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Yasmine

La scuola è iniziata da ben un mese, ed è inutile dire che già mi sono rotta.
Ora mi trovo a casa di Vic.
Mi ha detto che ha lasciato gli studi, perché era molto stressante per lei. Ma poco ci credo, essendo che è una studiosa eccellente.
«Andiamo a cucinare?», chiede.
«Sì, ho una fame.»
Così, ci alziamo dal divano e ci dirigiamo in cucina.
Non perdiamo tempo, che subito ci attrezziamo di pentole e padelle.
«Ti avviso, l'unica cosa che so fare è pasta al pesto.»
«Ma guarda un po' tu.», dico ironica. «È la cosa più facile al mondo.»
«Ehi, senti, allora.», dice facendo la finta offesa appoggiando una mano sul fianco.
«Dimmi, cara.», dico mettendomi nella sua stessa posizione.
«Per me non è per niente facile, perché potrei anche bruciare la pasta.»
«Be', mi sembra ovvio.»
«Cosa intendi?», domanda mentre fa scorrere l'acqua dal rubinetto nella pentola, riempiendola.
«Che sei così distratta, che sei in grado anche di bruciare una penna.»
La mascella di Vic si spalanca, che sembra quasi che da un momento all'altro cada a terra.
«Mi hai spezzato il cuore.», ironizza, mettendosi una mano sul petto sinistro, laddove c'è il cuore.
Ed è impossibile non ridere.

«Okay, se dobbiamo fare pasta al pesto, questa la poso.», alzo la padella che avevo preso, riposandola laddove l'avevo estratta.

Victoria mette la pentola sul fornello digitale, dove lo accende, e aspettiamo che l'acqua bolli.
«Con Damon?», chiede.
«Normale. Solo che ci stiamo vedendo di meno rispetto a prima, per colpa della scuola, il suo lavoro...»
«Lavora?», m'interrompe.
«Sì, in un bar.»
«Dobbiamo andarci.», dice, e nel mentre mette del sale all'interno della pentola.
«Quando?»
«Oggi, dopo pranzo.», «Dove lavora?»
«Pub 69 si trova Alaskan Wy, sul mare.»
«Lo conosco!», esclama felice. «Li ci lavora mio zio.»
«Davvero?»
«Sì, è il capo.»
«Non ci credo!»
«Sìì.», esclamiamo entrambe euforiche.

«Okay, ora basta.», faccio la finta seria.
«Giusto.», m'imita.
Be', la nostra finta non dura tanto che finiamo a ridere.
«L'acqua!», esclamo, indicando la schiuma che sta per fuoriuscire dalla pentola facendo traballare il coperchio.
«Oddio!», esclama Vic, alzo velocemente il coperchio da sopra. «Mi passi la pasta, per piacere?»
«Certo.», dico per poi aprire il cassetto laddove ci sono tantissimi tipi di pasta. «Che pasta?», chiedo.
«Spaghetti?», chiede del tipo: "va bene anche per te?".
«Okay.» Prendo il pacco di pasta, e glielo porgo.
Apre il pacco e immerge la pasta all'interno della pentola.
«E con Jacob?», chiede.
«Uguale, no come una coppia stretta. Ah e tra due giorni vuole che vada a casa sua dopo scuola.»
«E perché proprio dopo dopo domani?»
«Perché quel giorno non ci saranno i suoi.»
«Ah.»
«La settimana prossima è Halloween, uuhhh.», Fa una mossa da fantasma verso di me, cambiando discorso.
«Giààà.», la copio. «Cosa faremo?»
«Festino, ovviamente.»
«Casa tua sulla spiaggia?», ironizzo.
«Oddiooo sì.»
«Ma io stavo scherzando.»
«Io sono seria.», «Dobbiamo vestirci uguali.», continua.
«Bella idea.», «Ma la domanda è: Hai un idea?»
«No, tu?»
«Uguale.»
«Vabbè, poi si penserà.»

«Vuoi cantare?», chiede subito dopo.
«Sì.»
«Alexa metti: Empire State of Mind di Jay-Z feat. Alicia Keys.»
Alexa dopo l'ordine di Victoria, la riproduce, e tra le mura della stanza rimbomba la canzone.
«Adoro questa canzone, mi da molto vibes di New York.», dice Vic aprendo un cassetto.
«Ma va.»
«Tieni.» Mi porge un cucchiaio di legno.
La guardo confusa. «Che ci devo fare?», chiedo.
«Dobbiamo cantare.», dice. «Alexa, alza il volume a 65.», ordina subito dopo.
«Non è troppo alta?»
«Sta zitta e cantiamo.»
Scrollo le spalle e sorrido.

Inizia a cantare Victoria.
«Nigga, I Be spiked out, I could trip a referee.»
«Tell by my attitude that, I'm wast definitely from.», continuo.
«In New York...», cantiamo il ritornello in coro, alzando il tono di voce, ballando e muovendoci per la cucina.
«Concrete jungle, where dreams are made of.», continuiamo.

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