Capitolo 22

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Christian trova qualcosa.

"Per quale cazzo di motivo ti sei svegliato così presto?"

Christian sgrana gli occhi alla domanda, appena emerso dalla sua stanza completamente vestito (ha scelto un maglione molto invernale per l'occasione, è il primo di dicembre), e si blocca mentre osserva Guido, vestito a metà di abiti da golf, mentre fuma un sigaro e si versa un bicchiere di quello che Christian spera sia succo d'uva.

"Tu perché?" ribatte Christian cercando le sue scarpe, ignorando risolutamente la domanda. Perché no, non ammetterà con Guido di aver pianificato la giornata da quando è arrivato a casa ieri sera, e no, certamente non lo informerà dei suoi piani di prendere a Mattia del caffè mattutino prima di andare nelle sue stanze.

E no, non parlerà assolutamente del fatto che sono soltanto le otto del mattino ed intende comunque arrivare alla porta di Mattia a quest'ora. E del perché queste si potrebbero considerare cattive maniere. O un'ossessione. Non parlerà assolutamente di questo.

"Non sono andato a dormire," Guido fa un sorrisetto, buttando giù in un sorso il suo bicchiere di Borgogna o quel che è.

"E perché no?"

Alza le spalle, riempiendosi di nuovo il bicchiere. "Sono uscito dopo che tu sei andato a letto."

"Ancora? Hai ma hai toccato un libro nella tua vita? Solo per curiosità," domanda Christian, lanciandogli un'occhiata tagliente mentre s'infila le scarpe, una alla volta, il suo sguardo già alla ricerca della sua giacca e della sciarpa.

"Sono certo sia successo qualche volta." Guido fa una pausa, si pulisce la bocca e un piccolo rutto lascia le sue labbra. "Andiamo a colazione. Ho fame," dichiara alla fine tornando serio, guardando il suo Rolex con gli occhi lievemente arrossati.

"Non posso," dice Christian, infilando le braccia nelle maniche della giacca -che in qualche modo era sul divano- ed evita con cura lo sguardo d'aspettativa di Guido. "Devo -ehm- devo studiare."

"Alle otto e mezzo," replica Guido con tono piatto. "Sul serio?"

Cazzo.

Christian si schiarisce la gola, avvolgendosi la sciarpa al collo. "Sì."

Guido lo osserva, le mani appoggiate sul bancone, i capelli in disordine ma misteriosamente non unti. Le sue guance sono arrossate e non batte le palpebre, esaminando ogni movimento di Christian.

"No," dice infine, ancora osservando Christian. "Prima il cibo. Non mi va di mangiare da solo."

Christian lascia andare un sospiro, lungo e sofferente, prima di incontrare finalmente lo sguardo duro di Guido. "Sono serio, Guido. Devo studiare."

"Ma non stai davvero andando a studiare."

"E cosa te lo fa dire."

"Perché non ti svegli così presto per studiare. Specialmente se non ho nemmeno toccato il pianoforte."

Christian lo guarda furente, con gli occhi assottigliati. "Aspetta. Mi stai dicendo che sei pienamente consapevole del fatto che quel dannato pianoforte mi svegli? E che continui comunque a suonarlo?"

Guido fa un sorriso sereno e beato. "Non te lo dirò mai."

"Ovviamente, cazzo," sospira Christian, alzando gli occhi al cielo e avvicinandosi alla porta, con la piena intenzione di ignorare Guido ed iniziare la sua giornata, nella sua mente si trova solo una cosa: latte macchiato di stagione.

"Ti ho visto parlare molto con Mattia ieri. E anche ieri sera mentre tornavamo a casa," dice all'improvviso Guido, e si trova ancora al bancone, osservando Christian con sguardo attento e le spalle dritte.

Young & Beautiful - Zenzonelli's versionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora