IMPLOSIONE (BTS)

CAPITOLO 32

- ciao Soo-Yun.

Non ricevetti ugualmente risposta così decisi di chiamare Nam e chiedergli consiglio.

- ciao Jimin, quanto tempo, tutto bene? Come ti trovi con Penny?
- ciao Nam tutto ok, Penny è fantastica andiamo molto d'accordo e anche Mel è dolcissima. Va tutto bene però, ho provato a chiamare Soo-Yun ma non mi risponde probabilmente sarà arrabbiata per come l'ho lasciata. C'è niente che puoi fare per convincerla a rispondere?
- al momento no.. sono fuori Seoul ma appena rientro cercherò di avvisarla in qualche modo.
- oh, ok grazie amico e scusa per il disturbo.
- non disturbi mai Jimin e lo sai. A presto.
- a presto e grazie ancora.

Lanciai il telefono sul letto di fianco a me e mi stesi incrociando le braccia sotto la testa. Chiusi gli occhi e ripensai a prima di arrivare a Tucson. JK, Taehyung... Yoongi. Cosa l'aveva spinto a sparire? Ancora non mi capacitavo del perché. Mentre pensavo a tutto questo, sentii la porta della camera aprirsi. Mi tirai su appoggiandomi sui gomiti e quando vidi che era Mel ritornai nella stessa posizione di prima.

- che fai qui Mel...
- sono venuta a vedere perché ci stai mettendo tanto. Non torni più giù.
- non ne avevo più voglia.

Mel si avvicinò e si stese al mio fianco.

- ...e di cosa avresti voglia?
- (sospirai) solo di stare tranquillo.
- m... e nient'altro?

La guardai serio.

- no, Mel. Nient'altro. E poi c'è tua madre in casa.
- mia madre è uscita e..... non ti credo. Sono tre mesi che sei qui e non ti ho mai visto uscire con una ragazza.
- e quindi?
- sono sicura che una voglia ce l'hai.

A dire il vero, Mel aveva ragione ma non sapeva del mio orientamento. In quell'istante mi venne in mente la prima volta che feci l'amore con Yoongi e, inevitabilmente senza darci un peso, mi venne un'erezione prontamente fraintesa da Mel. In un attimo mi saltò addosso e ancora prima di fermarla, mi stava già baciando strusciando la sua intimità sul mio membro. Avrei dovuto respingerla subito ma, sentirla strusciare su di me mi stava facendo venire voglia. Era troppo tempo che non scopavo effettivamente e fino a quel momento non ci stavo pensando. Però, lei era Mel... non una qualunque. Penny mi avrebbe ucciso.

- mmm... aspetta... mmm... aspetta Mel..
- che c'è... cosa devo aspettare?

Continuavamo a parlarci senza mai smettere di baciarci. La pura lussuria di quell'incontro mi stava fottendo il cervello. Ma fu quando lei infilò la mano dentro il mio costume, afferrando la mia erezione e pompando, che l'ultimo freno che avevo nel togliermi la voglia saltò. Le tolsi la mano e con un colpo di reni la rovesciai sotto di me infilando a mia volta la mano dentro il suo slip e, non proprio dolcemente, due dita dentro di lei. La violazione della sua intimità così veloce, profonda e rude le fece inarcare la schiena e abbandonò le mie labbra per tirare un sospiro che rilasciò con un gemito di piacere. La presi per i capelli costringendola ad offrirmi ancora le sue labbra che presi con foga infilando la lingua a cercare la sua. Mentre mi avventavo sulla sua bocca, muovevo velocemente le dita dentro lei finché non la sentii bagnata e pronta per me. A quel punto, rallentai, tolsi le dita che spostai sul suo clitoride e le lubrificai, con i suoi stessi umori, tutta la sua intimità. Solo allora mi denudai e le spostai gli slip, allineandomi e affondando in lei. Entravo ed uscivo lentamente e le leccavo e baciavo il collo mentre lo facevo e mentre mi muovevo, sciolsi i lacci dei suoi slip togliendo quella mezza barriera tra noi e iniziai a scorrere in lei più velocemente e in fondo stuzzicando contemporaneamente il suo punto più sensibile strusciandolo mentre la scopavo. Le afferrai il seno con una mano stringendolo e stuzzicandole il capezzolo col pollice. I nostri gemiti si unirono al rumore volgare ma eccitante delle nostre intimità che sbattevano luna contro l'altra diventando sempre più fradice. Quando sentii la sua intimità stringersi sulla mia erezione e i suoi respiri farsi più profondi, accompagnati da volgari lamenti, capii che stava raggiungendo l'apice. Mentre la scopavo colpendo il suo punto più sensibile in fondo, mi disse: