Si trova fuori dalla porta di Mattia e, questa volta, gli risulta difficile entrare.
Lo vuole, lo vuole più di ogni altra cosa perché ha bisogno di vederlo. Disperatamente. Deve comprendere cosa sia successo questa sera, necessita di sapere se stia bene.
Ma ogni volta che chiude gli occhi, vede lo sguardo feroce di Mattia allontanarsi da lui, sente la sua debole voce pronunciare un "Non con te, Christian," ed è tutto ancora così recente. Così fottutamente straziante ed umiliante.
Contrae la mandibola.
E apre comunque la porta.
La stanza è fiocamente illuminata da una lampada a gas e diverse candele -il sole non è ancora sorto- che gettano delle ombre traballanti sulle pareti. Le loro fiamme sono mosse dalla fredda brezza che inonda la stanza, irrompendo dalle finestre lasciate completamente spalancate -come se non ci fosse abbastanza aria- le tende s'increspano e ondeggiano. Delle valigie mezze piene disseminano la stanza, capi d'abbigliamento sono sistemati alla rinfusa, dei fogli impilati, i loro angoli si sono piegati e strappati, e i libri rilegati in cuoio sono sparsi su tutto il pavimento. Le miniature di gatti sono scomparse dalla loro mensola. Dei fiori appassiti decorano i tavoli, i petali secchi vengono sollevati dalle raffiche di vento, librandosi fino a terra.
E lì, in mezzo a tutto quello, si trova Mattia.
Mattia, con i suoi capelli arruffati e..
Christian deglutisce rumorosamente nel vederlo.
Mattia. Con delle lacrime che gli bagnano le guance soffici e pallide e dei singhiozzi che sconquassano il suo corpo tremante e le mani che non sanno cosa fare mentre gira in cerchio, il diario in una mano, il maglione lilla nell'altra.
Proprio come Luigi, indossa anche lui il suo completo dei Brits, ha il papillon disfatto e i primi bottoni della camicia slacciati, aperta come se si fosse sentito soffocare, rivelando l'esile linea del collo bronzeo che si mantiene precariamente dritto. Dei piccoli versi lasciano le sue labbra -minuscoli singhiozzi e brevi respiri tremanti- mentre cammina, chiaramente sconvolto, chiaramente accecato dalle lacrime e semplicemente privo di una direzione in cui andare, inciampa sul tappeto orientale e sui suoi stessi piedi.
Non vede Christian.
Così Christian lo osserva per un altro po', lo guarda perché si sente pietrificato e affranto e tanto, tanto fottutamente terrorizzato, incerto persino delle sua presenza qui.
Ma continua semplicemente a tornare da lui, no? Torna sempre da lui.
Deglutisce.
Solo un'altra volta.
"Dove stai andando?" domanda infine, ha la voce rauca. Si schiarisce la gola, ma Mattia si è già voltato di colpo, ha lo sguardo selvaggio e il suo corpo s'irrigidisce e-
E lascia andare un singhiozzo nell'istante in cui i suoi occhi si posano su Christian.
E' aperto, è esplicito, ed è crudo, tutto il suo contegno si infrange ancor più di prima, e anche Christian lo sente, prova il sollievo la paura e la stanchezza contenuti in quel singhiozzo, vede l'inettitudine nelle sue lacrime, ed è abbastanza. Quello è abbastanza da assicurargli che, sì, il suo posto è qui.
"Mattia," dice, gli si spezza la voce mentre si precipita verso di lui, ciecamente, d'istinto. Quando lo raggiunge, lo tocca senza pensare, stringe la testa di Mattia tra le mani e asciuga la nuova ondata di lacrime e quello fa piangere Mattia più forte, il maglione ed il diario cadono dalle sue mani aperte, effondono un tonfo quando toccano il pavimento.
A Christian bruciano gli occhi, gli brucia la gola, gli brucia il petto mentre la testa di Mattia si china sotto il peso delle lacrime, e lo sente quando Mattia posa le mani sugli avambracci di Christian, lente, poi si stringono spasmodicamente, quasi gli lasciano dei lividi, e i singhiozzi non si fermano mai e Christian non riesce a deglutire, non riesce a battere le ciglia. Asciuga lacrima dopo lacrima con i suoi pollici sgraziati, le altre dita sono perse tra ciocche di capelli e pelle liscia mentre stringe Mattia, tiene tutti i suoi pezzi insieme nel loro creparsi e sgretolarsi.
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Young & Beautiful - Zenzonelli's version
FanficChristian, con suo orrore, frequenta un'università elitaria in cui il nome Luigi Strangis significa qualcosa, Guido non smette mai di parlare, ci sono pianoforti ovunque, e Mattia Zenzola, unico figlio maschio di un ex rocker tossicodipendente e cli...