Capitolo 17

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Riaprii gli occhi, infastidita dal feroce pulsare del mio piede, che si ripercuoteva anche nelle mie tempie.

Mi guardai intorno, cercando con lo sguardo Lauren, che non era lì. Doveva essere in bagno, non c'era molta scelta. A meno che non fosse riuscita ad uscire dalla nostra prigione e mi avesse lasciata lì da sola, in balìa degli eventi. Lo avrebbe fatto? Speravo sinceramente di no. Mi accorsi che qualcosa era cambiato in quella stanza. C'era una lieve illuminazione, grazie ad una lampada portatile, i nostri vestiti erano stati sistemati in modo da potersi asciugare, e il divano era stato aperto e coperto. Ero stata anche riscaldata con un'ulteriore coperta.

Sentii un rumore provenire da quella porta, poi ne uscì la ragazza più bella, antipatica e intrattabile della scuola. La coperta che aveva indosso le lasciava le gambe scoperte, ed era tutto un bel vedere. Dissimulai il mio sguardo, ma pochi istanti dopo mi voltai di nuovo verso di lei, richiamata dalla sua voce roca.

"Bene, ti sei svegliata. Prendi due di questi." Non appena si avvicinò, mi passò due compresse e una vecchia tazza scolorita con dell'acqua dentro.

"Cos'è?"

"Antidolorifici. Almeno questi non sono scaduti." Disse allontanandosi. Non me lo feci dire due volte e li mandai giù con un sorso d'acqua. Speravo che il dolore diminuisse, mi stava facendo ammattire.

"Dove li hai trovati?" Chiesi, più per ammazzare il tempo e il silenzio, che per vera curiosità.

"In bagno, c'è una scatola con dei medicinali." Mi rispose con sufficienza. Ok, non voleva parlare? Allora non avrei parlato neanche io. Mi allungai verso il mio zaino, che era rimasto per terra tutto il tempo. Rischiai anche di cadere dalla sedia, ma recuperai l'equilibrio precario senza farmi male. E senza far notare la mia goffaggine. Lo aprii, prendendo il mio fedele quaderno, e mi lasciai trasportare dalla magia delle mie matite.

Non so quanto tempo fosse passato, sentii solo la voce di Lauren, spaventata.

"Cos'è stato?"

"Cos'è stato cosa?" Ero talmente immersa nei miei disegni che non avevo sentito nulla. Vidi Lauren scuotere la testa, poi la voltammo entrambe in direzione di un angolo che era rimasto sempre buio. Questa volta l'avevo sentito anche io. C'erano degli scatoloni, e indubbiamente c'era qualcosa lì dietro. La prima idea che mi venne in mente, fu quella di un topo. Saltai in piedi, facendo cadere la mia roba per terra. Il dolore alla caviglia fu intenso, ma indietreggiai verso Lauren, saltellando nonostante le fitte. Cercavo di tenermi su la coperta che cercava scivolarmi sulle spalle, e lo faceva nonostante i miei tentativi di tenermi al coperto in quell'ambiente gelido.

"Che diavolo è stato?" Chiesi questa volta io, vedendo lo sguardo terrorizzato della corvina. Eravamo con le spalle al muro, bloccate con qualcosa di vivo che si muoveva.

"Va a vedere." Mi disse.

"Cosa?!?! Sei impazzita? La girl scout sei tu, vacci tu a vedere!"

Mi fissò negli occhi, respirava pesantemente.

"Ho paura dei topi." Mi confessò all'improvviso.

"Oh, io invece li adoro, con quelle zampettine e i dentini..." Mi guardò come se fossi impazzita, ignorando totalmente la mia ironia. Mentre discutevamo, uno degli scatoloni si rovesciò, facendoci urlare entrambe dallo spavento. Ci eravamo avvicinate, spalla a spalla, e guardavamo verso l'angolo buio. Un lieve fruscio ci fece trattenere l'aria.

L'illuminazione scarsa non ci faceva vedere cosa si stesse avvicinando a noi, ma il rumore di zampette era distinto. Probabilmente eravamo entrambe vicine all'infarto.

Quando alla fine vedemmo spuntare il musetto di un cagnolino, tirammo entrambe un sospiro di sollievo.

"Deve essersi rifugiato qui subito prima della valanga." Disse Lauren, avvicinandosi. Il cane, spaventato, corse indietro, mentre la corvina si era abbassata sulle ginocchia e parlava con voce dolce e calma, cercando di attirare l'ospite inatteso.

Invisible Chains - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora