Chapter 55

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La lapide di Kun era fredda, nonostante il sole fosse alto nel cielo e ben luminoso.

Alcuni fiori appassiti giacevano vicino alla sua fotografia, mentre altri freschi e raccolti in un piccolo mazzo riposavano sulla lastra in pietra.

Mei era in ginocchio, difronte alla sua tomba. Alcuni fili d'erba le fecero il solletico alle caviglie nude, mentre il vento le accarezzò il viso.

Hendery, in piedi alla sua sinistra, si era perso a guardare il cielo. I suoi pugni erano stretti lungo il corpo e alcune lacrime dense tentarono di scendere dall'angolo dei suoi occhi. Se avesse nuovamente guardato la sua immagine molto probabilmente sarebbe scoppiato a piangere.

Nessuna persona nei dintorni, nessun rumore, se non quello prodotto dal contatto tra la suola delle loro scarpe e il terreno.

Nonostante le circostanze, Mei era serena. Ogni tanto sorrideva, ripensando ai momenti passati con Kun. In fin dei conti si era recata proprio lì, da lui, per quello.

Infine, non appena si rese conto che ormai il tempo era finito e che era rimasta in quella posizione per una buona mezz'ora, si alzò lentamente da terra.

Si baciò le dita della mano destra e infine le passò sull'immagine sorridente di Kun.

Non riuscì a parlare, eppure Hendery capì tutte le sue emozioni e i suoi pensieri. Così si limitò ad abbracciarla forte e ad accarezzarle i capelli.












Quella sera Mei, dopo che il suo migliore amico l'aveva riaccompagnata a casa, decise di estrarre il suo caro diario dal comodino.

Lo accarezzò leggermente, ripensando al giorno in cui Dejun glielo regalò e infine decise di posizionarlo sul cuscino si quest'ultimo. Gli affidò così tutti i suoi pensieri più intimi, tutta se stessa.

Dopo esser rincasato dal lavoro infatti, una volta entrato nella camera da letto per cambiarsi i vestiti e farsi una doccia calda, vide il diario. Si avvicinò ad esso quasi pensieroso, aggrottando le sopracciglia.

<< Ora è tuo, ti affido tutta me stessa >> disse Mei quasi sotto voce, appoggiata allo stipite della porta.

I capelli le erano andati davanti al viso e le sue mani tremolanti erano nascoste dietro la schiena.

<< Mei... Ti ringrazio... Ma non devi per forza, sono tuoi pensieri, io non- >> cercò di dire, appoggiando la maglietta sul letto e mostrandosi con la pelle nuda.

<< Dejun, non voglio più scrivere. Non voglio più nascondermi dietro queste pagine. Voglio dirtelo a voce. Io... Io... >> un nodo alla gola la fermò momentaneamente, ma poco dopo, facendosi forza e stringendo i pugni, ci riuscì << Io ti amo Dejun >>













Le vicende ad Anting continuarono ad accadere. Piccoli eventi bizzarri, altri di poco conto e altri ancora pieni di felicità.

Era fine giugno e tutta la Cina era nel bel mezzo dei festeggiamenti per la festa del dragone.

Alcune regate delle barche drago riempirono i laghi e i fiumi della Cina meridionale, tra cui anche Shanghai. Queste erano di forma allungata, tutte variopinte con teste di drago scolpite sulla prua.

Data la festa, il Tulip si preparò ad accogliere numerosi clienti e tutti, compresi Dejun e Yukhei, si misero all'opera per preparare quanti più Zogzi. 

Dopo averli impastati creavano il ripieno con foglie di bambù, giuggiole, o anche carne e tuorli d'uovo. Per accontentare così quante più persone.

Niente era veramente cambiato nella piccola cittadina.

Unbreakable | Xiao DejunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora