Capitolo 12

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Da ragazzina inesperta ero diventata una specie di dea del sesso, e quella sera in particolare mi sentivo una dominatrice. Nonostante di solito mi piacesse essere la passiva o comunque la ragazza che viene dominata e comandata, volevo il controllo. Demi rimase sorpresa dal mio cambiamento, ma mi lasciò dominare.

"Ma non farci l'abitudine, baby."

La scopai con rabbia, e ogni volta che chiudevo gli occhi, vedevo quella stronza di Lauren Jauregui che mi rifiutava. Bruciava, cazzo se bruciava. Quando Demi raggiunse il secondo orgasmo, mi chiese di smettere. La lasciai riprendersi, ma io ero ancora eccitata, quindi le chiesi di finirmi. Mi succhiò a lungo, non riuscivo proprio a venire, e più mi agitavo, peggio era. Alla fine chiusi gli occhi e immaginai che ci fosse Lauren lì, inginocchiata tra le mie gambe aperte, a succhiare il mio clitoride dandomi anche degli sporadici colpetti con la lingua, mentre mi penetrava con le sue lunghe dita affusolate. Pochi istanti dopo esplosi.

No, non scherzo. Esplosi davvero. Non credevo di essere capace di creare un disastro simile, ma degli schizzi partivano dalla mia figa mentre i miei gemiti si facevano più forti. Demi mi chiuse la bocca con la mano, cercando di farmi fare meno rumore, mentre mi finiva. E questo mi faceva venire ancora più forte. Quasi svenni dal piacere, mentre le mie gambe crollavano sulle spalle dell'insegnante, che mi guardava più che soddisfatta.

"Cazzo." Mormorai.

"È la prima volta che qualcuna mi squirta in bocca. Dio, Cabello, che cosa sei?"

"Mi dispiace Dem, non so come sia successo..." Ero mortificata, mi sentivo così in imbarazzo.

"Ti dispiace? Sei pazza! Non farlo. Non azzardarti! Squirtare è l'equivalente dell'eiaculazione maschile, solo poche donne riescono a farlo. E ti assicuro che è stato fottutamente eccitante."

Mi schiaffeggiai il viso, ma pochi istanti dopo Demi mi stava baciando, facendomi assaggiare il mio sapore.

Merda, era buono.

***

Rientrai in camera silenziosamente, erano le sei e mezza del mattino. Avevo passato la notte da Demi, e a breve ci sarebbe stata la sveglia per il primo allenamento. Le luci erano spente, e le tende pesanti non permettevano alla luce di filtrare nella camera. Con i tacchi in mano mi chiusi la porta alle spalle, cercando di non svegliare nessuna delle quattro. Mi voltai, sembrava che fossero tutte ancora profondamente addormentate, o almeno dalle sagome lo sembravano.

La lucina che mi arrivò dritta in faccia mi fece morire dallo spavento, trattenni l'urlo che mi era salito dalla gola mentre sentivo la risata di Dinah Jane Hansen. Mi portai una mano al petto, massaggiando la zona sopra al cuore, che era impazzito dallo spavento.

"Chi l'avrebbe mai detto, la Cabello è una ragazzaccia che di notte va in giro a scopare."

"Hansen, per Dio, chiudi quella bocca! E spegni quella dannata luce." sibilai, riprendendomi ancora dallo spavento.

La spense per davvero, e sospirai dal sollievo.

Raggiunsi il mio armadio, recuperando il necessario per la doccia e i vestiti da mettere per l'allenamento, dirigendomi poi verso il bagno. Stavo per chiudere la porta quando qualcuno la spinse con forza, entrando dietro di me e richiudendosela dietro.

"Hansen..." Sibilai.

"Oh, andiamo. Quanta formalità! Chiamami pure Dinah o DJ, visto che sto per diventare la tua confidente numero uno."

"Tu stai per... cosa?" Chiesi confusa.

"Falla finita." Mi disse decisa, abbassando il coperchio del water per sedercisi su. Sembrava che le cose sarebbero andate per le lunghe. La fissai, probabilmente allibita. "Allora, con chi hai passato la notte?" Continuava a squadrarmi, mi sentivo nuda sotto il suo sguardo che mi analizzava in modo malizioso.

"Tu sei fuori di testa!" Davvero pretendeva che glielo dicessi?

"Giuro che non dirò nulla a nessuno, neanche alle ragazze." Alzò gli occhi al cielo, mentre io facevo lo stesso. Pazza.

"Esci di qui, devo farmi la doccia." Imposi, cercando di essere risoluta.

"Falla." Mi rispose con tutta la calma di questo mondo.

"Esci."

"Spogliati." Dinah alzò un sopracciglio con fare malizioso.

"Esci." Riuscì a restare in silenzio per pochi istanti, prima di sorridere con tanta, tanta malizia.

"Allora avevo ragione, sei nuda lì sotto. Non è vero? Oh, che piccola puttanella." Si era alzata ed era a pochi centimetri da me, sentii le mie guance prendere fuoco.

"N-no, ti sbagli. Ora esci."

Rise talmente forte che probabilmente avrebbe potuto svegliare le altre.

"Sei una maiala." Continuò, prendendomi in giro.

"Dinah Jane Hansen!" La sgridai, arrossendo fino alla radice dei capelli. Diventò seria, avvicinandosi ancora di più e assottigliando gli occhi.

"Allora togliti il cappotto." Allungò le mani come se stesse per farlo lei stessa, d'istinto mi girai. Rise ancora più forte. "Inizi a piacermi Cabello." Insieme alla frase, mi assestò una poderosa sculacciata approfittando del fatto che io fossi girata. La natica sembrava bruciarmi. "Parlerai. Ora fatti la doccia, donnaccia, e preparati che domattina mi racconti tutto. Voglio tutti i dettagli, soprattutto quelli più sconci." Rise ancora più forte uscendo, lasciandomi allibita.

***

Rientrai nella stanza, che ora era leggermente illuminata dall'alba, tenendo lo sguardo basso. Sentivo gli occhi di Lauren su di me, e la guardai con la coda dell'occhio. Si stava stiracchiando, con i capelli arruffati e le braccia in alto. Dio, era bella anche così.

Ma dovevo ricordarmi che ero furiosa con lei. Avrebbe pagato per l'affronto di avermi rifiutata e schiaffeggiata. Dio, mi innervosivo solo a pensarlo.

Mi accorsi di quella dannata Hansen che mi teneva d'occhio, con il suo sorriso fisso sulle labbra, come se aspettasse solo delle conferme. E forse era così.

"Scendi a colazione con noi?" Mi chiese Allyson, dolce come al solito.

"No." Sarei scesa a fare colazione, ma non con loro. Ero di spalle, cercando dei guanti nell'armadio, quando un braccio mi avvolse le spalle. Sobbalzai. Dinah mi tirò verso la porta della camera che condividevo con le quattro, decidendo che la mia risposta era sbagliata.

"Ma certo che viene, questa ragazzaccia ha bisogno di energie, e poi noi due abbiamo una discussione da finire, giusto, Chancho?"

"E ora da dove esce questo soprannome?" Rise, senza darmi risposta e trascinandomi in corridoio. Allyson corse dietro di noi, mentre Normani e Lauren rimasero in camera. Arrivate nella sala comune, il mio stomaco ruggì di fronte alla vista del buffet della colazione, che vantava ogni ben di Dio. In fin dei conti erano due giorni che mangiavo poco o niente, e la fame si fece sentire. Ally e Dinah risero, mentre io arrossii dall'imbarazzo. Presi un po' di tutto, seguita dalle altre due, che mi trascinarono al tavolo con loro.

Iniziai a mangiare con foga, rendendomi conto di quanto fossi affamata.

"Ma dove lo metti tutto quel cibo?" Ridacchiò Allyson, mentre avevo la bocca piena di pancake annegati nello sciroppo d'acero. Mandai giù il boccone, ma Dinah rispose per me.

"Che domande, Ally! Le hai visto il culo?"

Sia io che la biondina di fronte a me arrossimmo, poi iniziammo a ridere, seguendo Dinah. Ok, lo ammetto, mi erano simpatiche.

Due piatti si aggiunsero sul tavolo, riempiendo gli unici posti liberi. In fin dei conti era il tavolo della 727, la nostra stanza, non potevo pretendere che le due andassero a sedersi da un'altra parte o che non facessero colazione. Le risate morirono, sotto i loro sguardi. Lauren mi guardava in cagnesco, cosa che ricambiai volentieri, mentre Normani sembrava studiarmi.

Finii la colazione in silenzio, ignorando le battutine di Dinah che faceva di tutto per mettermi in imbarazzo.

E ci riusciva alla grande.

Invisible Chains - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora