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Yasmine

Dopo quello che è successo, Damon mi ha portato a casa sua.
Ora ci troviamo sul divano, io ho le tasta alzata, essendo che Damon sta visitando il mio collo.
«Quello stronzo ti ha lasciato il rossore della presa.»
«Be', non è la prima volta.», dico sussurrando per non farmi sentire, mentre abbasso la testa nell'altezza normale.
«Ti ha procurato precedentemente del male?», chiede.
Annuisco.
«Damon, comunque sono abituata, e lo sai anche tu.»
«Questo non c'entra un cazzo, Yasmine. Nessuno più deve procurati del male.»
«Lo so.»
«Lo sai, allora lascialo, Yasmine.»
«Non posso.», faccio una pausa. «o, non voglio.»
«Spiegami il fantastico motivo perché tu non debba lasciare quello stronzo.», dice alzandosi dal divano.
«Lo amo. Lui ami ama.», dico seguendolo con lo sguardo.
Subito dopo questa frase che ho pronunciato, lui si posizione davanti a me, così che, sono obbligata a inclinare la testa verso il su per guardarlo.
Si abbassa con il corpo all'altezza del mio viso, mantenendosi sui talloni.
«Yasmine, questo non è amore, e lo sai benissimo.»
«Lo so, ma...»
«Non c'è nessun ma, Yasmine. Devi pensare a te stessa, e so che è difficile.»
«Ma voglio capire, perché ti stai comportando come un fidanzatino e robe così.», chiedo con un tono infastidito.
«Non mi sto comportando come un fidanzatino Yasmin. Sono solo preoccupato per te, e sai che ci tengo.», risponde nel mio stesso tono.
Si alza e va verso la cucina, che si trova nella stessa stanza del soggiorno.
Smetto di seguirlo con lo sguardo, così, che poso il mio sguardo su i miei polsi.
Ne ho bisogno...
Sento che apre il frigorifero, e subito dopo averlo  chiuso, dice: «Stasera tu dormi da me.»
«Non esiste.»
«Yasmine, non puoi respingerti.»
«E chi saresti tu, per ordinarmelo.», dico mentre giro lo sguardo verso esso.
«Damon Collins. Una persona che ci tiene veramente a te.»

Si porta un bicchiere alle labbra, per poi bere dell'acqua.
Subito dopo aver bevuto, lo riempie, e me lo porta.
«Bevi.»
Scuoto la testa.
«Devo farti bere io per caso, Yasmine.»
Sbuffo. «Okay, ora bevo.»
Affermo il bicchiere che mi ha porto, lo avvicino alle labbra e ne bevo un po', rimanendo con lo sguardo dentro a quelle iridi nere.
«Ti ho lasciato del cambio, sul letto nella mia camera.»
«I tuoi vestiti?» Ridacchio al ricordo.
«Già.»
«Va di sopra, fa una doccia se ti va, e cambiati. Io ti aspetterò qui.», dice mentre si siede sul divano, aderendo per bene la schiena allo schienale del divano.
«D'accordo.»
Mi alzo, e mi dirigo al piano di sopra.
Conosco questa casa meglio della mia.
C'è un lungo corridoio, e la prima porta che c'è, è la camera di Damon.
Abbasso la maniglia ed entro.
L'odore della sua camera, penetra nelle mie narici.
Non è proprio cambiata dall'ultima volta.
«Sono rimaste dov'erano.», dico sussurrando, vedendo le cornici delle foto di noi due quando eravamo piccoli.
«Già.» Sento la sua voce dietro di me.
Mi giro verso di lui.
Ed è appoggiato con la spalla alla stipite della porta, con le mani incrociate.
«Non dovevi aspettarmi giù?», chiedo con sarcasmo.
«Ho cambiato idea.», dice con un mezzo sorriso.
«Ce l'hai ancora?», domando, prendendo la cornice fra le mani, una delle mie foto preferite.
«Certo.», dice avvicinandosi a me.
Nella foto siamo io e lui, all'età di sei e dieci anni.
Ci trovavamo nel suo giardino.
Questa foto ce la scattò la madre.
Eravamo così felici, e la foto è così spontanea.
Vorrei tanto tornare bambina.
No che la situazione famigliare fosse migliore, ma non ero immersa da tutti gli altri problemi che ho adesso.
«Eri così bella.», dice all'improvviso.
«Stai insinuando che adesso sono brutta?», dico con tono spiritoso.
«No.», dice posando il suo sguardo nel mio.
Rimaniamo bloccati, uno nel sguardo dell'altro.
Ed è proprio nel momento in cui lo sguardo di Damon passa alle mie labbra, che riesco a svegliarmi da questo blocco.
Non vorrei che succedesse qualcosa che non dovrebbe.
Sei fidanzata Yasmine, ricordatelo.

Così, subito dopo poso la cornice dov'era.
«Io vado a farmi la doccia.», dico per spezzare il silenzio imbarazzante che si era creato.
«D'accordo.»
Prendo i vestiti che Damon mi ha preparato, e scappo via in bagno che si trova in camera sua.

