Capitolo 27

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La mano di Lauren sulla spalla, mi risvegliò dai miei pensieri.

"Devi mangiare qualcosa, Camz." Al solo sentire 'mangiare' il mio stomaco si contrasse per l'ennesima volta. Corsi in bagno, vomitando quel po' di acqua che avevo mandato giù poco prima. La corvina, che mi aveva seguita ancora una volta in bagno, mi tenne i capelli, lasciandomi delle piccole carezze. Quando mi ripresi, mi porse lo spazzolino già con il dentifricio su. Si, ormai avevo uno spazzolino nel bagno di Lauren, visto che passavo molte notti lì. Mi lavai i denti, uscendo poi dal bagno nel momento esatto in cui Dinah, Ally e Mani entravano, con sguardo preoccupato.

"Quanto cazzo ci avete messo?" Chiese la corvina, agitata quanto me.

"Laur, siamo arrivate in periferia per trovare una farmacia sperduta dove non ci avrebbe potute riconoscere nessuno." Spiegò Mani, tirando fuori le confezioni che avevano acquistato per me. Erano passati poco più di due mesi da quando mi ero fatta scopare da quel barista, il ciclo era in ritardo, e io avevo una continua nausea.

"Non è possibile." Mormorai per convincere più me stessa che le altre. Lauren mi abbracciò da dietro, dandomi un leggero bacio sul collo.

"Andrà tutto bene, Camzi. Qualsiasi sarà il risultato, sappi che noi ci saremo."

"Ne abbiamo prese due confezioni da due. Sai... per essere sicure..." Dinah mi allungò i test.

"Vedrai che ti sono saltate solo per una questione di stress." Cercò di rassicurarmi Mani.

"Devi solo farci la pipì sopra, poi dopo tre minuti avremo i risultati." Mi disse dolce Ally. Mi tremavano le gambe, e le mani altrettanto, ma presi quei dannati test di gravidanza, e mi diressi verso il bagno della corvina. Due minuti dopo i quattro test erano sulla sua scrivania. Le mie amiche si misero a fissarli, mentre io non ci riuscivo. Mi lasciai cadere a sedere sul letto, non riuscendo a sostenere il mio peso sulle gambe. Mi portai le mani tra i capelli, mentre fissavo il vuoto. C'era un silenzio surreale. Passarono i secondi, poi i minuti.

Dopo quella che sembrava un'eternità, sentii in lontananza la voce di Lauren.

"Positivo." Mormorò, incredula.

"Positivo." Confermò DJ, fissando il secondo test.

"Positivo." Anche il terzo, quello che osservava Ally.

"Positivo." Anche quello controllato da Normani.

"C-Camz, s-sei... sei incinta." La voce della corvina mi accompagnò nell'oblio, mentre svenivo.

***

Ripresi i sensi lentamente, mentre una mano delicata mi accarezzava la testa.

"Ehi." Mormorò Lauren, che mi stava cullando. Avevo la testa sulle sue gambe, mentre DJ era seduta accanto a me e mi teneva la mano tra le sue. Avevano uno sguardo preoccupato. Per un momento mi chiesi il perché, poi mi ricordai dei test di gravidanza. 

Ero incinta.

Io, Camila Cabello, aspettavo un bambino.

Madre, io? Come avrei fatto? Non sapevo nulla di bambini. Ero minorenne, e sola. Come avrei fatto? Avrei voluto avere mia madre accanto in quel momento, o aver visto mia sorella nascere e crescere, per avere un po' di esperienza, anche indirettamente.

Gli occhi mi si riempirono di lacrime, e mi voltai contro Lauren iniziando a singhiozzare. La sentii sussultare leggermente, solo dopo capii di avere la testa esattamente tra le sue gambe, ma in quel momento non me ne importava nulla. Volevo solo nascondermi e cancellare tutto.

Cercarono tutte di confortarmi, ma mi calmai solo quando le lacrime finirono. Quella notte dormimmo tutte insieme in camera di Lauren, mi coccolarono per tutto il tempo, cercando di farmi sentire il loro appoggio. Eravamo rimaste solo io e Lauren sveglie, la corvina mi teneva stretta contro di sé. Mi aggrappai alla sua maglietta, facendomi forza per evitare di piangere ancora una volta. Lauren mi alzò il viso, per incrociare i suoi occhi con i miei.

"Andrà tutto bene, Camz. Noi ci saremo. Io ci sarò." Cercava di darmi forza, una forza che non avevo. Poi di nuovo le sue labbra delicate sulle mie. Ormai era diventato normale tra noi baciarci sulle labbra, quando eravamo sole. Erano sempre dei semplici baci a stampo, ma mi facevano sempre tremare. Anche se lei era ancora fidanzata con Billie. Era un nostro segreto, non ne parlavamo, ma era qualcosa che ci faceva stare bene e sentire sempre più unite.

"T-ti stancherai di me. Ti stancherai di... di questo." Mormorai con le lacrime agli occhi, prima di sentire le sue labbra premere con più forza sulle mie labbra. All'improvviso la sua lingua si insinuò nella mia bocca, facendomi ansimare più dallo stupore che altro, ma ricambiai subito. Era un bacio dolce, pieno di sentimenti e di parole non dette. Durò pochi secondi, poi si allontanò, non prima di mordicchiarmi il labbro inferiore. Poi ancora un piccolo bacio, prima di vedere il suo sorriso e sentire il suo abbraccio farsi più forte. Infilai la mia testa sotto il suo collo, sentendola ridacchiare, e finalmente mi addormentai.

***

Avevo costretto le ragazze ad andare a scuola, rassicurandole che sarei andata a casa a riposare. Scesi dall'autobus, camminando verso il locale che era lì vicino. Sperai che ci fosse. Cosa gli avrei detto? Non ebbi il tempo di pensarci, che lo vidi uscire con un sacco della spazzatura tra le mani. Si avviò in un vicolo che portava dietro al locale. Lo raggiunsi, non si era accorto di me. Si liberò del peso, buttandolo con facilità nel cassonetto. Presi un respiro profondo e lo chiamai.

"E-ehi, Jo." Si girò sorpreso a guardarmi, era mattina presto e lui probabilmente stava per andare a dormire. Aveva il viso stanco e un filo di barba incolta.

"Ehi, piccola... da quanto tempo..." Si avvicinò, prendendomi dalla vita e provando a baciarmi. Lo bloccai, con le mani sul suo torace muscoloso e tirandomi fisicamente indietro. "Hai voglia di farti un altro giro?" Lo spinsi via, sentendo quelle parole.

"D-dobbiamo parlare." Indurì il viso, allontanandosi da me.

"Se non vuoi scopare, non abbiamo nulla da dirci." Rispose freddamente.

"A-aspetta Jo. I-io sono incinta." Confessai di botto, cercando di non far tremare troppo la mia voce.

"Senti ragazzina, non ricordo nemmeno come cazzo ti chiami." Si avvicinò minaccioso, e io feci un passo indietro impaurita. "Non provarci, hai capito? Non ho soldi da farmi scucire, se è a quello che punti."

"N-no, io" Non mi lasciò nemmeno finire.

"E anche se fosse vero," continuò senza darmi tempo di parlare, "potresti essere stata con chiunque. Quindi se non sei qui per farti dare una ripassata, vedi di tornartene da dove sei venuta, puttanella." Mi ringhiò quasi in faccia.

Ero terrorizzata, avevo iniziato a piangere senza nemmeno accorgermene.

"S-sei l'unico uomo c-con il quale ho"

"Non me ne fotte un cazzo!" Mi urlò in faccia, a pochi centimetri dal viso. Gli si era gonfiata una vena sulla fronte, e i suoi occhi mostravano la sua furia. "Trova un altro cretino da incastrare, oppure risolvi il problema. Ma vedi di non farti più rivedere, troia." Mi spinse a terra con tutta la sua furia, voltandosi per poi andarsene.

Mi tirai le gambe al petto e piansi per qualche minuto, singhiozzando in silenzio. Quando finalmente mi calmai, mi rimisi in piedi con difficoltà, e mi avviai verso la fermata dell'autobus. Dovevo avere proprio un brutto aspetto, perché una signora mi chiese se andasse tutto bene. No, cazzo, va tutto a rotoli. Volevo solo rifugiarmi tra le braccia di Lauren, avevo bisogno di lei.

Sconsolata, tornai a casa, sollevata di non trovare nessuno ad aspettarmi. Mi feci una doccia calda, sperando di rilassare i nervi, poi mi buttai sul letto, indossando solo un paio di mutandine e una maglietta che avevo rubato a Lauren. Ero scossa, sconvolta, confusa ed impaurita. 

Nel movimento, la maglietta si sollevò sul mio addome, e con la punta delle dita, tremanti, lo accarezzai. Non riuscivo a credere che ci fosse una vita lì dentro, nella mia pancia. 

Dovevo fare solo una cosa: prendermi cura di lui. E lo avrei fatto, anche se da sola.

Invisible Chains - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora