Capitolo 36 - EPILOGO

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Mi feci coraggio e finalmente misi la chiave nella toppa, girandola piano ed entrando in casa sua come una ladra. Lei mi aveva detto mille volte di fare come se fosse casa mia, ma ero ancora sulle mie. Il piano inferiore era immerso nell'oscurità, e per un attimo ebbi paura di non trovarla. Decisi di provare in camera sua, così salii in silenzio, cercando di non far rumore nel caso lei stesse dormendo.

Spalancai piano la porta della sua/nostra stanza, trovandola buia e vuota. Un senso di delusione mi invase. Non era lì, forse era uscita. Speravo fosse con le nostre amiche, ma recuperando il cellulare dalla borsa non notai alcuna notifica. Avrebbero avvisato anche me se si fossero viste. Digrignai i denti, pensandola con qualcun altro. E se fosse ad un appuntamento? No, non potevo pensarla con qualcuno che non ero io, non più. Volevo fosse mia, solo mia. Lasciai cadere la borsa sul letto, dove stavo per lanciarmi disperata, quando un rumore mi fece sorridere.

Era una musica soffusa quella che sentivo provenire dal bagno? Mi avvicinai cercando di non far rumore e poggiando l'orecchio alla porta, confermai la sua presenza in quella stanza. Non volevo essere indiscreta o impicciona, ma qualcosa mi spinse ad aprire piano la porta, e sbirciando all'interno la trovai. Il mio cuore prese ad andare più veloce, molto più veloce. Aprii la porta e mi poggiai all'uscio, ammirandola in pieno.

Camila era nella vasca da bagno, gli occhi chiusi non le permisero di accorgersi della mia presenza. Con i capelli raccolti in uno chignon disordinato sulla testa, il collo poggiato al bordo vasca, si stava rilassando ascoltando un po' di musica in sottofondo. Permisi ai miei occhi di vagare sulla sua pelle bagnata, fino ai suoi seni semisommersi dall'acqua, che doveva essere bollente, vista la quantità di vapore che aleggiava nell'aria. Il resto del corpo era seminascosto dalla schiuma bianca. Ingoiai un fiotto di saliva alla vista dei suoi capezzoli turgidi, leccandomi poi le labbra. Era una visione, era una dea.

Rimasi ferma sull'uscio a godermi di quell'immagine fin quando lei, aprendo gli occhi, non si accorse di me. Sussultò, causando un lieve sciabordio dell'acqua. D'istinto si coprì i seni col braccio, spingendosi più giù nell'acqua, come a volersi nascondere dai miei occhi indagatori.

"L-Lo..." Balbettò. "N-non, non ti aspettavo." Disse, arrossendo. Dio, quanto la volevo!

"Lo vedo..." Le sorrisi, cercando di metterla a suo agio. "Mi fai spazio?" Chiesi all'improvviso.

"Eh?" Chiese, non capendo la mia domanda. Per tutta risposta mi sollevai il vestito sulle cosce, guadagnandomi il suo sguardo rapito, e anche un po' scioccato, mentre lo tiravo sempre più su, togliendomelo lentamente. Osservai la sua reazione, i suoi occhi bruciavano sul mio corpo seminudo, così decisi di darle altro da guardare. Tolsi il reggiseno, lasciandolo cadere accanto al vestito. Lei tirò in dentro una boccata d'aria tremolante, mentre io feci un passo nella sua direzione, ripetendole la domanda.

"Mi fai spazio?"

La vidi ingoiare a vuoto, poi annuire freneticamente. Mi fermai solo per sfilarmi le mutandine e i tacchi, arrivandole accanto completamente nuda. La mia figa era a pochi centimetri dal suo volto, e me la stava divorando con gli occhi. Vedevo le fiamme della passione brillare nei suoi occhi nocciola, e sapevo che i miei erano altrettanto infuocati.

Mi spostai dietro di lei, che scivolò in avanti dandomi lo spazio per entrare nella vasca. L'acqua era bollente come immaginavo, un odore di fragola ci avvolgeva. Mi sedetti, con le gambe ai lati del suo bacino, e con le mani sui suoi fianchi, la tirai contro di me. La mia figa si scontrò dolcemente contro il suo culo, e gememmo entrambe dal piacere. Feci risalire le mie mani sui suoi seni, massaggiandoli dolcemente mentre la spingevo indietro, contro il mio torace. Si lasciò andare con un gemito a bocca aperta, mentre mi poggiava la testa sulla spalla sinistra, e io ne approfittai per baciarle il collo esposto.

Invisible Chains - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora