta il nostro antipasto.
Ostriche. Il paradiso.
Credo che lei come antipasto mangerebbe volentieri Ascanio.
Lo sta divorando con gli occhi.
Il moro mi fa l'occhiolino ed inizia a parlare ogni volta che ne ha l'occasione con la cameriera in maniera sciolta e sensuale oserei dire.

Dopo le ostriche ci porta un risotto allo Spumante per lui e del polpo con crema di patate al prezzemolo e qualche altra salsa strana di cui non ricordo il nome, per me.
La ragazza prima di andarsene fa l'occhiolino ad Ascanio e lui le manda un bacio di rimando.

"La smetti di prenderla in giro?"

"Chi ti dice che la stia prendendo in giro?"

"I tuoi movimenti. Le parli e ci scherzi ma con la coda dell'occhio mi rivolgi continuamente lo sguardo.
Un movimento impercettibile difficile da notare.
Fai finta di prestarle attenzione ma sei annoiato. I tuoi occhi sono semi chiusi, le braccia conserte al petto, tipico comportamento di chi non vuole far entrare una persona nel suo spazio."

"Devo dire che con la pscicologia stai migliorando e che mi hai beccato."

"Lasciala stare, a meno che tu non voglia passare una notte con lei. Ti assicuro che si getterebbe fra le tue braccia subito, ti sta spogliando con gli occhi."

Ascanio mentre continua a mangiare, avvicina la sua mano alla mia ed inizia ad accarezzarmi il dorso.
Il mio corpo risponde subito al suo tocco.
La pelle d'oca mi invade.
Guardo i nostri calici di vino vuoti. Credo che sia ora di smettere di bere almeno per me.

"Sei sexy quando mi spieghi quello che pensi, sapendo di avere già ragione, ma guardiamo se riesci a capire a cosa sto pensando ora".

"Non sono mica un'indovina."

Sposta il piatto più avanti e mi prende anche l'altra mano. Inizia ad accarezzarmi anche l'altro dorso, incastrando il suo sguardo al mio.
Sento una tensione tra noi indescrivibile.
Sorride e si porta le mie mani alle labbra, lasciandoci piccoli baci umidi.
Dovrei staccarmi eppure non ci riesco mente e corpo non collaborano.
Sento il cuore pompare sangue più velocemente mentre nel frattempo il mio corpo si sta svegliando al suo tocco.

E se bacia così le mani figuriamoci come potrebbe baciarmi il resto del corpo.

Cerco di farmi vedere calma.

Stop Nerea! Questo è l'ultimo campanello di allarme. Non devi pensare a cose simili.

Mi lascia le mani e la cameriera ci porta il caffè. Questa volta se ne va senza neanche rivolgere uno sguardo ad Ascanio.

"Sei uno stronzo. L'hai fatto apposta perché ti eri stancato di infastidirla."

"Beccato ma solo in parte."

Lo guardo girare il suo caffè, mentre bevo il mio.

"Allora non ho capito il resto."

Ascanio mi sorride e posa sul tavolo la tazzina di caffè, per poi prendere la sua giacca ed avvicinarsi a me.
Mi alzo e prendo la giacca anch'io.
Mentre usciamo il freddo ci avvolge e mi stringo di più nel pellicciotto nero.

"Bugiarda."

È l'unica cosa che il moro mi dice prima di entrare con me nel taxi.

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