Mattia porta via Christian.
Mattia continua a controllare il cellulare.
Il che è ironico, perché Christian sta facendo esattamente l'opposto -ha spento il telefono. Non per paura di incessanti telefonate da sua mamma. Che potrebbero tentarlo di rispondere.
Ma solo per fermare il costante squillare.
Stanno sfrecciando per una strada di campagna dentro l'automobile d'epoca (per grande confusione di Christian: "Questa non è l'auto di Luigi?" "La condividiamo," ha semplicemente detto Mattia, poi è salito senza un'altra parola), avendo da tempo lasciato la loro piccola città, e nessuno dei due ha pronunciato una parola da quando Christian ha accettato di seguire Mattia. E Christian è in un certo senso, forse, nel panico, ma si sta contenendo seduto sul sedile del passeggero cercando di comprendere cosa cazzo stia succedendo. E perche cazzo abbia accettato di trovarsi qui.
E' quasi sera, il cielo privo di nuvole si tinge dei colori degli agrumi, e il caprifoglio e i fiori di cotone si spandono nell'aria fresca. Mattia e Christian sono uno di fianco all'altro nel loro silenzio di vento, le loro figure sature di luci color ambra mentre la brezza scompiglia loro i capelli e lambisce la loro pelle. I raggi del sole e gli alberi scivolano dietro di loro in successione mentre percorrono la strada. Christian tamburella le dita sulla portiera, sulla coscia, ovunque, i suoi piedi si muovono mentre di tanto in tanto lancia delle occhiate testardamente curiose a Mattia, segretamente tanto disperato per una spiegazione o qualcosa che lo metta a suo agio. Ma cerca al meglio delle sue abilità di non fissarlo completamente, e così volta la testa nella direzione opposta, fingendo di osservare il paesaggio sfocato.
Però è acutamente consapevole di Mattia e ogni sua mossa.
Mattia.
Mattia con le sue sopracciglia aggrottate che non si rilassano mai mentre i capelli soffici gli frustano il viso, le sue labbra immobili in una linea sottile. Mattia che sta controllando ogni minuto il cellulare, il viso privo di emozioni fatta eccezione per le rughe e la rigidità. Mattia che era di terribile umore e ha fatto tuonare la terra prima di portare rapidamente Christian in salvo senza motivo.
Beh. Se tutto va bene in salvo. C'è ancora la possibilità che il suo assassinio sia imminente.
Sono in macchina da dieci minuti e Christian non riesce a smettere di tirare il buco nei suoi jeans.
Dieci minuti interi di macchina.
E Mattia non gli ha ancora detto dove stanno andando.
E Christian è una persona molto, molto curiosa.
"Va bene. Ho bisogno di sapere," scoppia finalmente, girandosi per guardare Mattia, le cui sopracciglia sono contratte, gli occhi concentrati sulla strada. "Dove stiamo andando?"
"In un posto."
"Questo non conta come risposta," dice Christian seccato, poi alza gli occhi al cielo. "E puoi smetterla con il tuo comportamento. Ho il diritto di sapere." Fa una pausa. "Potresti portarmi via per uccidermi." Osserva con attenzione la reazione di Mattia.
"Non ti ucciderò," dice Mattia, come se fosse l'idea più ridicola al mondo. "Sarebbe un casino."
Oh wow.
Le sopracciglia di Christian scattano in su. "Oh! Errore mio! Potresti portarmi via per farmi uccidere da qualcun altro, allora."
E Mattia resta in silenzio a quello.
Il che, magari, è lievemente preoccupante.
Vinto dall'agitazione (non pensa di essersi mai trovato in una situazione tanto imbarazzante nella sua vita) Christian si sporge per armeggiare con la radio che sembra in totale contrasto con il veicolo vintage, ad essere onesti. La sintonizza sulla prima stazione a cui riesce a pensare.
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Young & Beautiful - Zenzonelli's version
Fiksi PenggemarChristian, con suo orrore, frequenta un'università elitaria in cui il nome Luigi Strangis significa qualcosa, Guido non smette mai di parlare, ci sono pianoforti ovunque, e Mattia Zenzola, unico figlio maschio di un ex rocker tossicodipendente e cli...