"Mi piace dominare, Cabello." Lo disse, prima di leccarsi le labbra.
"Dio Lauren, non dirmi così..." Detto così sembrò una preghiera, ma era un gemito trattenuto.
"Cosa c'è, sei in astinenza, Cabello?"
"No no..." Risi, ricordandomi dell'ultima, gloriosa scopata con Demi. "È che sono costantemente arrapata." Confessai, ancora con l'effetto della canna in circolo.
"Anche ora?" Mi chiese, sul suo volto ancora quell'espressione maliziosa. Si avvicinò, io speravo in una sua mossa. Mi rise in faccia e si allontanò da me. Sbruffai, irritata. Ora ero io a non sapere a che gioco stava giocando lei.
"Come vuoi." Decisi che l'avrei fatta soffrire un po'. Portai la mia mano destra sulla coscia, accarezzandola mentre risalivo verso su.
"C-che...? C-che...?" La corvina balbettava, sbatté un paio di volte gli occhi, seguendo poi con lo sguardo la mia mano che arrivò alle mutandine. Erano umide al tatto, come sospettavo. Tenni gli occhi fissi in quelli di Lauren, che alternava lo sguardo dal mio ventre al mio viso. Era allibita, aveva la bocca semiaperta. Mi scappò un sorriso, a vedere la sua confusione, la sua indecisione. Feci scorrere due dita lungo le labbra coperte dal tessuto, arrivando alla mia apertura, poi di nuovo su, verso il clitoride. Quando arrivai a destinazione, lasciai andare un gemito di puro piacere, ma mi costrinsi a tenere gli occhi aperti. Guardavo la reazione di Lauren. Mi fissava, aveva ancora gli occhi e la bocca spalancati, il respiro corto, le pupille nere dall'eccitazione. Dio, era così bella. Tolsi la mani dal mio ventre, solo per portarla all'interno delle mie mutandine.
Ero bagnata al limite dell'inverosimile. Le mie dita scivolarono facilmente fino al mio ingresso, e fissando Lauren, entrai con due dita dentro di me. Lei sussultò, e anche io. Sembrava che mi stesse scopando lei. Averla lì a pochi centimetri di distanza, a fissarmi, con il suo profumo misto al mio, mi rendeva fuori di testa. Forse era ancora l'effetto dello spinello, o forse era l'effetto che aveva lei su di me.
Uscii e rientrai rapidamente, sentendo l'eccitazione salire alle stelle. Lei osservava rapita i miei movimenti. La vidi avvicinarsi lentamente, ma la fermai con l'altra mano, tesa a tenerla lontana. Non gliel'avrei data vinta, per quanto bramassi le sue mani su di me. Potevo farcela a resisterle, vero?
"Ti... ti prego..." Mormorò, mentre io continuavo le mie carezze. Quelle due parole. Lei mi stava pregando. Allargai ancora di più le cosce per andare più in profondità, mentre con il pollice presi a stuzzicarmi il clitoride. I miei gemiti si facevano ancora più forti, avevo perso ogni inibizione.
Con i miei movimenti, la coperta mi scivolò definitivamente dalle spalle, scoprendomi totalmente i seni. I miei capezzoli erano completamente turgidi, tanto da far male. Ritirai la mano che la teneva a distanza, portandola sul mio seno sinistro. Lo strinsi duramente, Lauren gemette al mio posto. La vidi stringere le cosce con forza. Riprovò a diminuire le distanze.
"Non ci provare, Jauregui, se no smetto." Le dissi con il fiato corto. La mia frase la bloccò, era indecisa. Continuai a stimolarmi, ormai mancava poco. Vidi Lauren rassegnarsi, prima di portare la sua mano verso le proprie mutandine. La coperta le scivolò via, eravamo entrambe coperte solo dagli slip. Che visione. I seni si muovevano dolcemente con i suoi movimenti, erano ipnotici.
Quando finalmente fece scivolare la mano sotto il tessuto nero, sentii la prima contrazione della mia fica. Mantenemmo ognuna lo sguardo in quello dell'altra, mentre entrambe ci davamo piacere.
Iniziò a gemere forte, vedevo la sua mano muoversi negli slip, e mi arrivò l'odore della sua eccitazione, della sua fica. Fu questo a darmi il colpo di grazia, e non riuscii a trattenere l'orgasmo. Non avevo mai avuto delle contrazioni così forti, non riuscii a non chiudere gli occhi mentre gemevo sonoramente. Mi accorsi del calore di Lauren su di me, la stronza ne aveva approfittato per mettersi a cavalcioni. Non riuscii a ribellarmi, stanca dall'orgasmo, avevo il fiato corto. Sfilai la mano dal mio intimo, lasciandola sul mio addome. Sussultai quando la corvina la prese, e spalancai gli occhi quando sentii le sue labbra avvolgere le mie dita ancora umide dei miei succhi. Si stava masturbando mentre le succhiava, sentivo la lingua scivolare ovunque su di esse. La mia eccitazione ebbe una nuova impennata.
Spinsi il bacino in su, facendo scontrare la mia fica con la sua. In un attimo mi strinse le natiche, continuando a succhiarmi mentre strusciavamo le nostre intimità l'una contro l'altra. Mi lasciai andare, raggiungendo il suo seno con mani e bocca. Presi a succhiarle i capezzoli, mentre l'accarezzavo. Lauren aumentò i movimenti. La nostra pelle era ormai sudata, l'odore del sesso ci circondava, il piacere ci univa. Sentii le sue unghie lunghe affondare nella carne delle mie natiche, i suoi gemiti si fecero più forti, la sua voce era bassa, roca, graffiante. La vidi lasciarsi andare all'orgasmo, e venni nuovamente con lei, mentre ci tenevamo strette.
Crollai sul divano, distrutta, cercando di controllare il respiro. Lauren mi crollò addosso, si strusciava ancora lentamente contro di me, mandandomi piccole scariche di piacere. In un attimo unì le sue labbra alle mie, forzando poi la sua lingua nella mia bocca. Non che provai a fare resistenza, non ne avevo più la forza. Sentii il suo sapore misto al mio, era indescrivibile. Sentii le sue mani nei miei capelli, il suo calore, la sua passione. Stavo così bene in quel momento che sarei potuta morire contenta. La mia cotta era decisamente schizzata a livelli più alti. Ci baciammo a lungo, prima che il sonno prendesse il sopravvento.
***
Mi svegliai a causa di un rumore, non ero abbastanza lucida da capire di cosa si trattasse. Potevo solo rendermi conto di Lauren, seminuda su di me, profondamente addormentata. Cazzo, se era bella. Ci aveva coperte entrambe con le nostre coperte, ed era rimasta incollata al mio corpo per probabilmente tutta la notte. Non mi mossi, rimanendo immobile per non svegliarla. Egoisticamente mi volevo godere quegli attimi di felicità, prima che tutto finisse. Perché si, sarebbe finito tutto al risveglio. Lo sapevo io come lo sapeva lei. Non avevo dubbi. Sospirai, godendomi il suo respiro caldo contro la pelle del mio seno. Sapevo che avrei dovuto imprimere quei momenti nella memoria per sempre.
Fui distolta da quell'immagine paradisiaca da un lieve guaito. Doveva essere stato quello a svegliarmi. Proveniva da dietro gli scatoloni. Mi ricordai della cagnolina, doveva essersi rifugiata nuovamente lì dietro. Forse stava male.
"Laur... Lauren..." La scossi lievemente. Non avrei voluto svegliarla, interrompendo così una delle visioni per cui vale la pena vivere, ma ero preoccupata. "Laur..."
"Mhh..." Mugulò la corvina, senza svegliarsi o spostarsi.
"Lauren!" Insistetti. La vidi risvegliarsi lentamente. Aprì piano quegli smeraldi che si trovava al posto degli occhi, stanca e probabilmente confusa. L'immagine della bellezza più pura. La sentii irrigidirsi improvvisamente, prima di schizzare lontana da me e spalancare gli occhi. Con il suo brusco movimento, le coperte caddero a terra, lasciandoci scoperte e infreddolite. Mi fissò, scendendo poi a fissare il seno, il bacino, le cosce. D'istinto mi coprii le tette con le braccia, improvvisamente in soggezione. La mia fissa di avere il seno piccolo non era passata, soprattutto dopo aver visto, toccato e succhiato i suoi grandi seni morbidi. Si riscosse, coprendosi anche lei con le mani. Recuperò le coperte, si coprì con una di esse e mi allungò l'altra. La presi, grata del calore che emanava. Lei aprì la bocca per parlare, ma preferii non darle il tempo di farlo. "Lauren, la cagnolina sta male."
La vidi guardarsi intorno, poi anche lei udì un guaito. Ci scambiammo un'occhiata preoccupata, prima che lei andasse a cercarla.
"Oh merda." La sentii mormorare.
"Cosa?" Chiesi, preoccupata. Mi tirai su a sedere, maledicendo le fitte che nuovamente partivano dalla mia caviglia.
"Sta avendo i cuccioli."
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Invisible Chains - Camren
FanfictionLauren Jauregui e le sue amiche conoscono Camila Cabello solo di vista, è una ragazza della loro stessa scuola che è quasi un fantasma, finché quest'ultima decide di prendere in mano la propria vita e reagire.