Chapter 33

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Erano passati esattamente due giorni e sedici ore da quella sera, quando tutta la realtà di Mei si frantumò nuovamente. 

Ziyi era seduta sul suo letto, con la schiena appoggiata alla parete. Si mangiava le unghie e le pellicine delle dita per l'ansia, proprio perchè in un certo senso era come se rivedesse se stessa del passato. Ma quella di certo non era un'allucinazione, era Mei in carne ed ossa.

Era da due giorni e sedici ore che non si alzava dal letto se non per andare urgentemente in bagno. Se ne restò sotto le coperte tutto il tempo, con il viso per metà scoperto. Certe volte i suoi occhi si aprivano, per rivolgere alla stanza uno sguardo assente, altre volte riposava, o meglio, si tormentava per quello che era successo.

I piedi di Ziyi erano per metà fuori dal perimetro del letto e si muovevano incessantemente, esprimendo il suo stato di agitazione. 

Non voleva vederla così, eppure non sapeva esattamente che cosa dire o fare. Semplicemente se ne restò in silenzio ad osservarla. Ripensò poi a se stessa di un anno prima.

Per non toccare il cibo finì per rimanere a letto tutto il tempo, sotto le lenzuola. Non mangiava, beveva il minimo necessario non appena sentiva male ai reni. Dava tutta la colpa a se stessa, semplicemente perchè non aveva amici o un fidanzato. Nessuno la trovava bella, nessuno riusciva a notare tutto il suo splendore, così finì per spegnersi giorno dopo giorno, lentamente, finendo rinchiusa nella sua camera. 

Stava succedendo anche a Mei e se l'avesse lasciata in quelle condizioni non se lo sarebbe mai perdonata. Perchè sì, lei aveva degli amici e anche un ragazzo follemente innamorato di lei. Eppure, per colpa dei suoi soliti pensieri autodistruttivi, finì per dimenticarsi di questo aspetto.

Così Ziyi decise chiamare Hendery, componendo il numero nella cornetta che avevano a disposizione. Gli disse che era successa una cosa spiacevole e che Mei non stava bene. Gli disse che era veramente preoccupata per lei e che forse solo lui, in quanto suo migliore amico, sarebbe riuscito ad aiutarla. Proprio per questo, non appena sentì queste parole, prese immediatamente la macchina, dimenticandosi persino che quel pomeriggio doveva come sempre recarsi al lavoro. Non gli importava più niente, semplicemente non si sarebbe presentato.

Non appena arrivò all'interno dell'istituto salì immediatamente le scale, urlando alle infermiere della portineria che sarebbe andato a trovare Ziyi e Mei. Loro cercarono di informarlo che Mei non era nelle condizioni adatte per ricevere una visita, ma ormai era troppo tardi.

Hendery aveva il cuore in gola. Un solo pensiero gli passò per la mente. Che potesse tentare nuovamente di farlo. Ormai questa era diventata una vera e propria ossessione per lui, che lo stava logorando dall'interno.

Salì velocemente e imboccò il corridoio, scontrandosi con la spalla con Sicheng, che di turno stava preparando i carrelli per il pranzo. Lo guardò mezzo interdetto, ma effettivamente non si chiese come mai fosse così di corsa, ma di certo non lo fermò.

Davanti la porta della sua stanza, Ziyi lo stava aspettando con le mani congiunte in grembo, stringendosi nelle sue spalle. Lo abbracciò e solo tra le sue braccia scoppiò finalmente a piangere, liberando tutta l'agitazione che aveva accumulato fino a quel momento.




Quel pomeriggio Hendery rimase tutto il tempo ai piedi del letto di Mei, accarezzandole di tanto in tanto le gambe, per riscaldarla e per farle da capire che non se ne sarebbe andato tanto facilmente. Ma purtroppo lei rimase comunque in quella posizione.

Hendery non le disse niente e neppure Mei aprì bocca. Eppure entrambi capirono i pensieri dell'altro. 

Mei ripensò costantemente a quella scena, a quando sua madre la staccò da Dejun. Poi le parole, il senso di vuoto, il dolore. Riviveva il tutto come un continuo loop infinito, tanto che arrivò a non vedere più la realtà per quella che era.

Capì che molto probabilmente, per colpa delle parole di sua madre, aveva perso Dejun. Come poteva non essere così? Qualsiasi persona se ne sarebbe andata sentendo quel discorso. Forse era arrivato a pensare che a Mei di lui non fregasse un bel niente e che fosse una schizzata con complessi di inferiorità, che semplicemente si era avvicinata a lui per sostituire il suo vero ragazzo defunto. Ma in fin dei conti le cose non stavano così. A Mei importava veramente di lui, eppure non riuscì a dirglielo e proprio per questo stava provando un profondo rimorso.

Alcuni chilometri più in là Dejun stava lucidando i bicchieri all'interno del Tulip. Di tanto in tanto si fermava e si asciugava le mani con il suo grembiule, poi appoggiava le mani al bancone e cercava di mandare giù le lacrime amare.

Non era arrabbiato con Mei, non era neanche geloso di Kun. Le parole della madre di Mei non l'avevano colpito particolarmente, perchè sapeva non fossero vere. Quello che lo faceva stare male però era quello che aveva causato il destino. Gli aveva distrutto la sua unica felicità e quello che più si chiedeva era se si meritasse davvero tutto questo dolore.

Per colpa della poca sicurezza non riuscì ad andare a trovare Mei, sapeva che neanche lei stesse bene. Si sentiva combattuto e proprio per questo decise di soffrire in silenzio, cercando di mostrare un falso sorriso a Yukhei, ogni volta che lo incrociava all'interno del locale. Purtroppo però, o per fortuna, lui se ne accorse comunque, semplicemente perchè gli occhi dicono sempre la verità di una persona.

Era certo solo di una cosa, dovevano parlarsi. Dejun doveva farsi coraggio e chiederle di Kun e di tutto quello che era successo, mentre Mei doveva accettare la realtà e cercare di affrontarla.

Non era così semplice certo, ma insieme ce l'avrebbero fatta.




Quella sera, poco prima che Liang Wu staccasse dall'orario di lavoro, riuscì a beccare Sicheng nel corridoio davanti al suo studio. Stava portando alcune nuove medicine nel piccolo magazzino che tenevano difronte la sua porta. Proprio così riuscirono ad incontrarsi. 

Si ritrovarono faccia a faccia senza rendersene troppo conto e ben presto il loro battito accelerò improvvisamente. Wu si aggrappò alla maniglia, mentre Sicheng cercò di non far cadere le boccette a terra. Si guardarono per una frazione di secondo ed entrambi sorrisero, abbassando lo sguardo a terra, finchè il primo dei due non prese a parlare.

<< Sicheng... Finalmente ti vedo >> disse imbarazzato, deglutendo a fatica << Grazie per il regalo che mi hai fatto... Io... Io non sono riuscito a comprartene uno... >>

<< Non ti preoccupare >> rispose con ancora lo guardo rivolto al pavimento sotto di loro.

<< L'ho letto tutto in una sera >> continuò in modo sincero, con la gioia negli occhi << Mai nessuno mi aveva fatto un regalo così... Lo terrò con cura >>

<< Mi fa piacere >> e finalmente riuscì a guardarlo in volto, osservando la sua contentezza << Ne sentivo il bisogno >>

<< Per sdebitarmi ti volevo chiedere... >> e poi si interruppe un attimo, pensando di apparire troppo invadente con quella domanda << Ti piacerebbe venire a casa mia per capodanno? Potremmo cenare insieme... Sempre se non hai programmi o altre cose da - >>

Sicheng non lo lasciò finire di parlare che rispose subito dopo << Certo >>

Ed entrambi sorrisero, ritrovandosi quasi in un altro tempo e in un'altra vita. Sentirono quasi si essersi già conosciuti, in un'altra realtà e che quell'emozione non fosse tanto nuova, quanto in verità doveva essere.

Liang Wu non si aspettava di certo una risposta tanto repentina da parte sua, eppure, mezzo stupito e ancora incredulo, riuscì a mostrargli un'espressione serena e piena di gioia.

<< Jia... >> e poi Sicheng riuscì a recuperare le parole << Jia mi ha detto quello che hai fatto per Mei. Sono felice di come tu abbia risolto la situazione. Sono... >> e concluse con la gola secca << Sono orgoglioso di te >> 

Unbreakable | Xiao DejunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora