Capitolo 2

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"Ehi, Laur... Allora, per stasera tutto confermato?" Chiese Mani, insospettita dalla videochiamata a quattro che aveva appena organizzato la corvina.

"No, Mani... In realtà ho chiamato proprio per questo. Che palle."

"Che succede?" Chiese Ally, preoccupata. Era indubbiamente la più ansiosa tra le quattro, si preoccupava sempre di tutte loro.

"Non ci crederete mai." Sbruffò lei.

"Dai, parla. Hai un appuntamento romantico?" Provò Dinah, ironicamente.

"Magari!" Si passò una mano tra i capelli. "Devo andare a cena con i miei, dal capo di mio padre... Il signor Cabello."

"Cooooosa?" Chiesero le tre in contemporanea.

"Si, uff." Tirò fuori un sospiro rassegnato. "Che palle, sicuramente ci sarà anche quella strana." Disse, riferendosi a Camila.

"Ti ricordo che quest'estate, quando eri ubriaca, l'hai definita fottutamente sexy e hai detto che te la saresti scopata volentieri." Rise Normani, facendo arrossire l'amica, che nonostante tutto, continuava a pensarlo.

"Si, ok, sarà anche sexy... Ma ciò non toglie che sia anche strana, e non poco. Dovete trovare un modo per salvarmi, mi dovete tirare fuori da questa cena."

"No-no." Negò Normani. "Non ho voglia di far incazzare di nuovo Mike e Clara. Non ci pensare proprio." Lo sguardo supplicante della corvina non serviva a nulla, le altre stavano tutte negando con la testa.

"Belle amiche che siete." Disse, concludendo la videochiamata, anche se non era realmente arrabbiata con loro. Lanciò il telefono sul cuscino del lato libero del suo letto matrimoniale. Ci aveva provato ad evitare quel supplizio, ma non aveva avuto fortuna.

"Laur." La voce di sua madre la fece sobbalzare. "Spero per te che tu sia quasi pronta, perché fra dieci minuti andiamo. Datti una mossa."

La ragazza saltò giù dal letto, liberandosi dell'asciugamano che aveva tenuto stretto addosso durante la chiamata, e iniziò a prepararsi per la cena. Si mise un vestitino a fiori molto semplice, sui toni del verde acqua, un filo di rossetto, un tocco di mascara e via. Meno di venti minuti dopo, stavano bussando alla porta di casa Cabello. O meglio, dell'enorme villa Cabello.

Venne ad aprire un uomo molto giovane, sui trentacinque anni. Suo padre gli tese la mano, salutandolo con rispetto, e Lauren capì che era il suo capo. Si meravigliò della sua giovane età, quindi immaginò che Camila probabilmente era stata un 'incidente di percorso'. L'uomo li fece accomodare nella sala da pranzo, vasta ed elegante, offrendo loro dei drink, analcolici per i minorenni, mentre sua moglie entrava con portamento fiero ed elegante.

Lauren si ritrovò a pensare ancora una volta a Camila. Anche sua madre era giovanissima. Mentre i suoi genitori, però, sembravano arroganti e sicuri di loro, la figlia era l'esatto opposto. La corvina si guardò intorno con curiosità. Era turbata dal doverla rivedere per la seconda volta quel giorno, ma allo stesso tempo eccitata all'idea di vedere Camila nel suo ambiente. Incuriosita da lei all'esterno delle quattro mura della loro scuola. Un lieve rumore di tacchi attirò la sua attenzione.

Sulla cima delle scale, Camila, vestita con un abitino nero che le arrivava a metà coscia e dei tacchi non troppo alti, iniziava a scendere verso di loro. A scuola indossava sempre jeans e magliette, e Lauren si incantò a guardarla. Era a dir poco bellissima, e le aveva appena rubato il fiato. Incrociò per un attimo gli occhi con i suoi, e capì dalla sua espressione sconvolta che la cubana non si aspettava di vederla in casa sua. Lauren si leccò le labbra per inumidirle, e si sforzò per riprendere a respirare normalmente.

Arrivata alla fine delle scale, suo padre le mise le mani sulle spalle, spingendola quasi verso gli ospiti. Lauren si accorse che la sua coetanea era infastidita dal contatto, e infatti dopo qualche istante la vide allontanarsi da lui. Si presentò ai genitori di Lauren. Indossava un sorriso falso che poteva ingannare tutti, ma non lei. Le leggeva comunque la sua solita malinconia negli occhi. Scambiò un cenno di saluto con lei e i suoi fratellini, Chris e Tay, e Lauren rispose copiando il gesto.

Invisible Chains - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora