Capitolo 13

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L'allenamento fu straziante. Correre sulla neve era praticamente impossibile, i nostri movimenti erano limitati, e i nostri muscoli indolenziti. A pranzo eravamo talmente distrutte che nessuna di noi aprì bocca. Ci rifugiammo in camera, e dopo una doccia ci concedemmo un riposino.

Svegliarsi con la consapevolezza di doverci allenare per la seconda volta in quel giorno, e soprattutto in quelle condizioni, non fu facile. Sembravamo un branco di detenute, obbligate ai lavori forzati.

Gli allenamenti si susseguirono giorno dopo giorno, lasciandoci stanche da morire. Non ebbi nemmeno la forza di sgusciare tra le lenzuola di Demi la notte, e fu un bene perché avevo due paia di occhi che mi sorvegliavano. Quelli di Lauren, freddi, e quelli curiosi di Dinah, che non si era ancora rassegnata di non sapere cosa avessi fatto la prima notte e con chi.

Shawn mi cercava costantemente, sembrava essere più energico di noi ragazze, e la terza sera, con estremo imbarazzo, acconsentii a mangiare con lui. Non era una cena romantica, o almeno non lo era per me.

Si fece riservare un tavolo da due, probabilmente allungando una generosa mancia al cameriere, con fiori e candele a decorarlo. Mi addossai alla sedia, imbarazzata sotto lo sguardo di tutti i nostri coetanei, e di Demi.

Mi accorsi anche di una ragazzina a pochi metri da noi, che non ci toglieva gli occhi di dosso. Lanciava sguardi languidi a lui, e coltelli a me.

Shawn sembrava non fregarsene di niente e di nessuno. Parlava, sorrideva, mi intratteneva. Era simpatico, dopotutto. Mi faceva ridere, con lui non mi annoiavo. Quello che mi dava noia, erano le occhiate altrui.

"Sha," lo interruppi un attimo da uno dei suoi sproloqui. Mi sorrise, contento del diminutivo. "C'è una ragazza alla tua sinistra che se potesse, mi ucciderebbe." Gli feci notare. Scosse la testa, prendendomi la mano. Fui tentata dal ritirarla, ma mi costrinsi a lasciarla lì, sotto la sua mano  che rispetto alla mia era a dir poco gigante.

"Lasciala stare, è la mia ex, Susanne. Non ha accettato che io l'abbia lasciata."

"Oh, e perché l'hai mollata?"

"Perché mi ero preso una cotta per un'altra ragazza."

"Oh." Sospirai di sollievo. Se gli piaceva un'altra, forse mi usava per farla ingelosire. Mi congelai quando continuò a parlare.

"Ti ho notata appena hai messo piede in quella palestra, e da quel momento ho perso la testa per te. Non ne era molto contenta, ma tranquilla, è innocua."

Merda. L'aveva lasciata per me, era qualcosa che non mi sarei mai aspettata. Sentii un rumore di piatti sbattuti, e mi voltai in quella direzione. Susanne, in piedi, sembrava un drago che sputa fuoco dalle narici mentre fissava la mia mano, presa da quella del mio accompagnatore. Le sue amiche la trascinarono fuori, e ingoiai, nervosa.

Innocua un par di palle. Mi dovevo ricordare di starle alla larga.

La mia attenzione fu riportata al ragazzo da una sua carezza sul dorso della mia mano. Sorrisi ancora una volta, prima di ritirare la mano. Il mio cellulare vibrò, lo sbloccai per leggere il messaggio.

D. - Dì al bamboccio di tenere le mani a posto, se non vuole trovarsi con un arto in meno. Tu sei mia.

Sorrisi al telefono, amavo la possessività di Demi. Alzai lo sguardo, cercando il suo, ma ne trovai molti su di me. Probabilmente ero la novità di cui tutti parlavano. Dinah mi fece un occhiolino, risi di lei. Ci eravamo avvicinate molto negli ultimi giorni, anche se cercavo di mantenere un po' di riservatezza. Mangiare con Shawn mi avrebbe fatto guadagnare tempo, agitando le acque per confondere la verità.

Il problema fu dopo, quando finimmo di mangiare e lui mi portò fuori, per guardare le stelle. Dio, stavo morendo di freddo, e tutto quel buio e quel silenzio mi piacevano ben poco. Rabbrividii, attirando l'attenzione del ragazzo che mi era accanto.

"Hai freddo, principessa?" Mi chiese, prima di abbracciarmi da dietro, sfiorando il mio seno con le sue braccia. Respirai a disagio, prima di lasciarmi andare e riposare la mia testa all'indietro sul suo torace, deliziandomi con il suo calore. Era davvero molto alto. Poggiò la sua testa dolcemente sulla mia, e lo sentii inspirare con il naso nei miei capelli. Non si stava per niente male tra le sue braccia.

Guardai all'insù, il cielo era sgombro dalle nuvole e una volta allontanati dall'hotel, godevamo davvero di uno stupendo panorama. Le cime innevate delle montagne, illuminate dalla luna quasi piena e da una miriade di piccole stelle, che non avevo mai potuto osservare per bene, rendevano tutto più romantico. Avendo sempre vissuto in città, non se ne vedevano tante. Lì invece era spettacolare.

"È davvero... wow... stupendo."

"Lo è." Mormorò lui a bassa voce. Sembrava quasi che non stesse parlando del panorama ma di altro. Mi voltai per indagare, e si, sembrava stesse parlando di... di me. I suoi occhi luccicavano, fissi nei miei. Con la coda dell'occhio captai un movimento, eravamo osservati. Volete giocare? Posso giocare anche io, so farlo molto bene. Mantenni lo sguardo fisso nel suo, e mi avvicinai lentamente, mettendomi sulla punta dei piedi. Lui ridusse ulteriormente le distanze, chiudendo le sue labbra sulle mie. Non erano morbide come quelle di Demi, e non sapevano di fragola come quelle di Lauren. Chiusi gli occhi nel momento in cui la sua lingua si intrufolò nella mia bocca.

Dopotutto non era così male. Era un bravo baciatore, lento ma passionale. Sentii qualcosa smuoversi nel mio ventre. Non credevo mi potesse piacere baciare un ragazzo, ma il mio corpo mi stava tradendo. Portai le mie mani tra i suoi capelli ricci per prendere il controllo del bacio, e lui me lo fece fare. Le sue mani si abbassarono sul mio sedere, stringendolo lievemente. Mi sfuggì un gemito di piacere, mentre lui prese a baciarmi il collo. Quella era una cosa che amavo particolarmente, ma il suo accenno di barba mi infastidiva. Preferivo un viso più pulito, come quello di...

Demi.

Il pensiero della mia donna mi fece strada nella mia mente, e fui subito invasa dai sensi di colpa. La stavo tradendo, giusto? Anche se era per una giusta causa, per smorzare le dicerie sul nostro conto. Per dimostrare a quelle quattro ficcanaso che ci avevano pedinati che magari era con lui che avevo una relazione. E, parlando del diavolo...

"Ok, ok, basta così Romeo." Dinah si era avvicinata e, dopo avermi presa dal polso, mi trascinò lontana da lui. Avrei dovuto ringraziarla, ma non potevo, così feci la mia parte.

"Che diavolo, Dinah!" Strattonai il braccio per liberarmi dalla sua presa. "Che ti dice la testa?"

"A me?!? Oh, andiamo Cabello, non dirmi che ti piaceva baciare quel tizio."

"In effetti si, è un bravo baciatore." Le confermai sinceramente. Ormai eravamo vicine alle altre, vidi e soprattutto sentii lo sguardo di Lauren su di me.

"Beh, la Lovato ci ha mandate a cercarti. Sembra che domani avremo un allenamento extra e ci ha consigliato di andare a dormire."  Disse Ally.

"Sembrava più un ordine, in effetti." Brontolò Lauren, guardando altrove. La sorpassai impettita, mantenendo la mia immagine di ragazza scocciata dall'interruzione.

"Guastafeste." Dissi, rientrando nell'hotel, seguita a ruota da loro. Mi voltai appena per cercare con lo sguardo Shawn, che ci seguiva a breve distanza. Mi lanciò un occhiolino, io gli sorrisi.

Arrivate in camera, dopo dieci minuti erano tutte a letto. La mia mente non mi permetteva di riposare, così presi il mio quaderno e mi rifugiai sul pavimento del bagno. Con l'aiuto di una semplice matita, riprodussi il paesaggio osservato quella notte. Disegnare mi aiutava a svuotare la mente, ma quella sera non sarebbe bastato. Recuperai il mio cellulare facendo partire la chiamata. Dopo tre squilli, finalmente sentii la sua voce.

"Dem, piccola..."

Invisible Chains - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora