IMPLOSIONE (BTS)

CAPITOLO 31

Pov. Jimin

- l'unica con la quale mi terrò in contatto probabilmente sarà Soo-Yun, lei aveva capito tutto prima di me, ma lo farò solo quando sarò lontano.

~•~

- ho capito... accidenti quante cose sono cambiate dall'ultima volta che ci siamo visti.
- si è vero.
- e hai già un idea di dove vuoi andare?
- veramente no. Ho anche pensato di prendere il primo volo disponibile. Senza una meta precisa.
- m... è un'idea come un'altra, e se invece ti dicessi che ho un'amica in America dove potresti appoggiarti per i primi tempi?
- sarebbe perfetto... Ma questa tua amica sarà disponibile ad aiutarmi?
- sì... credimi senza alcun problema.
- ok.. allora... dove dovrei andare? In che parte dell'America vive questa tua amica.
- lei ha un ranch vicino a Tucson in Arizona. Se vuoi uscire dal tuo attuale stile di vita, credo che sarebbe la soluzione migliore.
- sì... Ho davvero bisogno di questo.
- allora ok.. domani inizierò subito a preparare i tuoi documenti. E già che ci siamo lì collegherò al tuo nuovo numero così non avrai problemi. Ci vorrà qualche giorno, nel frattempo potrai rimanere qui. Costanza avrà cura di te.
- perché? Tu dove andrai?
- da domani non sarò qui, sai affari, poi tornerò con i tuoi documenti pronti. Non ti devi preoccupare.
- grazie. Ti ringrazio Namjoon sei sempre un amico.
- anche tu lo sei. Non potevo non aiutarti. Ti chiedo solo di pazientare un po', fai come fossi a casa tua.
- va bene. Grazie ancora Nam.

Dopo cena Costanza mi accompagnò in camera. Trovai un letto comodo, ogni confort possibile,una vista bellissima sul mare, ma tutto questo non aiutò comunque il mio cuore ferito. Il mattino seguente mi svegliai piuttosto presto, anzi si può dire che non ho dormito a dire il vero. Era ancora buio ma da lì a poco sarebbe sorto il sole. Decisi di andare in spiaggia ed aspettare l'alba. Namjoon era già partito e, a giudicare dal silenzio in casa, con lui erano usciti anche i suoi uomini. Mi vestii con una tuta comoda, scesi giù in cucina per bere un bicchiere d'acqua ma ci trovai già Costanza.

- buongiorno signor Park. Le preparo qualcosa?
- buongiorno Costanza, ti prego chiamami Jimin. Non ho bisogno di niente grazie. Vado solo a fare un giro.
- oh... Va bene... Jimin... Però, lascia che ti accompagni. Fire si arrabbierebbe con me se ti lasciassi solo, era molto preoccupato.
- ok... Vieni pure ma credo che sarà parecchio noioso. Non ho molta voglia di fare conversazione.
- come preferisci, però vengo con te.

Io e Costanza ci avviammo verso la spiaggia. Come aveva detto, non mi forzò di chiacchierare ma si limitò a seguirmi lungo il bagnasciuga. Però, alla fine, fui io ad iniziare ad aver bisogno di parlare e credo che lei lo sapesse in cuor suo.

- allora... Come hai conosciuto Nam- cioè volevo dire Fire?
- Fire, mi ha tolto dalla strada. Per mantenere mia figlia mi prostituivo e lui fu il mio ultimo cliente. Però non fraintendere, quella sera non mi ha toccata con un dito. Diceva di sapere che avevo una figlia e sapeva che quello non era certo il lavoro che avrei voluto fare, anche se molto redditizio. Da chi l'avesse saputo no lo so ma conoscerlo è stata la mia salvezza.
- capisco, lui è davvero un uomo in gamba, da ragazzi ci siamo sempre aiutati ed è ancora così.
- ma vuoi davvero lasciare la Corea? Non c'è altro modo per guarire le tue ferite?
- al momento la vedo come unica soluzione, poi si vedrà. Sono stato deluso da troppe persone ho bisogno di un colpo di spugna. Quindi sì voglio lasciare la Corea e non voglio essere trovato.
- allora in questo caso Fire è davvero la persona giusta che può aiutarti. È un mago col computer ed ha agganci ovunque.

Gli sorrisi. Costanza sapeva come farsi apprezzare. Deve averne viste parecchie.

- e tua figlia? Non c'è in casa.
- mia figlia è grande ormai, sa badare a se stessa e quando vuole vedermi mi chiama e ci incontriamo..... Ma, non hai fame neanche un po'? Potrei prepararti degli ottimi pancakes.
- sai che ti dico? Se tu fai i pancakes io preparo il cappuccino.
- ci sto.. andiamo.