Capitolo 6

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Mentre la Lovato mi insegnava le cose basilari del gioco della pallavolo, ebbi una strana sensazione, come di bruciore. Il mio corpo sembrava essersi riscaldato più del normale. Era una sensazione strana. Mi voltai, e nello stesso momento la SUA voce riempì il silenzio.

"Miss Lovato, avete bisogno di una mano?"

Lauren indossava ancora la divisa sportiva, la maglietta bianca leggermente sudata appiccicata alla parte alta del seno, i capelli erano ancora legati in una coda alta che ora era tutt'altro che in ordine, ma ai miei occhi appariva ancora più perfetta. I suoi occhi verdi analizzarono me, con sguardo più che gelido, poi tornarono sulla nostra allenatrice, che era stata presa in contropiede.

"No, Lauren, tranquilla, posso occuparmene personalmente."

"So che può farlo, Miss, ma sono il capitano e credo di dover essere presente a qualsiasi tipo di allenamento."

"Giusto." Mormorò la Lovato, lanciandomi uno sguardo quasi di scuse. So che non avrebbe potuto insistere, come so anche che avrebbe voluto trascorrere del tempo da sola con me. No, non me la sto tirando. Gliel'avevo letto nello sguardo. La mia allenatrice mi desiderava, e forse da un lato era un bene che Lauren si fosse intromessa. Non volevo mettermi nei guai, anche se il mio lato oscuro lo bramava.

"Forse Karla preferirebbe indossare qualcosa di più comodo per allenarsi." Lauren utilizzò il suo tono più freddo, insieme al nome che detestavo maggiormente e che aveva decisamente sottolineato, facendomi stringere la mascella. Sapevo di non piacerle, e me lo stava dimostrando col suo atteggiamento distaccato. Tuttavia, non mi era chiaro perché intromettersi in cose che non le riguardavano minimamente. O forse, prendeva semplicemente in modo molto serio il suo ruolo di capitano della squadra.

"Laur?" La voce della Kordei la precedette. Alzai gli occhi al cielo, esasperata. Dio mio, chi altro vuole farsi i cazzi miei? "Che succede?" Chiese guardandoci, mentre con un piccolo asciugamano si detergeva il sudore dalla fronte.

"Sembra che faremo degli allenamenti extra, Mani. Trovale una tuta, o una divisa." La corvina mi indicò con un cenno della testa, mentre l'altra alzava un sopracciglio, titubante, prima di farmi segno di seguirla.

Rimasi qualche istante interdetta. Io volevo allenarmi solo con la Lovato, e magari trascorrere un po' di tempo con lei. Non volevo che mi vedessero, imbranata com'ero. Ma mi ritrovai a seguire la Kordei verso un ripostiglio, io miei occhi scesero un attimo a squadrarle il culo quando si calò a rovistare in uno scatolone. Gran culo anche il suo, ma quello di Lauren era meglio. La vidi cercare tra magliette e pantaloncini, associai i colori a quelli della scuola.

"Questi dovrebbero andarti bene. Puoi cambiarti nello spogliatoio lì in fondo." Feci un respiro agitato, sperando che la ragazza di fronte a me non si accorgesse del mio stato, e mi incamminai verso il locale affollato. Mi accorsi che anche la Hansen e la Brooke si erano unite alla Jauregui, e capii di essere in procinto di fare una colossale figura di merda con l'intero gruppo delle quattro. Quando entrai nello spogliatoio, feci un respiro di sollievo. Quasi tutte le ragazze ormai erano sotto le docce, quindi mi tolsi subito la felpa, indossando rapidamente la maglietta - dopo averla annusata ed essermi assicurata che fosse pulita - e mi abbassai i jeans. Ero di spalle alla porta, quando sentii che si apriva. Più precisamente, ero col culo in aria, nudo se non fosse per gli slip che ricoprivano la mia figa, che da qualche tempo si era più che svegliata.

Mi ricomposi rapidamente, voltandomi e cercando di coprirmi con i pantaloncini, arrossendo furiosamente sotto lo sguardo della Jauregui, che si bloccò all'entrata, spalancando gli occhi. La vidi fare un passo indietro, e mormorare un:

"Muoviti, non abbiamo molto tempo." Poi sparì dietro la porta, e io ripresi a respirare. Che figura di merda. L'ennesima. Pensai tra me e me, mentre con le mani tremolanti cercavo di indossare quei pantaloncini. Riuscii a farlo prima di sentire dei passi avvicinarsi. Con la coda dell'occhio, notai delle ragazze uscire avvolte nei loro vaporosi accappatoi, mentre altre avevano addosso semplicemente degli asciugamano. Mi resi conto di essere circondata da ragazze praticamente nude, a momenti si sarebbero sbarazzate di quei capi per indossare l'intimo. Probabilmente il mio rossore si intensificò, mentre mi allontanavo da quel luogo di perdizione.

Uscita dallo spogliatoio, l'aria fresca mi fece riprendere contatto con la realtà. Le quattro ragazze e la Lovato mi stavano attendendo.



Avevo preso dimestichezza con il pallone, per quanto si potesse fare in quarantacinque minuti, con un imbarazzo sempre maggiore, mentre gli occhi di Lauren continuavano a fulminarmi. Beh, almeno sa che esisto. Non so perché mi detestasse tanto, ma la sua antipatia nei miei confronti era più che palese.

Mi morsi il labbro mentre una goccia di sudore mi scivolava fin nell'occhio, dandomi una sensazione di bruciore che mi fece strizzare gli occhi. Questo mi impedì di seguire la traiettoria della palla che dove altro poteva andare se non in pieno sulla mia faccia? Mi ritrovai sdraiata a terra, ansante e dolorante. Portai la mano al viso, gemendo di dolore. Merda, proprio sul livido. Sentivo la testa pulsare in sintonia con il battito del mio cuore, mentre delle mani fresche mi accarezzarono le spalle, prima di aiutarmi a mettermi seduta.

Aprii gli occhi e la Lovato - era stata lei ad aiutarmi - aveva uno sguardo preoccupato. Anche le ragazze erano rimaste bloccate dopo l'accaduto, sembravano anche preoccupate. Per lo meno Allyson Brooke lo sembrava, sinceramente.

"Camila, mi senti?" Mi accorsi che l'allenatrice stava parlando con me, ed annuii, maledicendomi poi subito per aver scosso la testa. Mi tenni la testa dolorante con una mano, gemendo leggermente e la rassicurai.

"Sto bene, sto bene." Mi tirai in piedi sotto lo sguardo delle ragazze, con l'aiuto dell'insegnante, che mi toccava come si dovrebbe fare con un oggetto raro e delicato.

"Va bene così, direi che per oggi è abbastanza, ragazze. Grazie per l'aiuto." 

Le quattro si avviarono verso lo spogliatoio, mentre io rimasi un istante a fissare il viso della Lovato, che mi stava sorridendo.

"È andata meglio del previsto. Almeno, fino a quando non hai deciso di fare un salvataggio di faccia." Cercò di scherzare, allungando la mano verso il mio volto dolorante. Eravamo vicine, molto vicine. Mi sovrastava di almeno una quindicina di centimetri, e non so perché, mi ispirava sicurezza. Le sue dita mi sfiorarono lo zigomo dolorante. Chiusi gli occhi e serrai le labbra per non gemere nuovamente al dolore. Non volevo mostrarmi debole, non tanto almeno.

"Cabello, vieni a farti la doccia." Alle mie spalle la voce di Lauren risuonò alta. Dannata ragazza. Il suo sembrava quasi un ordine, mi sentii in dovere di voltarmi. I suoi occhi schizzarono per un attimo al livido, poi tornarono nei miei. Era all'ingresso dello spogliatoio, sembrava fissarci con astio.

"Non - non ho nulla con me, la farò a casa."

"Bene, allora sarà meglio che tu vada. Non vorrai mica raffreddarti?" Annuii, seguendola poi nello spogliatoio per recuperare i miei vestiti, senza disturbarmi ad indossarli. La gola mi si seccò quando vidi Lauren e le altre iniziare a spogliarsi con indifferenza. Mio Dio, impazzirò. Mi dissi, mentre l'altra parte di me si chiese: Perché non ho iniziato prima a fare sport?

La corvina si tolse la maglietta ormai completamente sudata, regalandomi la visione della sua schiena bianca, immacolata. Le altre ragazze mezze nude passarono in secondo piano, per me non esistevano da quando i miei occhi se erano soffermati su di LEI.

Una visione, una dea.

Aprì un armadietto, mettendosi di lato rispetto a me. I miei occhi centellinarono la pelle scoperta del suo torace, con quel reggiseno sportivo che sembrava implodere a causa di quelle tette morbide che aveva.

Devo uscire di qui. ORA.

Presi la mia roba ed uscii. Nessuno doveva capire quanto mi attraessero le donne, soprattutto una che mi detestava un bel po'. Dovevo ricordarmi che per quello avrei potuto passare un bel po' di guai.

Uscii quasi correndo dallo spogliatoio, scontrandomi con un torace pieno di muscoli.

"Sta' attenta, bellezza." 

"S-si scusa." Balbettai verso il ragazzo alto e sorridente che non avevo mai visto prima. Se avesse avuto un paio di tette come quelle di Lauren, lo avrei notato di sicuro.

Uscii dalla palestra e ripresi a respirare normalmente. Almeno per un po'.

Invisible Chains - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora