Ero in auto con i miei genitori, l'incubo continuava come al solito. All'improvviso guardai le mie mani, erano le mani di un'adolescente, non più quelle di una bambina.
"Mamma?" Provai a chiamare, ma i miei genitori avanti continuavano come da copione, ignorando la novità. Anche la mia voce era quella di un'adolescente, così come l'aspetto, che intravidi dal riflesso del vetro.
"Ci sono io, bimba." Le parole alla mia destra mi fecero urlare dalla paura. In auto, nei sedili posteriori con me, c'era Demi. E mi sbottonava i pantaloni.
"No, ferma, fermati. Papà, ferma la macchina!" Ma lui non mi sentiva, continuava a tenere la mano di mia madre mentre io cercavo di allontanare le mani di Demi dalla mia intimità, senza riuscirci.
Il camion, lo sentivo arrivare, mentre sentivo le mani della donna accanto a me entrarmi nelle mutandine.
"No! NO!" Urlai forte.
"Camz, Camz svegliati, è solo un incubo, sveglia!"
Aprii gli occhi, soffocando un urlo. Ero in panico, avevo il cuore in gola che batteva all'impazzata, mentre delle gocce di sudore mi scivolavano nel solco in mezzo al seno. Delle mani fresche mi accarezzarono il viso, mi guardai intorno riprendendo coscienza del luogo in cui ero. Lauren mi aveva tirata fuori dall'incubo degli incubi, le mie esperienze peggiori racchiuse insieme. Mi concentrai sui suoi occhi verdi, spalancati, preoccupati, e sulle sue mani sul mio volto.
"Vieni qui." Mi mormorò a bassa voce, forse per non svegliare le altre. Non me lo feci ripetere due volte, mi avvicinai lentamente a lei più di quanto non fossi prima, rifugiandomi nelle sue braccia. All'inizio ero tesa per il contatto, poi man mano il mio corpo si rilassò riconoscendo il suo. Lauren mi accarezzava i capelli con una mano, la schiena con l'altra. Mi rilassai totalmente con il suo tocco, ma soprattutto con il suo profumo dolce, riprendendo il controllo del mio respiro, e mi riaddormentai in pochi minuti grazie alle sue carezze.
Mi risvegliai con il suo odore ancora presente, il suo calore, le sue mani sulla mia vita. Probabilmente era sveglia, sentivo un suo dito accarezzarmi leggermente il braccio. Ero ancora quasi completamente su di lei. Mi strinsi ancora di più al suo corpo, aggrappandomi ai suoi fianchi, con un'emozione che voleva farmi esplodere il petto. Avrei voluto svegliarmi sempre così.
"È sveglia." La sentii ridacchiare. Capii che dovevano essere tutte sveglie. Non volevo però lasciare quel paradiso per nessun motivo al mondo.
"Non è vero." Mormorai. La sentii rabbrividire, visto che avevo parlato con la bocca schiacciata sulla parte alta del suo seno. Uh. Le si era inturgidito il capezzolo, potevo sentirlo bene sotto il tessuto della maglietta. Quanto avrei voluto prenderlo tra le mie labbra e succhiarlo forte. Avevo letteralmente l'acquolina in bocca.
"Dai, dormigliona, sveglia." Le parole di Dinah arrivarono pochi istanti prima di essere scoperta. Il freddo mi costrinse a lasciare la presa sulla corvina e alzarmi, aggrottando la fronte per guardare male la polinesiana. "C'è la colazione." A quella parola, il mio stomaco brontolò. Non credevo di avere tanta fame.
"Sarà meglio per te che sia vero." Brontolai, stropicciandomi l'occhio. Normani mi passò accanto, dandomi una pacca sul culo che mi fece sussultare, mentre Ally mi prese la mano, guidandomi in cucina.
Mi sentivo una bambina coccolata da tutte loro, era troppo bello per essere vero. E infatti finì presto.
"Io devo tornare a casa." Annunciò Lauren dopo la colazione. "Camz, vuoi un passaggio?" Intravidi il balletto di felicità di DJ dietro la corvina, e non so come mi trattenni dall'alzare gli occhi al cielo. Raccolsi la mia roba, e dopo aver salutato le ragazze, saltellai dietro quel culo d'oro con l'aiuto della mia amata stampella. Lauren mi aprì lo sportello, richiudendolo quando ero poi salita in macchina. Partimmo, circondate dal silenzio, finché non accostò in una zona tranquilla. Mi guardai intorno confusa, mentre lei si girò con il busto a guardarmi.
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Invisible Chains - Camren
FanficLauren Jauregui e le sue amiche conoscono Camila Cabello solo di vista, è una ragazza della loro stessa scuola che è quasi un fantasma, finché quest'ultima decide di prendere in mano la propria vita e reagire.