Dopo essere scappata da quella situazione del tutto imbarazzante, mi fermo a fissarmi nello specchio.
È una cosa che odio, ma adesso ho le guance tutte, ma tutte rosse.
All'improvviso però la mia testa, sposta l'attenzione su qualcos'altro.
Il mio fisico.
Vorrei non avermi fermata per guardarmi, cazzo.
Ma come se non stessi al comando del mio corpo, la mia mano alza la maglietta larga che indosso.
Il mio corpo di sposta di lato, e vedo la pancia gonfia.
È dovuta dal cibo che ho mangiato, sicuro.
Ma...
Cazzo, perché ho mangiato.
Come un fulmine mi sfilo tutti i vestiti d'addosso.
Il mio sguardo naviga per la stanza, nella speranza di trovare una bilancia.
Ho un bisogno di pesarmi, per vedere se il mio peso è aumentato.
Iniziò ad aprire degli armadi, cassetti, ma niente, di niente.
Nessuna bilancia.
E mai possibile che lui non abbia una bilancia?
D'accordo.
Passiamo al secondo step del: "Dopo mangiato."

2: Doccia fredda.

Mi infilo in doccia, faccio una grande respiro, e subito dopo apro l'acqua fredda.
Quando l'acqua inizia a scorrere sul mio corpo, mi rendo conto che è calda.
Così, abbasso il viso sulla regolazione della temperatura dell'acqua.
Ed è giusta, e sul blu, cioè l'acqua fredda.
Forse è un problema di tubature.
Dopodiché passo sul bollino rosso.
Ma niente ora esce bollente.
Okay, d'accordo.
Stasera nessun brucia calorie, Yasmine.
Però, posso passare sempre allo step numero 4

4: vomitare.

Dopo aver fatto una doccia, è vestita con un pantalone e maglietta di pigiama di Damon, che mi stanno talmente grossi che entrano due di me dentro a questi vestiti.
Vado verso il wc, mi faccio una coda, e mi abbasso.
Ma neanche il tempo che le mie ginocchia tocchino a terra, qualcuno bussa alla porta del bagno, e quel qualcuno è per forza Damon.
«Yasmine, hai finito?»
All'istante mi rimetto in piedi, e vado ad aprire la porta.
«Cosa devi fare?», chiedo.
Ma subito dopo aver messo gli occhi su di lui rimango pietrificata.
È a petto nudo, con un pantalone di pigiama che scopre la sua V
Ha dei tatuaggi un po' su tutto il corpo.
Ma per non far vedere che gli sto fissando la parte nuda del corpo, riporto lo sguardo sul suo volto.
E pure questa volta non ho potuto vedere del tutto i tatuaggi.
«Lavarmi i denti.», fa una pausa, mentre entra in bagno. «E ne ho uno anche per te.», dice entrando un spazzolino nuovo da un armadietto.
«Grazie.»

Dopo esserci lavati i denti, e l'ora di andare a nanna.
Damon si è già steso nel letto, mentre io sono rimasta alzata come una scema in mezzo la stanza.
«Bene. Dove devo dormire?», domando nel imbarazzo mentre mi dondolo sui piedi.
L'attenzione che poco fa Damon aveva sulla TV, passa su di me.
Squadrandomi con quello sguardo, che mi mette ancora di più in imbarazzo.
«Qui.», dice indicando con il capo lo spazio vuoto del letto affianco a lui.
«Nel tuo letto, con te?»
«Biondina, non è una novità.», dice usando il nomignolo che adoro.
Non ero pronta.
Infatti, mi causa una scossa in tutto il corpo.
«Allora, che aspetti? Vuoi dormire alzata con i vampiri, o qui?»
Così, decido di andare verso il letto.
«Be', vampira ci devo ancora diventare, quindi dormirò qui.», dico nel stendermi affianco a lui.
«Ci vedrei da vampira. Una bella vampira attraente, e arrapante.», dice con un sorrisetto.
«Lo prendo come un complimento.», dico scherzosamente.
«Qualsiasi cosa che io dica su di te, è un complimento.»

Entra su Prime Video e non posso credere su cosa clicca.
«Harry potter!», esclamo come una bambina che ha appena ricevuto la sua prima bambola.
Prima che da inizio al film, si alza e va verso un piccolo frigorifero che ha in camera.
Si abbassa, lo apre, ma non riesco a vedere cosa estrae perché c'è la sua figura che copre.
Richiude, e ritorna a letto.
E in mano ha dei gelati.
«E questi.», dice mente mi porge una confezione di gelato.
E non ci posso credere, be', non devo essere così stupida perché infondo ci consociamo da dieci anni, ma comunque tutto ciò è proprio come una volta.
Il gelato è al mio gusto preferito: pistacchio e nocciola.
E a lui invece è al suo gusto preferito: bacio e stracciatella.
«Ne hai bisogno, e lo sai anche tu.»
Lo adoro, perché si ricorda qualsiasi cosa.
Infatti quando sto male, io ho bisogno del gelato e di Harry Potter.
«Una domanda prima che iniziamo la nostra maratona di Harry Potter. Perché non c'è l'acqua fredda in bagno?»
«L'ho disattivata.», risponde.
«Come ben hai visto, non c'era neanche la bilancia.», prosegue
«Già.»
«E quando io ho bussato la porta, tu stavi commettendo un qualcosa che non dovevi fare.»
«Oddio. Mica hai le videocamere in bagno?»
Lui ride, e subito dopo risponde con: «No. Ti conosco, Yasmine.»
«Perché tutto questo?»
«Yasmine, lo ripeto e lo ripeterò. Io ci tengo a te, e non voglio che tu o gli altri ti facciano del male.»

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