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13.2.23

Nerea

Continuo a ridere mentre sono obbligata a tenermi la pancia dal dolore.
Ho riso davvero troppo.
Nicolai è strasimpatico ed ha un sarcasmo pungente. Ottimo per andare d'accordo.
Sono davvero felice che non mi sia capitato, qualcuno di troppo all'antica.
Le sue idee sono davvero innovative, a partire dall' impaginazione del libro, fino alle pubblicità di uscita.
Sono sicura che faremo un ottimo lavoro.

"Ho letto i tuoi libri prima di arrivare qui ed ora che ti ho davanti, non vedo solo l'immensa passione, che hai per ciò che scrivi ma anche il tuo potenziale.
Liz aveva proprio ragione...."

"Su cosa?"

"Vorrei farti una proposta editoriale nuova per te."

Il suo sguardo diventa serio anche se non perde la sua vitalità, ma la cosa deve essere davvero seria.
Ed è il suo attendere, per dirmi questa novità, che mi fa presagire che sicuramente non mi piacerà molto, forse per niente.
Perché girarci tanto intorno per dirmi un qualcosa se sei sicuro che mi potrebbe piacere?
La cosa puzza troppo.

"Spara."

"Un romanzo rosa."

Ecco.
Il gelo.
Avente presente quando nei film viene sganciata una notizia bomba alla protagonista e si sente il rumore del nastro registratore fermarsi? Come a tagliare le scena?
Ecco siamo proprio fermi a quel punto.

"Non se ne parla"

"Immaginavo. Liz mi aveva avvertito anche di questo."

"Allora non avresti dovuto chiedere se sapevi già la risposta. Due occhi azzurri non faranno la differenza. La risposta è no!"

"Questa fa male al cuore fiorellino, ma fortunatamente Liz mi aveva avvisato anche del tuo caratterino.
Mi piace osare, con chi so che ha delle potenzialità per farlo. E tu ce l'hai e non mi arrenderò facilmente."

"Puoi pure metterci una pietra sopra a questa idea di zucchero e miele."

"Mai. Brindiamo?"

Mi porge il bicchiere nuovamente pieno ed inizio a pensare che abbia problemi di alcolismo, che nasconde benissimo.

"A cosa scusa?"

"Al tuo no che diventerà un si"

"Mai".

Alza le spalle e beve sia dal suo bicchiere, che dal mio.

"Avanti mostrami New York."

"Sei sicuro di stare in piedi?"

Si batte una mano sul cuore e mi fa l'occhiolino.

"Ho sangue norvegese e latino nelle mie vene. Tranquilla fiorellino sei nelle mani giuste. Andiamo"

Va verso alla porta come se avesse bevuto acqua fino ad ora e mi fa cenno di seguirlo.
Prendo la mia borsa e lo seguo fino all'ascensore.
Spero che non arrivi al piano terra vomitando.
Caro Zeus ma che razza di persone mi mandi nella vita?

I don't like you Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora