Il soccorritore fu di parola, tempo due ore e la porta del capanno fu aperta. Lauren uscì sulle sue gambe, io fui presa in braccio da un uomo di mezza età che mi sollevò come se fossi una piuma. Arrossii quando mi sorrise, mi sentivo al sicuro.
"La cagnolina!" Lo bloccai. Mi guardò confuso, poi continuai. "Dentro c'è una cagnolina con i suoi cuccioli, li ha avuti da poche ore. Non la possiamo lasciare lì da sola."
"Ok, principessa, mando qualcuno a prenderli." Il mio viso probabilmente diventò quello di un peperone. Ci portarono verso l'hotel, vidi Demi e le amiche di Lauren correrci incontro a metà strada. E con loro, i genitori di Lauren. Abbassai lo sguardo, non volevo vedere la loro reazione nel riabbracciare la figlia, perché non sarebbe successa la stessa cosa a me. Il soccorritore mi fece scendere piano, mi ritrovai tra le braccia di Demi che mi baciò appassionatamente, stringendomi a sé, incurante di tutti. Mi allontanai, con un senso di colpa che mi attanagliava il petto, e conscia degli sguardi degli altri. Lauren ci fissava, e non solo lei.
"Piccola, Dio, non sai quanto ero preoccupata per te."
"D-Demi, ci stanno guardando tutti." Provai a prendere le distanze.
"Al diavolo, chi se ne frega. Mi basta solo che tu stia bene." Io evitavo il suo sguardo, imbarazzata. "Stai bene, vero?" Mi fissai la caviglia, ancora bloccata nella fasciatura fatta da Lauren.
"Credo che la mia caviglia sia rotta." Alzai lo sguardo, lei mi scrutava... fissava il mio collo. Cazzo, il succhiotto. Forse potevo farlo passare per un livido. Il momento fu interrotto da un uragano che mi stritolò. Un uragano di nome Dinah Jane.
"Mila!" Disse, sollevandomi e stringendomi tanto da togliermi l'aria. "Eravamo così preoccupate per te."
"Per me?" La fissai, incredula, poi fissai anche Ally e Normani che si avvicinarono a me, abbracciandomi. Mi veniva da piangere.
"Ehi, ehi, va tutto bene." Mi rassicurò, preoccupata dai miei occhi lucidi. Imbarazzata, spostai il peso sulla caviglia rotta, innescando una fitta di dolore che mi fece barcollare. Sentii le mani di Dinah e Demi sui miei fianchi, poi la mia coetanea, tenendo gran parte del mio peso, si voltò verso la nostra insegnante, e fredda, le disse:
"Ci pensiamo noi qui." Non capivo cosa stesse accadendo, si lanciavano delle occhiatacce non indifferenti. "Credo che sia arrivato il preside, poco fa. Perché non va a rassicurarlo sulle condizioni delle due studentesse?" Alla minaccia velata del preside, Demi si ritrasse, fissandoci entrambe. Poi si voltò e si allontanò rapidamente, senza dire altro. Doveva essere incazzatissima.
"Ma che..." Provai a protestare. Demi era sempre stata brava con me, era un mio punto fermo, non si meritava di essere trattata così, nonostante sapessi bene di non amarla. A dirla tutta, non meritava nemmeno di essere tradita, nessuno lo meritava. Mi fissai le mani, prima che Dinah le prendesse, mentre si girava di spalle e se le portava al collo.
"Salta su, sono il tuo passaggio fino all'hotel." Mi tirò sulla sua schiena, d'istinto mi diedi una spinta con il piede non infortunato e mi ritrovai sulle spalle. La bionda ridacchiò. "Sei un peso piuma, pesi meno di alcuni dei miei fratelli. E pensare che tutto il peso è concentrato sul culo!" Non so come fece, mi tirò una sonora pacca proprio su una delle natiche. Mi scappò una risata, mentre mi tenevo forte a lei.
Ero contenta che fosse entrata nella mia vita.
Arrivammo all'hotel, Dinah mi lasciò sulla barella dell'ambulanza, mentre Lauren rassicurava tutti di stare bene e non aver bisogno di cure mediche.
"Ti accompagna qualcuno in ospedale?" Scossi la testa alla domanda dell'infermiere, era in quei momenti che pensavo di più al pezzo della mia vita mancante. Ero così sola. Stavano per chiudere le porte dell'ambulanza, quando il preside ci bloccò. Mi agitai.
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Invisible Chains - Camren
FanfictionLauren Jauregui e le sue amiche conoscono Camila Cabello solo di vista, è una ragazza della loro stessa scuola che è quasi un fantasma, finché quest'ultima decide di prendere in mano la propria vita e reagire.