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Yasmine
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Sono ancora incredula dalla sorpresa che Damon ha fatto.
Siamo a casa sua, e stiamo per uscire per dirigerci nella nostra casa.
"Nostra casa", suona strano, ma sono contentissima.
«Ricordati di cambiare la dose di ormoni.», lo avvisa la madre prima che usciamo di casa.
«Sì mamma, già fatto.»
Usciamo, e chiude la porta alle nostre spalle.
«Per via del tumore devo cambiare la dose di ormoni, ogni mese per tenere a bada la mia malattia.», mi spiega senza che io dicessi nulla.

Questa cosa mi fa male, molto, ma non gli trasmetto il mio malumore.
Di punto in bianco, mi metto sulle punta dei piedi e gli do un bacio sulla guancia.
Lui gira il viso e mi guarda stranito.
«Avevo voglia.»
Dopo la mia risposta sul suo viso si adagia un sorriso divertito.
«Allora fallo meglio.» Si abbassa alla mia l'altezza e fa congiungere le nostre labbra.

«Ora decisamente meglio.»
«Cosa vuoi dire con ciò? Che i miei baci sulla guancia non ti piacciono?», faccio la finta offesa mentre c'incamminiamo verso la sua auto.
Damon si ferma, affermandomi da un polso, e tirarmi verso di sé.
Quando i nostri corpi sono uno contro l'altro, alzo il viso per guardarlo negli occhi.
«Ogni cosa che fai tu, e mi procuri tu, io le adoro fottutamente.», sussurra.
I nostri occhi si incrociano, e si bloccano uno dentro all'altro.
«Ora dobbiamo andare.», dico posandogli un bacio veloce sulle labbra, per poi incamminarmi verso la sua auto, sentendo di spalle il suo sguardo addosso.

Arriviamo nella nuova casa, laddove tra poco ci raggiungeranno anche Thomas e Vic.
Oh, e non ve l'ho detto giusto. Thomas e Vic sono una coppia.
Be', in base alle ipotesi mie e di Damon.

Entriamo in casa, e devo ancora abituarmi dall'odore che emana.
Qui mi sento sicura.
Mi sento sicura ovunque ci sia lui.

«Non chiudete!», sento esclamare alle nostre spalle.
Ci giriamo e ci sono Thomas e Victoria che si incamminano verso l'entrata della casa.
«Siamo pronti?», chiede Thomas.
«Per?», chiedo.
Entrano in casa, e Damon subito dopo chiude la porta.
«Il cinema.»
«Quale cinema?», continuo.
«Ah giusto, non ve l'ho detto. Ho comprato quattro biglietti per il cinema stasera.»
«Ma sei pazzo. Mi avvisavi almeno mi preparavo meglio.», dico.
Sento il corpo di Damon dietro di me, e avvolge un braccio intorno alla mia vita.
«Fai mancare il fiato anche così, scintilla.»

Ho le guance a fuco...
«Non farla eccitare, amico.», lo ammonisce Thomas sfottendolo.
Be', prendendo per il culo me.
«Ah-ah, divertente.», dico.
«Quindi...», parla Vic. «Chef Damon, tocca a lei cucinare la cena, e subito dopo cinema!»
«Ordiniamo le pizze?», chiede l'affascinante chef.
Mi giro di scatto verso di lui scioccata.
«Il mio chef non cucinerà?»
«No, mi sento un po' stanco.»
"...non lo so, Yas. Sono stanco..."

«Andiamo per la pizza.», dice Thomas facendomi svegliare dai miei pensieri.
«Chi chiama?», chiede Vic.
Io faccio un passo indietro.
Io, chiamare le pizzerie, non se ne parla.

«Io.», dice Damon incamminandosi verso il suo cellulare che si trova sul divano. «Che pizza volete?»
«Würstel e patatine.», dico.
«Sei proprio una bambina.», mi sfotte Vic. «Due würstel e patatine.», continua dopo.
«Per me una diavola.», dice Thomas.

Le pizze sono finalmente arrivate, e non tocco una pizza da mesi.
Il pensiero di mangiarla non mi fa più paura, e devo ringraziare solo a Damon.
E proprio la mano di quest'ultimo mi ruba una patatine.
«Ladro!», esclamo, mentre lo squadro con lo sguardo.
Lui si porta la patatina in bocca guardandomi con un sorriso divertito.
«Ti denuncerò.», scherzo.
«E dopo come farai senza di me?»
«Ce la farò.», mento.
«Proprio tu che non mi resisti, mhm?», mi sussurra all'orecchio, portando una sua mano sull'interno della mia coscia, quasi vicino alla mia intimità.
«Smettila.», sussurro.
Ma questo mio ordine non viene digerito, infatti sento la sua mano arrivare ai bottoni del mio jeans.
Faccio finta di niente, e continuo a mangiare la mia pizza.
«Non me la ricordavo così buona.», dice Vic.
Ma non capisco di cosa si riferisce, poiché la mia attenzione è focalizzata sulla mano di Damon che si insinua nei miei jeans.
Arriva sulla stoffa dei miei slip.
Fa scendere due dita su la parte bagnata della stoffa, e dalla sua parte sento una risatina orgogliosa.
Che diamine ridi!
Le sue dita risalgono sul mio bottone del piacere, dove svolge movenze circolari.
«Ti prego.», supplico sussurrando.

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