Una vita quasi...

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Il lunedì mi sveglio prima di tutti. Alex e Nicholas dormono beatamente.
In cucina preparo la colazione per tutti e pulisco velocemente qua e la per togliere un po di polvere.
Mentre lavo gli ultimi piatti di ieri sera dei passi dietro di me mi distraggono.
A《 'Giorno mami 》
Io《 Giorno Alex 》
A《 Mamma... oggi andrai dalle tue amiche vero? 》
Io《 Già, ma tornerò prima di te quindi non devi portati le chiavi per forza 》
A《 Ok... 》
Mi asciugo le mani e propio mentre mi giro Alex mi stringe tra le sue braccia.
Nonstante abbia compiuto da poco 18 anni è così alto che può tranquillamente appoggiare il mento sulla mia testa.
A《 Scusa per sabato... non voglio litigare con te... 》
Io《 Neanche io, ma lo sai che il discorso non cambia. Assecondo ogni vostro capriccio, ti faccio addirittura dormire nel letto con me e ho accettato di spostare Nicholas in camera con noi. Ma c'è un limite a tutto. È piccolo 》
Mi stringe ancora di più a lui.
A《 Non ti prometto nulla... ma almeno per oggi farò il bravo 》
Che bella premessa.
Io《 Sicuro di non volerne parlare? 》
Mi prende per le spalle allontanandomi leggermente da lui.
Poi lentamente fa avvicinare le nostre labbra e prima che possano sfiorarmi metto una mano a separarci.
A《 ... no, non ne voglio parlare 》
Si siede e comincia a mangiare.
C'è un silenzio... imbarazzante.
Pesante.
Una volta non era così.
I bei giorni in cui Alex rideva sempre e aveva bisogno di me come madre sono passati.
È cresciuto e... io non so neanche cosa gli stia passando per la testa.
Ha cominciato a cambiare da quando ha scoperto che ero in cinta.
Era piccolo, ma non stupido, ho avuto un solo rapporto di quel genere in quei tempi e lui lo aveva capito.
Sa che Nicholas è figlio di... Dr... no ok non devo dire neanche il suo nome o scoppio a piangere.
Poi quando il cucciolo è nato Alex si è fatto sempre più iperprotettivo.
Diceva sempre che lui mi avrebbe difeso per sempre da tutti e tutto.
E... pensavo che tutti i bambini che vogliono bene alla propria mamma lo dicessero.
Più crescevano più Alex diventava... appiccicoso.
Da "proteggere" si è trasformato in "sposerò" e ci ridevo su.
Poi la situazione è precipitata e io non sono riuscita ad aiutare nessuno.
Anche Nicholas non è stupido.
Sa che c'è qualcosa che gli nascondo, non mi fa pressioni, ma mi ha fatto capire che lui è sospettoso.
E vuole conoscere suo padre.
Vuole sapere perché non è con noi...
E se gli dicessi che cosa è successo a quei tempi... già non si sopportano a vicenda... non trattenerebbe più la rabbia e si ucciderebbero a vicenda.
La nostra sembra una vita quasi... normale da fuori.
Una mamma affettuosa (se così posso definirmi) dei figli bravi a scuola... e poi la bomba che rischia di esplodere sotto di noi ad ogni parola sbagliata.
È difficile andare avanti con questo peso sul cuore.
Ho provato a rimediare, lo giuro.
Ho detto ad Alex di farsi un branco all'università con i suoi amici per distrarsi un po, ma non ha funzionato.
Ho dato tutto l'affetto che potevo a Nicholas, ma ho visto come guarda i suoi compagni di classe quando i papà vengono a prenderli.
È gelosia, dolore... solitudine quasi.
Non so più come fare.
Ho anche pensato di tornare in Alaska, ma Alex non la prenderebbe di certo bene.
Sono in mezzo a due fuochi che minacciano di incendiare tutto e tutti compresi loro stessi e me.
O forse io sono già distrutta.
Manca quella spinta che mi faccia crollare definitamente e tutto quello che ho provato a costruire in questi anni sarà distrutto con un soffio.
A《 Eih mamma! Mi stai ascoltando? Ti è suonata la sveglia! 》
Mi risveglio dai miei pensieri accorgendomi finalmente del rumore continuo della sveglia del mio cellulare.
Io《 S-sì ero... pensavo... devo svegliare Nicholas cavolo! 》
Alex ridacchia sotto i baffi e io mi precipito al secondo piano dove... il mio cucciolo è già sveglio.
N《 Mamma ho sentito Alex gridare che ti stava suonando la sveglia... 》
Anche lui cerca di trattenere un sorriso.
Io《 Oh cavolo non ridete tutti! 》
Arrossisco violentemente.
N《 Tranquilla mamma io ho quasi fatto 》
Riscendo a testa bassa cercando di ignorare le risate di Alex.
A《 A volte sei un disastro mami. Come quando non riuscivi ad aprire la porta di casa perché non avevi capito che stavi usando la chiave sbagliata ahahah 》
Lo guardo più rossa che mai.
N《 Siamo rimasti seduti seduti sui gradini davanti alla porta per quasi mezz'ora 》
Anche Nicholas si unisce ad Alex e mi siedo a tavola con loro poggiando la fronte sul tavolo.
A《 Dai mami... ogni tanto sei distratta, ma ti vogliamo bene 》
Li sento spostarsi ai miei fianchi e poi abbracciarmi insieme.
A-N《 Abbraccio di famigliaaaa 》
Anche io mi lascio andare all'iralità del momento e li abbraccio baciandoli in fronte.
Io《 Non mi ricordate queste storie cattiviiii 》
Poi ci lasciamo, Alex prende il suo zaino... stranamente saluta anche Nicholas che ricambia e se ne va.
faccio una veloce merenda per darla a Nich e saluto anche lui che si incammina verso la sua scuola.
Se tutti i giorni potessero essere così... spensierati... felici... come una vera famiglia... allora mancheresti soltanto tu...

Ombre del passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora