POV. Nicholas
Stranamente Alex prima di uscire da qui ha salutato anche me.
Probabilmente ha promesso alla mamma di fare il bravo per oggi solo perché sabato hanno litigato.
Esco di casa salutando mama e cammino verso scuola.
Continuo a chiedermi che cavolo gli ho fatto per farmi odiare così.
Mama me lo avrebbe detto.
Ce l'ha con me senza una ragione logica.
E pensare che io... sotto sotto lo ammiro.
È bello, forte, popolare ed inteligente.
Non gli manca nulla.
Forse... solo un papà.
È per questo che mi odia?
In qualche modo la mia nascita li ha separati?
Odio non sapere le cose.
Anche io vorrei vederlo.
Vorrei che mi venisse a prendere a scuola e che mi insegnasse a cacciare.
Anche che mi sgridi quando sono nel torto, ma basta che ci sia.
Anche la mamma ne sente la mancanza, si vede benissimo.
E se mama gli vuole bene vuol dire che è un lupo fantastico.
Mi chiedo se sia bianco come la mia mamma, marrone come Alex o nero... come me.
Anche se io in realtà sono sia bianco che nero.
Arrivo davanti al cancello bianco della scuola e prendo un profondo respiro.
Che lo spettacolo abbia inizio.
Entro annoiato nel cortile e vado a sedermi ai piedi dell'edificio sul gradino più in alto.
Mi metto le cuffie ignorando le occhiate dei regazzini che mi guardano da lontano.
Poi una mia compagna di classe comincia a camminare verso di me facendo dondolare le due treccie marroni ai lati della testa.
Fortunatamente la campanella suona ed entro nell'edificio prima che la ragazza si avvicini troppo.
Mi piazzo all'ultimo banco all'angolo sotto la finestra e preparo i libri per la materia.
Poco dopo anche gli altri ragazzi entrano in classe.
Rivedo la ragazza con le treccine puntarmi subito e mi metto un libro in testa sperando che mi ignori.
H《 Senti scusa. Io sono Hanna. Posso sedermi accanto a te? 》
No, no, no, no.
Sei una bugiarda. Come tutte le altre.
Io《 N-no... 》
?《 Sentito perdente? Lui è il MIO amico quindi trovati un altro posto 》
Sposto lo sguardo sulla figura maschile che mi da le spalle.
Io in realtà... questo non lo conosco propio...
La ragazza se ne va con uno strano broncio e il ragazzo esulta felice.
Quando si gira verso di me rimango a bocca aperta.
Ha un viso molto... maschile cavolo, con i capelli un po lunghi sul grigio topo che incorniciano due profondissimi occhi scuri, quasi neri.
È... bellis- bellissimamente stupido.
Sì, intendevo questo.
T《 Scusa, ma credevo che quella tipa non ti fosse molto simpatica. Comunque io sono Tom. E tu sei Nicholas giusto? 》
Mi sorride raggiante porgendomi una mano.
Titubante la stringo e annuisco lentamente.
T《 Posso sedermi qui vero? 》
Quindi lui mi conosce... ma non mi evita? È pazzo? O hanno fatto un'altra scommessa?
Senza aspettare la mia risposta si siede accanto a me e sistema le sue cose.
T《 Non mi fai schifo se è questo che pensi. Non mi interessa se ti piacciono le ragazze o i ragazzi. Noi siamo amici comunque ok? 》
Cosa?!
La voce è anche qui??
Non credevo che ci avesse messo così poco tempo e... se fosse qui per una scommessa ci avrebbe subito provato con me quindi...
T《 Allora Nich... che mi dici di bello? 》
Lo guardo confuso.
Cosa dovrei dirgli di bello?
È una domanda a trabocchetto o mi sta prendendo davvero in giro?
Io《 Io non... 》
Mi guarda gentile.
È la prima volta che un ragazzo mi guarda così.
T《 Era per fare conversazione. Tranquillo. Io voglio essere davvero tuo amico 》
Apro la bocca, ma non riesco a dire nulla.
Non so come comportarmi.
Non so che dire.
《 Eih Tom hai fatto amicizia con un frocetto? 》
Tre ragazzi si avvicinano a noi minacciosi.
Eccoli.
T《 Anche se fosse? 》
《 Non dirmi che anche tu sei diventato una puttanella come quello 》
Una stretta mi attorciglia lo stomaco.
T《 Se ve ne andate ora magari vi risparmiate qualche osso rotto 》
Lo stupore mi annebbia il cervello.
Mi sta difendendo.
Un tipo che non ho mai conosciuto mi sta difendendo!
《 Vuoi le botte? 》
T《 Questo dovrei dirlo io... 》
Poi non capisco più nulla.
Banchi rovesciati, i ragazzi che si trasformano... ed io e Tom che cerchiamo di difenderci.
Di solito non è così.
Prima gli insulti e poi le botte.
Ma mai nessuno che mi difenda.
Tom è...
I ragazzi ci attaccano, ma prima che possano essere su di noi entra la professoressa che ci ferma.
E ci manda dal preside.
Sono uno stupido. Il preside lo dirà a mia madre e lei avrà ancora più problemi da risolvere.
Cavolo, cavolo, cavolo.
T《 Eih tutto ok? 》
Io《 Preferirei non creare problemi a mia madre 》
Gli altri ragazzi entreranno dopo mentre noi ora.
Ci sediamo sulle poltrone davanti la scrivania di legno.
Il preside ancora non c'è così lo aspettiamo qui.
T《 Di a tua madre che è stata colpa mia. Visto che comunque è così 》
Io《 C-certo che no. È tutta colpa mia. Se io non fossi... 》
T《 Se tu non fossi cosa? Gay?! Non dire stupidaggini! Non puoi scegliere quello che sei e loro non hanno diritto di prenderti in giro 》
Espiro rumorosamente.
T《 Senti... magari non sarò la compagnia più grande del mondo, ma sappi che io ci sarò sempre per te ok? Noi siamo amici...? 》
Lo guardo negli occhi perdendomi per un attimo in quei pozzi neri.
Amici eh?
Io《 O...ok 》
Mi sorride a trentadue denti.
È... davvero solare.
Ho paura che mi accechi con tutta la luce che emana dal cuore.
La sua mano prende all'improvviso la mia e la stringe forte.
T《 Ok amichetto. Preparati psicologicamente ad avere me come guardia del corpo 》
Sorrido al pensiero.
Prepararmi psicologicamente?
Più che volentieri...