Ero da poco nel salotto della casa di Nicole, Jacob era rimasto in macchina ad aspettarmi, subito dopo che lei aveva aperto la porta, ci eravamo guardate negli occhi, entrambe con rabbia, lei forse la provava veramente ma io no, non sapevo perché mi veniva da guardarla così, era mia la colpa di tutto non la sua. Forse era perché Jacob mi stava aspettando in macchina, forse perché non volevo sprecare tempo con lei quando sarebbe stato l'ultimo giorno da poter passare con lui. Il mio sguardo vinse sul suo e lei cedette spostando il suo sul pavimento .
"Entra pure, vado a prendere qualcosa da bere" si diresse verso la cucina e io mi sedetti sul divano, era in pelle color rosa pastello ed era ben illuminato dalla luce proveniente dalla finestra presente in soggiorno, sul quale davanzale erano poste diverse orchidee colorate. Ai miei piedi si trovava invece un tappeto grigio chiaro e su di esso un tavolino in legno sul quale erano poggiati dei libri scolastici. Le pareti rosa pastello rendevano tutto l'ambiente ben accogliente.
Nicole finalmente tornò da me con un vassoio sul quale aveva poggiato della ciambella e del succo.
"Allora.. Innanzitutto prendi pure""No grazie mille, di cosa volevi parlarmi?" domanda stupida sapevo benissimo il motivo, mi aveva chiamata e messaggiata diverse volte ma non sapevo come e non avevo voglia di risponderle, quando stavo insieme a Jacob dimenticavo l'esistenza del telefono.
"Fai sul serio? Va bene, andrò al punto, perché mi hai ignorato ?"
"Non ti ho ignorato, semplicemente ero con Jacob"
"Eri con Jacob...quindi ora che sei fidanzata io non esisto più?"
"Non è questo, e non c'è bisogno di prendersela così tanto"
"Mi ero fidata di te, pensavo ci tenessi a me "
"Ma io ci tengo, è che come ti ho detto ho lavorato un sacco e.. Una volta libera non ho pensato a nessun altro se non a lui"
"Ho passato il capodanno qui, da sola, a piangere perché non riuscivo a dormire
" Mi dispiace, ma di certo io non ero a divertirmi, ho lavorato come una matta tutto il giorno, e il giorno dopo mi sono svegliata di pomeriggio essendo arrivata a casa di mattina."
"Ti costava tanto rispondere ai messaggi?"
"Non sapevo come, sono sincera"
"Un semplice messaggio, cazzo"
Pronunciò quelle parole con non poca aggressività ma infondo sapevo ciò che aveva passato, mi tornarono in mente i suoi occhi spaventati di quelli sera in cui mi aveva confessato cosa le avesse fatto Ryan, cercava di nascondere quanto lo fosse, ma quella paura io l'avevo vista negli occhi di mia madre per diverso tempo, quando ero solo una bambina e nonostante la mia piccola età, riuscivo a capire quanto lei stesse soffrendo. Mio fratello aveva sempre cercato di proteggermi, di non farmi mai vedere cosa succedeva, aveva anche comprato delle cuffie da muratore, per non farmi sentire i pianti e le urla di mia madre, ma le camere da letto erano attaccate e non aiutavano per niente, però fingevo di stare bene e restavo nell'armadio della nostra camera, con lui che teneva una torcia in mano e faceva le ombre sulle ante per farmi ridere.
Era solo un bambino, eravamo solo bambini."Mi dispiace" mi limitai a risponderle.
La sua espressione cambió e la rabbia si convertí in tristezza, il silenzio ora dominava il salotto.
Le presi le mani tra le mie.
"Nicole, mi dispiace, mi dispiace davvero"Un clacson suonò e Nicole mi guardò per poi dire: "Devi andare, vai"
"Nicole.."
"Vai, vai da Jacob, non importa"
"Nicole aspetta"
"Vai perfavore, non importa"
"Si che importa, perché non vieni con noi?" Mi pentii subito di quella domanda e credo fosse più che visibile che non volevo accettasse, non per cattiveria, ma perché volevo passare una giornata diversa con Jacob, non avevo nulla contro di lei, assolutamente. Potevo anche sembrare un'egoista ma con lei avrei passato ogni giorno di uni per mesi, Jacob avrei potuto vederlo solo quando tornavo a casa per mangiare e poi dovevamo entrambi scappare a lavoro.
"Ho da fare, grazie dell'invito" Era visibilmente infastidita ma infondo aveva ragione, ero una pessima attrice a volte.
"Ci sentiamo per messaggio o ci vediamo direttamente domani , va bene?"
"Ci conto"
Si alzò e feci lo stesso, si diresse verso la porta e la seguii.
"Nicole, non voglio tu ce l'abbia con me"
"Ci sentiamo Lexi"
" Nicole... Dai"
"Vai" aprí la porta.
Senza avvisarla mi avvicinai a lei, azione che la fece sussultare poiché non se lo aspettava, la abbracciai stringendola forte.
"Ti voglio bene"
Lei ricambiò l'abbraccio e dopo esserci staccata l'una dall'altra una ventata di vento freddo mi travolse. L'aria gelida fece tremare Nicole, nonostante ciò, chiuse la porta solo dopo avermi vista entrare in macchina.
"Hey, avete parlato?"
"Si, avevi fretta che tornassi?" dissi brusca.
"Se ti riferisci al clacson, non l'ho fatto apposta e comunque se vuoi non ci andiamo, se preferisci parlare con lei..."
"Cazzo no, tu dici che io voglio stare con lei, lei dice che penso solo a te, che cazzo, che devo fare?!"
"Hey, calma, non l'ho detto con gelosia"
Mi prese le guance, le sue mani erano calde, il mio viso gelido. "Io voglio solo passare questa giornata insieme, voglio stare con te, già so che mi mancherai tanto da domani"
"Allora andiamo" Mi bació e dopo essere partito restammo in silenzio, ogni tanto mi guardava mentre io guardavo fuori al finestrino, il suo sguardo mi bruciava la pelle, mi faceva sentire il cuore pulsarmi violentemente nel petto, quell'uomo aveva un certo potere sulle mie emozioni, nemmeno immaginava quanto.
STAI LEGGENDO
Da Nemici Ad Amanti
RomanceAlexis García è una ragazza di 19 anni che ama studiare o meglio, tutti direbbero così, poiché i suoi voti sono sempre stati alti e lei si impegna molto nello studio, anche troppo, ma il motivo dietro questa scelta, perché si, è una sua scelta è con...