Yasmine
Mi trovo in bagno, ormai nuda, e fisso il mio corpo nudo allo specchio.
L'unica coso che noto del mio fisico, non è la forma, ma le macchie violacee sparse su tutto il mio corpo.
Tocco ogni livido.
Al collo, si trovano a entrambi i lati.
Sul seno, su entrambi i seni.
E all'interno coscia.
Non pensavo che Damon fosse un vampiro.
Ma con questo, mi piace lo stesso.
Oddio. Ho veramente pensato, e detto che mi piace!?
Okay, se dicessi il contrario sarei incoerente, ma non lo mai detto realmente.
Afferrò il cellulare che si trova sul marmo del lavandino, e chiamo subito Victoria.«Ciao, bella. Come va con il signor Batman?»
«Mi piace.», dico in un fiato.
«Chi?»
«Damon. Mi piace.»
«Questo si era capito.»
«No Vic, non puoi capire. È la prima volta che lo dico a voce. Mi ha stregato.»
«Non è una novità.»
«Ma che stai facendo?»
«Fumando.»
«Okay, era meglio che non te lo chiedevo.»
«Perché?»
«Mi sta salendo la voglia, ma non ho la roba con me.»
«Fatti passa' la voglia con altro.»
«Cioè?»
«Una bella scopata con Batman.»
«Vic, cazzo!»
«Che c'è?»
«Ti ho chiamata per ricevere aiuto.»
«Va bene. Allora, a te piace. A lui piaci. Cazzo diglielo e mettetevi insieme.»
«Frena. Non so se a Damon io possa piacere davvero, e non sta con me solo per piacere.» Mi passo una mano tra i capelli.
«Yasmine.», dice con tono duro.
«Eh?»
«Ti attacco in faccia?»
«Percheee?», chiedo disparata.
«Come cazzo hai fatto a pensare che Damon passa il tempo con te solo per piacere fisico! Lui è pazzo innamorato di te. Quando cazzo ti svegli?»
«Sicura?»
«Certo. Lo sanno anche gli alberi. Pensa che se vado vicino a un tronco e gli chiedo: "Sai per caso se Damon è innamorato di Yasmine?", lui mi risponde con: "Cazzo, sì." »
Questa cosa mi fa ridere, anche troppo.
Ma la mia risata e mischiata a un po' di delusione.
Perché vorrei tanto dichiararmi, anche se ho chiuso con Jacob definitivamente qualche giorno fa.
Ma in realtà con Jacob è finita da molto.«Che faccio?»
«Dichiarati.»
«Non ho il coraggio.»
«Amore, la vita è solo una. Rischia.»
«Disse quella che non fa mai il primo passo, ma comunque incita alle persone di farlo.»
«Ah no, cara. Io il primo passo l'ho fatto eccome. Infatti ho baciato io per prima a Thomas.»
«Ti piace Thomas?»
«Non ho detto quest-, un po'.»
«Oddio che bello. Dichiarati.»
«Ma sei stupida?!»
«Va bene. Ti farò sapere se mai mi dichiarerò.»
«Fallo.»
«D'accordo. A dopo.»Riaggancio la chiamata. Poso il cellulare laddove l'ho preso, ed entro in doccia.
Faccio scorrermi l'acqua calda addosso, pensando se mai devo fare il primo passo.La giornata a casa di Damon in presenza di Thomas, passa in fretta, come sempre.
Così, ritorno a casa, purtroppo.Damon
Entro in casa.
E da lontano, noto la luce accesa nel ufficio di mio padre, be', ora è diventato di mia madre.
Ma mia madre non c'è.
Così, con passo calmo e lento, mi avvicino a questa stanza.
E se dentro ci sono le persone che hanno ucciso mio padre, per vedersela con me?Arrivo, mi affaccio dalla stipite, è una cosa che noto, è la poltrona che è girata di spalle.
Probabilmente è stato Dobby, che è salito sulla poltrona e per lanciarsi la fatta girare.
Successivamente mi avvicino a codeste cosa, arrivando ai lati.
Faccio per girarla, ma una voce molto familiare mi fa sobbalzare.
«Ometto.»
Il suo viso si gira, ed è proprio lui, mio padre.
«Papà?»
Ho i polmoni secchi.
Ho bisogno di ossigeno.La sagoma di mio padre si alza, e mi abbraccia.
Un abbraccio un po' troppo improvviso.
Infatti, il suo abbraccio non lo ricambio subito.
Ma quando mi rendo conto che il suo corpo è solido, lo abbraccio anch'io.
Ho le lacrime ormai che scorrono giù le mie guance, interrottamente.
È da ben 13 anni che mio padre non mi abbraccia.
Si stacca dall'abbraccio, però, tenendo comunque le mani appoggiate sulle mie spalle.
«Come va?»
«Ora benissimo.»
Se è un sogno non voglio essere svegliato.
«Perché sei qui?», chiedo.
«Mi mancavi e sono venuto qui.», «Parlami un po', essendo che non parliamo da molto.»Gli dico tutto, ma proprio tutto ciò che è successo in questi 13 anni senza di lui.
E gli racconto anche della mia bocciatura, il motivo della mia bocciatura, il motivo dei miei tatuaggi, e di scintilla.«Vorrei tanto conoscerla questa Yasmine dal vivo. Ma per come me ne parli con il sorriso, sembra che per te sia una persona davvero importante.»
«Sì babbo, lo è.»
«E quella giusta, Dam.»
«Lo so, papà.»
«No fartela scappare.»
«No, non lo farò. Perché non respiro senza lei , e come se solo lei da senso alla mia vita incasinata.»«Ti ama.»
«Chi?»
«Vi amate, entrambi.»
«E come lo fai a sapere?», chiedo ridacchiando.
«È ora di andare.», dice per poi alzarsi dal divano che si trova nel suo ufficio.
«Dove?» Lo seguo con lo sguardo.
Si siede sulla poltrona di spalle dove l'ho trovato.
Così, mi alzo anch'io, e raggiungo mio padre.
Quando arrivo davanti alla poltrona però, mio padre non c'è.
Cazzo, era solo una immaginazione.Ma all'improvviso qualcosa mi colpisce la testa.
Subito la mia vista diventa sfocata, e pian piano del tutto nera, facendomi accasciare a terra.Apro delicatamente gli occhi, e mi ritrovo in ospedale.
Mi guardo intorno, e la prima cosa che noto, è che sono intubato.
Continuo a guardarmi intorno, e il mio guardo si posa davanti a me.
C'è mia madre, che parla con un medico.
Così, attivo anche il mio udito.
«Suo figlio è un malato terminale, signora.»
«Non può essere.», dice mia madre piangendo.Oddio no, io devo ancora salvare scintilla.
Dopo questa rivelazione, cerco di slegarmi da questi fottuti tubi.
Fanculo alla mia malattia. Fanculo sto posto. Fanculo a tutto.
«Damon, calmati.», mi riassicura mia mamma venendo verso di me.
«La maschera.» dico indicando con lo sguardo la maschera per l'ossigeno che ho sul muso.
Mia madre al primo impatto con capisce, ma successivamente dice al medico: «La maschera.»
Così, il dottore con varie suppliche di mia madre, me la toglie.
«Mamma, io sto bene. Non sono mai stato più meglio di adesso.»
«Lo dici tu, Damon. Ma io ho bisogno che tu resti qui.»
«Mamma io ho bisogno di salvare scintilla, poi posso anche morire.»
«Ah...», dice mia mamma, abbassando lo sguardo sulle nostre mani incrociate. «Non lo sai?»
«Cosa?» E li inizio a immaginare il peggio.
«Ha provato a suicidarsi.»No, non è possibile.
«Dov'è?»
«Io...»
«Mamma, dove cazzo si trova?!», esclamo togliendomi e strappandomi ogni flebo.
«Dam, fermati!», «Dio mio! C'è tutto sangue.»
Prendo il volto di mia madre tra le mani.
«Mamma, lei dov'è?» La fisso negli occhi.
«Non ce la fatta.», sputa in un fiato.
No.
No.
No.
Non può essere vero.«Ha fatto ciò, dopo che ha scoperto che tu eri un malato terminale e non c'era niente da fare.»
Quindi la colpa è mia. È morta per colpa mia.«Forse era meglio che vi allontanavate nel tempo, pian piano.», ammette.
Così il mio sguardo ritorna su di lei, per decifrare meglio ciò che ha detto.
Forse è la verità è meglio che-«Damon, svegliati cazzo.», sento la voce di Thomas.
La mia vista ritorna nera.
E apro gli occhi, nuovamente.
Ma ora davanti a me non c'è mia madre, ma bensì, Thomas.
«Sei vero?», chiedo.
«Sì fratello, sono io. Cosa hai fumato ieri sera?»
Mi passo le mani sul viso, facendole salire su per capelli.
«Niente, è solo che, ho fatto un incubo.»
«Cioè.»
«Si trattava di me e scintilla.»
Forse, l'unica soluzione è solo una.
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Resta con me
RomanceYasmine, una ragazza di Seattle. Non ha una vita rosa e fiori. Non l'ha mai avuta: Brutto legame con i genitori. Brutta adolescenza. Brutto legame con se stessa, e forse questo legame non se n'è mai andato. Ma conobbe questo ragazzo. Dai capelli ner...