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Ascanio

Se ne è uscita di casa con addosso, metà dei miei panni e metà dei suoi.
Non ho riso per non metterla in imbarazzo ma sembrava che si fosse vestita con gli occhi chiusi.
So per certo che lo abbia pensato anche lei.

Ho avuto quasi l'impulso di alzarmi dal divano per darle dei pantaloni, ma la felpa le stava talmente grande da arrivare veramente quasi ai piedi.

Non so più come fare con lei.
Mi ero promesso che casa mia sarebbe stata la mia zona confort, dove non sarebbe entrato nessuno a parte familiari e amici.
Donne zero, se volevo scopare tutti i luoghi sarebbero andati bene ma casa mia no.
Off limits.
Invece stamani lei girellava spaesata per casa, nella mia felpa e con i miei boxer addosso.

Mi chiedo come sia riuscita a non farli cadere.
Se penso a come ballava ieri sera mi sento male.
Abbasso lo sguardo verso il cavallo dei pantaloni.
Sto iniziando a detestare lei e l'effetto immediato che ha sul mio corpo.

Mi vesto e decido di andare un po' in palestra prima di andare a lavoro.
Si sa che la ghisa fa bene contro i propri demoni e i pensieri.
Guardo soddisfatto le braccia gonfiare ogni volta che alzo il peso. Non sono mai stato un fanatico e non mi impegno per arrivare alla definizione massima del mio corpo, o a diventare sempre più grosso.
Diciamo che qua dentro potrei essere il "secco" della situazione.
Ma sono soddisfatto così e la mia salute mentale è ok.

Esco di fretta dalla palestra. Ci ho messo troppo tempo sotto la doccia. Sono in ritardo e Damiano mi ucciderà sicuramente stasera.

Entro nel ristorante con il fiatone ed inizio ad apparecchiare i tavoli mentre Damiano sistema i vini.

"Scusa ci ho messo troppo in palestra."

Damiano si gira e guarda l'orologio al polso lucidissimo.

"Dovresti smettere di andare lì per farti le seghe."

Mi da una pacca sulla spalla e continua a controllare le etichette dei vini.
Che devo dire, darsi da fare con Josh lo mette sempre di buonumore.

La serata passa bene. I ragazzi che lavorano con me in sala sono sempre attivi e festosi, nonché davvero bravi con la clientela. Siamo una piccola famiglia.
Mi chiedo come Damiano abbia conosciuto Nerea.
Mi avvicino al bancone con la cassa e resto impalato in attesta che i clienti se ne vadano.
Damiano mi guarda dubbioso.

"Tutto ok Ascanio?"

"Come hai conosciuto Nerea?".

Penso che non mi abbia sentito fino a quando non strappa lo scontrino e la coppia che ha appena pagato se ne va.
Il suo sguardo è abbastanza serio.

"Appena arrivata qui. Due anni fa è entrata dalla porta del ristorante per chiedere informazioni.
Non parlava molto bene l'americano. Aveva il telefono scarico e in un foglio l'indirizzo di casa. Era inverno e stava gelando. I camerieri non capivano bene la lingua. Hanno provato con il francese, lo spagnolo, il tedesco e il russo. Alla fine sono venuti a chiamarmi, era rossa dell'imbarazzo. Nel suo sguardo mi sono rivisto quando sono arrivato qui, ero esattamente come lei. Da quella sera abbiamo legato tantissimo e siamo diventati inseparabili "

"Capisco."

"Ascanio, non fa per te lasciala perdere per favore".

"Intendi per l'età?"

"No quella non è un problema, ci corre quasi la stessa età tra me e Josh. Il punto è che lei non si lega alle persone. È un'artista, ha una sua visione del mondo, ti può dare l'anima se si lega affettivamente ma ama la sua libertà e si annoia subito."

"Tranquillo non sono interessato ad averci un qualcosa."

"Se lo dici tu amico".

Josh chiama dalla cucina Damiano che corre.
Mentre continuo a lavorare vengo chiamato da una ragazza mora sulla trentina, che sta cercando in tutti i modi di farsi notate da quando è entrata.

"Mi scusi ha bisogno di aiuto?"

Mi sorride vittoriosa, il vestito stretto le fascia il corpo. Lo scollo mette in risalto il seno scoperto.
Il rossetto rosso fuoco rende le sue labbra fini più carnose alla vista.

"No ma sei vuoi dopo cena potresti essermi di aiuto o potremmo aiutarti noi."

Mi fa l'occhiolino indicando la sua amica davanti a lei.
Sembrano gemelle beh forse lo sono.
E sarà colpa degli ormoni o del fatto che non mi svuoto da un po' che accetto ed una volta finito il turno vado a casa loro.
Mentre mi spogliano l'unica cosa che mi risuona in testa è il discorso di Damiano.

"Lei non si lega alle persone."

Quindi neanche a me?
Non mi interessa alla fine si tratta solo di attrazione fisica.
Ma mentre le loro mani mi accarezzano il petto verso il linguine, riesco solo a pensare che non sono leggere come il tocco di lei.

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