Chapter 42

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Era l'alba di un nuovo giorno, molto più soleggiato e caldo dei precedenti.

Quella notte Ten non aveva dormito molto, anzi per niente. Si era rigirato più volte nel piccolo divano, spostando il cuscino da una parte all'altra e avvolgendosi con il piumone, senza mai chiudere occhio. Tanto che svegliò Yukhei, sdraiato nel letto di fronte a lui.

Non sapeva bene il perché di quell'improvvisa insonnia, non gli era mai capitato, non propriamente. Pensò fosse il cibo piccante mangiato la sera prima o forse solo il cambio di stagione. Ma era ben più di questo.

Così la mattina dopo decise di alzarsi ancor prima che la sveglia suonasse. Si cambiò velocemente cercando di non disturbare il suo coinquilino e uscì in fretta e furia dal monolocale.

Lui e Yukhei avevano parlato a lungo qualche giorno prima, su quanto fosse diventato piccolo quel posto, per solo due persone. Avrebbero tanto voluto cercare una nuova locazione, ma purtroppo con la riduzione netta del salario di Yukhei non potevano fare molto. Non potevano permettersi un appartamento con più camere e neanche un monolocale a testa.

Così decisero di accantonare brevemente la questione, per godersi in modo più spensierato gli ultimi giorni di Gennaio.

Quella mattina Ten, dato il suo totale anticipo, decise di andare al Tulip per fare colazione. Dejun infatti, come sapeva bene, era già all'interno del locale intento a preparare tutto l'occorrente per la possibile entrata dei clienti. Il suo grembiule era ancora immacolato e il suo volto era segnato dalla stanchezza.

Ten attraversò le vie del centro tenendo sulle spalle il suo solito zainetto. La bottiglia d'acqua continuò a rimbalzare tutto il tempo al suo interno, finché non si fermò bruscamente, una volta davanti al locale.

Una ragazza nuova, che non aveva mai visto in giro per il piccolo paese, se ne stava attaccata alla vetrina del Tulip, con le mani vicino al suo volto, per oscurare brevemente la sua vista e vedere meglio le proposte che il locale offriva.

Così Ten aspettò titubante, nonostante non stesse bloccando l'entrata.

<< È già aperto se vuoi >> le disse in modo timido, indicando l'interno.

Certo, le luci erano ancora soffuse, ma l'ombra di Dejun era ben visibile. Proprio questo se ne stava dietro al bancone, intento a riordinare la vetrinetta con i dolci freschi.

Lei si girò improvvisamente verso di lui, forse non si aspettava un'altra presenza oltre alla sua.

<< Sì io... Io stavo guardando >> rispose schiarendosi la voce << Non sapevo in quale dei due andare >> e poi indico il locale affianco, lo Xiróu.

Ten si rese subito conto del suo accento, molto diverso dagli altri abitanti di Shanghai e periferia. Molto probabilmente non era di lì.

<< Ti consiglio di venire in questo, fanno dei dolci squisiti >> continuò Ten abbozzando un sorriso. E così aprì la porta d'entrata, appoggiando una mano sul vetro ancora freddo.

Il suo intendo era fare un po' di pubblicità all'amico, cercando così di risollevare un minimo l'interesse per il Tulip, che era svanito così velocemente tra gli abitanti di Anting.

E la ragazza lo seguì, spostandosi i capelli dietro le orecchie.

Non c'era nessun altro, se non loro due e non appena Dejun se ne accorse si precipitò ad accendere tutte le luci, perdendo qualche battito per l'agitazione.

<< Ah ma sei tu Ten >> disse portandosi una mano al petto per poi ricominciare a respirare regolarmente.

Ma dopo di lui una figura poco più bassa fece capolino alle sue spalle.

<< Buongiorno >> continuò lei imbarazzata, per poi avvicinarsi alla vetrinetta e dare uno sguardo più attento alle proposte.

<< Buongiorno, per qualsiasi non esitare a chiedere! >> rispose Dejun sorridendo in modo forzato, per poi passarsi le mani sul grembiule.








Dieci minuti più tardi Ten finì per mangiare lentamente, cercando di far passare il tempo, in uno dei tanti tavoli spogli del Tulip, a poca distanza da quella sconosciuta che aveva incontrato per caso poco prima.

La guardava spesso, non c'è bisogno di nasconderlo. Vide qualcosa di familiare nel suo volto, eppure non riuscì a spiegarsi bene cosa. Non l'aveva mai vista prima, di questo era certo, eppure gli sembrò quasi di conoscerla da una vita. Forse in un'altra vita.

E così quando la vide alzarsi decise di non starsene fermo immobile, ma di decidere lui stesso per il suo destino. Scattò in piedi, tanto che per poco la tazza ricolma di latte caldo non cadde sul tavolo. Lei si accorse subito del suo gesto, per questo rimase come confusa.

Aveva in mano il portafoglio ed era diretta al bancone per pagare la sua colazione. Quello sarebbe stato un ottimo pretesto, pensò Ten in una frazione di secondo nella sua testa.

<< Lascia stare, posso pagare io per te? >> le chiese ingenuamente, strizzando gli occhi.

<< Cosa? >> ripose ancora più confusa.

<< Non ti ho mai vista da queste parti, è la prima volta che entri qui no? Lascia che ti paghi io il conto >> continuò imperterrito.

<< Io... Io sì non sono di qui. Mi sono trasferita da poco >> pronunciò con voce debole << Non devi davvero... Non ti- >>

<< È un piacere per me, sono stato io a dirti di venire qui e non allo Xiróu >> disse sorridendo ancora una volta. E il suo cuore iniziò a battere all'impazzata.

<< Ti ringrazio davvero... Non so come sdebitarmi >> poi abbassò lo sguardo, perdendo il contatto visivo. Le sue gote diventarono improvvisamente rosse, forse per l'imbarazzo, forse per la gentilezza.

<< Io sono Ten comunque >> disse inchinandosi brevemente e riponendo le braccia lungo il suo corpo.

<< Piacere, io sono Fei >>

<< Fei hai detto? >> e sgranò gli occhi, non accorgendosi della sua espressione.

<< Sì Fei, Wang Fei >> continuò con un piccolo sorriso, per poi rimettere il portafoglio nella borsa.

Finalmente aveva conosciuto una ragazza di nome Fei, quel nome che gli tornava tanto familiare.








Wang Fei era appena arrivata ad Anting, precisamente da una settimana ed era la prima vera volta che girava per il paesino.

Attraversò le vie del centro, domandandosi come mai non ci fossero tante persone. Forse erano già al lavoro, forse non avevano voglia di uscire di casa, dato il freddo tipico di fine Gennaio.

Ma in ogni caso, le temperature stavano aumentando di giorno in giorno, tanto da immergere Anting e la vicina Shanghai in un calore quasi piacevole.

Però per Fei era tutto diverso, considerando la sua provenienza da Hong Kong.

All'epoca la città non era sotto il controllo cinese, ma sotto quello britannico se così possiamo dire. Nelle strade regnava il caos e una moltitudine di clan criminali usava abitualmente la violenza per poter vivere.

Per questo Fei fuggì, sia dai suoi genitori che dal contesto, sperando di poter ricominciare da capo ad Anting. Aveva bisogno di ritrovare se stessa e la pura serenità.

Molto probabilmente, se quel giorno non si fosse forzata ad uscire di casa per andare a consumare una bevanda calda, per poi mettersi all'opera e cercare lavoro, non avrebbe mai conosciuto Ten.

È questo il bello del caso, o per alcuni del destino.

Unbreakable | Xiao DejunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora