"Com'è possibile? Non c'era nessun rischio valanga, e ne sono venute giù già due." La corvina rifletteva, facendo avanti e indietro nella stanza minuscola. Io ero ancora concentrata sulle sensazioni che il mio corpo aveva provato a contatto col suo quasi nudo, per comprendere fino in fondo quello che andava farfugliando. Un rumore attirò la sua attenzione, facendomi imbarazzare.
"Hai fame?" Mi chiese, ridacchiando. Era ormai pomeriggio inoltrato, forse addirittura sera, e avevo davvero bisogno di mandare qualcosa di solido nello stomaco, accompagnato da due di quelle pastigliette che mi lenivano il dolore.
"Tu no?" Le chiesi di rimando. Lei alzò le spalle, guardandosi intorno. "Spera solo che in quegli scatoloni ci sia qualcosa di commestibile, altrimenti ci tocca mangiare la roba scaduta."
Buttai la testa indietro, sospirando. Poteva andare peggio di così? Eravamo infreddolite, doloranti ed affamate. La cagnolina accanto a me dormiva beata, mi trasmetteva un senso di calore fisico e mentale. Presi ad accarezzarla, mentre riflettevo sulla situazione in cui eravamo. Una bella situazione di merda. Le mie sensazioni negative furono cancellate in un attimo dal cibo che Lauren mi portò sotto il naso. Contente, iniziammo entrambe a mangiare, affamate.
Era seduta accanto a me, la sua coscia nuda sfiorava la mia coscia nuda. Era davvero una bella sensazione, ma feci finta di non darle importanza. Come poteva quella ragazza scatenarmi tanta antipatia e tanta attrazione sessuale insieme? Non avevo risposte a questo.
"Cosa pensi sia successo?" Indicai con la testa l'esterno, cercando di ammazzare il tempo e i miei pensieri variopinti che spaziavano dalle sue gambe scoperte, alle sue tette che poco prima mi erano arrivate in faccia.
"Mh... Non lo so, magari delle previsioni sbagliate." Continuammo a mangiare in silenzio per un po', finché la cagnolina non mi saltò addosso, tentata dal cibo. Il dolore che provai alla caviglia fu enorme, non ebbi nemmeno il tempo di urlare che vidi tutto nero nel mio campo visivo. Sentivo in lontananza la voce di Lauren che mi chiamava, e mi aggrappai a lei per non perdere completamente conoscenza.
Sbattei le palpebre un paio di volte, rimettendo a fuoco la vista, mentre le braccia di Lauren mi sostenevano.
"Ehi... Camila... Ehi, dai riprenditi."
"Ci... Ci sono." Tentai di rimettermi a sedere, e non ci sarei riuscita senza l'aiuto della corvina.
"Ti prendo gli altri antidolorifici." Mi disse alzandosi. Tornò con altre due pastiglie in mano, e le buttai giù subito, senza nemmeno bere.
"Non c'è qualcosa di più forte?" Chiesi al limite della disperazione. Lei scosse la testa, sembrava dispiaciuta. "Dammene ancora." La pregai.
"Potrebbero farti male."
"Ho già male, Jauregui." Le feci presente, perdendo la calma. "Il mio fottuto piede è rotto, se non te ne sei accorta, e fa un male boia."
"Woah, calmati Cabello. Forse..." La vidi riflettere a lungo, era titubante.
"Cosa? Se hai una soluzione dillo, cazzo, che non ne posso più." Mi vennero le lacrime agli occhi, e forse fu quello a convincerla.
"Potrei averla, ma devi giurare che quello che facciamo o diciamo qui dentro, resterà qui dentro. Non ne parleremo mai con nessuno."
"Mi stai proponendo del sesso o cosa?"
Si morse quelle stupende labbra rosse che aveva, prima di rispondermi."No. Prometti o non se ne fa nulla."
"Ok, ok. Prometto." Le dissi frettolosa. Avevo bisogno di qualcosa che mi facesse passare il dolore. Qualsiasi cosa. La vidi allontanarsi, e rovistare fra la sua roba per un po', poi alzarsi vittoriosa con qualcosa tra le mani.
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Invisible Chains - Camren
FanficLauren Jauregui e le sue amiche conoscono Camila Cabello solo di vista, è una ragazza della loro stessa scuola che è quasi un fantasma, finché quest'ultima decide di prendere in mano la propria vita e reagire.