Christian confessa.Non con te.
Il giardino appare annebbiato ai suoi occhi.
Non con te.
I suoi piedi colpiscono l'erba con fare esausto, battono sulla pietra al ritmo di:
Non con te.
Dell'aria quasi calda gli schiaffeggia il volto, aggredisce i suoi capelli.
Non con te.
Un sovrapporsi di voci gli ronza nelle orecchie intermezzato dal sangue pulsante.
Non con te.
La porta del suo appartamento entra nella sua visuale, percepisce l'aria lacerargli i polmoni, sente il fragile battere di ciò che ancora sopravvive nel suo petto.
Le chiavi si agitano e sferragliano ma riescono ad inserirsi nella serratura, la apre con il colpo della sua spalla più forte che riesce ad eseguire perché ha bisogno di entrare, ha bisogno che questa porta si apra all'istante e ha bisogno di andarsene.
Vuole andare a casa.
Questo è tutto ciò che vuole.
Tutto ciò a cui riesce a pensare.
Beh.
Non proprio tutto.
Non con te, Christian.
Infila ogni capo d'abbigliamento in vista nella borsa mentre ricaccia indietro le lacrime che già gli bagnano il viso, facendolo rabbrividire sotto le loro tracce bagnate e accusatorie. Localizza il suo iPod e il cellulare, la giacca e le sue Puma con i lati sfilacciati, le sue labbra bruciano al ricordo.
Sta bruciando tutto.
Tutto è freddo.
Sta morendo tra ghiaccio e fiamme e sì, ha ogni diritto di essere drammatico adesso perché la sua fottuta anima si sta squarciando e non si è mai, mai sentito così male prima d'ora.
Forse alcune persone non sono fatte per amare. Forse alcune persone non sono forti abbastanza.
Soffocando i singhiozzi strozzati e l'umiliazione e i fottuti ricordi -la sensazione dei morbidi capelli di Mattia e la sua pelle ancora più morbida e le profonde fusa che lasciavano la sua gola mentre tirava Christian più vicino, tirava Christian- quelli bruciano, ricordi che danno origine a nuovi lamenti e gli stringono il cuore e sembrano colpire Christian, facendolo trasalire. Si sistema la borsa sulla spalla, non si ferma nemmeno per lasciare un biglietto a Guido -che si trova, per fortuna, ancora alla gara di canottaggio, a celebrare di certo la sua vittoria. Può semplicemente scrivergli più tardi quando non sarà più tutto così crudo e fresco e sanguinante, tenuto malamente insieme da fili spezzati.
Senza un secondo sguardo o pensiero -pensare è così doloroso adesso- chiude la porta, prende alcuni respiri tremanti, sa di avere gli occhi rossi, prima di avviarsi all'esterno sotto ad un sole beffardo troppo caldo sulle sue guance bagnate.
Gli arrivano sprazzi della voce del presentatore, sente i boati di una folla in festa, e inizia a camminare verso la stazione più vicina.
*
Quando arriva a casa, si lascia andare ad una cosa che non faceva da anni.
Christian abbraccia sua mamma, non sono necessari i convenevoli.
"Christian?" esclama lei, presa completamente alla sprovvista, per un momento è incerta di cosa fare con le mani prima di stringerle con esitazione al suo corpo. "Cosa ci fai qui? Che cosa sta succedendo?"
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Young & Beautiful - Zenzonelli's version
FanfictionChristian, con suo orrore, frequenta un'università elitaria in cui il nome Luigi Strangis significa qualcosa, Guido non smette mai di parlare, ci sono pianoforti ovunque, e Mattia Zenzola, unico figlio maschio di un ex rocker tossicodipendente e cli...