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15.02.23

Ascanio

Il ristorante è strapieno.
Ci aspettavamo persone ma non tante così. Alla fine Josh e Damiano hanno optato per un cambio look alla sala, imbiancando un bel po', ma ci voleva.  Adesso è davvero bella, i colori tenui ma allo stesso tempo decisi fanno in modo di far incontrare moderno e rustico, in una fusione unica.
Un luogo familiare e contemporaneo che lega passato e presente.
Tra le pareti si sente l'Italia.
Anche chi non è mai stato nella mia terra di origine riesce a immaginarla, sentirla, fanne parte.
Per quanto riguarda la cucina, è stata totalmente rinnovata. Nuove attrezzature, nuove ricette con cui Josh si sta già baloccando, senza perdere i sapori della madre culinaria.

Solo un tavolo è rimasto vuoto, in un angolo in disparte nella parte alta, della sala.
Il nome sul segna posto, cattura la mia attenzione.
Nerea. Un ibisco rosso è ben infiochettato accanto al bicchiere.
Mi avvicino al tavolo come un'automa, la curiosità si è totalmente impadronita del mio corpo e sfioro il biglietto accanto al fiore.

"Ascanio. È il mio regalo per Nerea tieni le mani giù!"

"Guardo Damiano ormai davanti a me che sorride ai clienti, che sorridono di rimando."

I modi eleganti e piacevoli di Damiano riescono sempre a distogliere l'attenzione dei clienti, da ciò che succede intorno a loro. Si godono la serata e rimangono entusiasti. Sembra quasi che li avvolga una bolla magica. Magico è quello che riesce a fare lui.

Lancio un ultimo sguardo al tavolo, ben apparecchiato per due e torno ai miei tavoli.

Il suo tavolo, apparecchiato per due, è un nodo che scende a fatica.

La porta del ristorante si apre e Damiano corre ad accogliere i nuovi clienti.
Un ragazzo all'incirca della mia età, entra, la carnagione mulatta, è incontrastato con gli occhi chiarissimi. Dietro di lui vestita totalmente di bianco e bellissima come sempre, entra Nerea.            
I capelli sciolti ricadono morbidi lungo la sua schiena visibile sotto al pizzo.
La gonna lascia scoperta un po' di pelle, che poi scompare sotto agli stivali.
Si siede accanto al ricciolino e prende in mano il fiore abbracciando Damiano.
So già che quel tavolo lo seguirà lui.
Gli versa il vino nel bicchiere e i due brindano.
Poi i nostri occhi si incrociano, solo per pochissimo eppure tanto quanto basta per farmi richiamare all'attenzione da un cliente scocciato.

Non riesco a toglierle gli occhi di dosso.
Tra un cliente e l'altro, mentre servo i tavoli, se ho due secondi in più liberi, i miei occhi vanno in automatico su di lei.
Ma questo già lo sapete bene.
Ride a qualche battuta di Damiano, mentre tiene il viso appoggiato alle mani, con lo sguardo angelico. Il ricciolino, le sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le bisbiglia qualcosa. Il suo sguardo ricade su di me, per poi dare una pacca sulla spalla del ragazzo al suo tavolo.
Quello che dovrebbe essere il suo manager si alza e va verso il bagno.
Nerea mi fa cenno con la mano di raggiungerla e i miei piedi si muovono come sempre in automatico verso di lei.

"Buonasera".

"E quello sarebbe il tuo manager?"

"Non ti piace?"

"No".

"Non è un problema mio".

Si porta il bicchiere alle labbra e sorride.

"Credo che tra colleghi di lavoro ci dovrebbe essere più serietà".

"Sei antico e vecchio. Tu non mi sembri molto distaccato con Josh e Damiano."

"Fuori dal lavoro no."

"Beh sono fuori orario di lavoro."

"Sei..."

"Ei amico lo so che Nerea è bellissima ma non farti distrarre troppo, i tuoi tavoli ti chiamano."

Guardo Damiano e poi seguo il suo sguardo verso un tavolo con la bottiglia di vino rovesciata a testa in giù. Rozzi.
Solo nei bordelli medievali mettevano a testa in giù le bottiglie per chiederne altre.
Il ricciolino torna dal bagno e riprende posto affianco a Nerea.

Sarà una serata lunga.

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