Capitolo 24

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Mattia si spezza.

Non appena Christian arriva a casa, si lascia cadere sul divano, sentendosi miserabile e terribile, orribile e davvero confuso dalle proprie emozioni -delle quali la maggior parte grida al nome di Mattia e quella fottuta stupida frase di Dorian Gray, e fa spuntare tanti punti interrogativi dietro le sue palpebre.

"Allora sei andato da Mattia?" chiede Guido dalla cucina, essendosi adesso svegliato e mangiando con le mani quella che sembra essere una torta di mele, dei pezzetti enormi gli cadono lungo le mani mentre la divora, assonnato e beatamente felice. E' disgustosamente tenero. O forse è teneramente disgustoso? Christian seppellisce il volto ancora più a fondo nel divano.

"No," mente, la sua voce viene attutita dal velluto che al tatto è più irritante che lussurioso.

"Com'è andata?" chiede imperturbato Guido, non finge nemmeno di assecondare Christian, dello sciroppo di mele gli si appiccica al mento.

"Odio tutto," si lamenta Christian cedendo. "Me ne andrò per non tornare mai più."

"Mancano soltanto due settimane alla fine del trimestre. Non dovrai vedere quasi mai quel tipo. Andrà tutto bene," mormora Guido con le labbra appiccicose.

"No, non è vero," risponde pietosamente Christian.

A quello Guido sorride, si lecca le mani fino a pulirle prima di saltare su Christian come fosse un fottuto coniglio, balza su di lui e lo copre con tutto il corpo, facendo emettere a Christian dei rantoli soffocati.

"Gesù Cristo," ansima, il peso di Guido quasi lo schiaccia. "Cosa cazzo stai facendo?"

"Le coccole," dice semplicemente Guido, ma resta steso e basta, con gli arti immobili, e sorride tra i capelli di Christian.

"E' questo il tuo modo di confortarmi?"

"No. Questo è il modo in cui conforto me stesso."

"Ah. Vedo," Christian si forza, cerca di muovere i loro corpi fino ad aver spazio per respirare. Riesce a trovare una posizione d'equilibrio, i suoi condotti di respirazione non sono più ostruiti da un peso morto, così immagina di poter anche permettere a Guido di restare lì ora che non è più destinato a morire. Potrebbe persino essere un po' piacevole. Potrebbe.

"Mattia è un coglione," esclama Guido dopo un momento di silenzio.

"No, non lo è," sospira Christian. "E' Mattia."

"Matthew," lo corregge sarcasticamente Guido.

Christian ride.

Ne segue un pacifico silenzio, riempito solo dal distante rumore del chiacchiericcio di alcuni studenti dall'altro lato delle finestre ermeticamente bloccate, e Christian si sta giusto domandando se Guido si sia addormentato quando:

"Mio padre mi ha chiesto di andare allo studio domani mattina, appena mi sveglio."

Hm?

L'attenzione di Christian si risveglia. "Lo studio? Pensavo che il brano fosse pronto per essere rilasciato? La festa in onore della distribuzione non è tra poco?"

Guido si sposta fino a fissare Christian con le labbra corrugate.

"Lo era."

Christian inarca un sopracciglio. "Oh?"

Guido annuisce, si libera dal groviglio formato dai loro corpi e si tira a sedere, appoggiando i piedi sul tavolo. Il suo volto sembra stranamente apprensivo, un'emozione che Christian non è abituato a vedere su Guido, e sente delle scariche di curiosità attraversargli il corpo.

Young & Beautiful - Zenzonelli's versionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora