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Yasmine

Un giorno dopo...

*

Due giorni dopo...

*

Tre giorni dopo...

*

Quattro giorni dopo...

*

Cinque giorni dopo...

«Ti prego Vic, liberati che voglio uscire.»
«Da quando tutta questa euforia per uscire?», mi chiede, mentre ci troviamo sul portico di casa tua.
«Da oggi. Ti prego.»
«D'accordo.», senza controbattere, esce di casa e ci dirigiamo sulla spiaggia.

Dopo due orette circa torniamo a casa, prima però che io torni nella mia, l'accompagno a casa.
«C'è tua madre?», le chiedo.
Annuisce.
«Posso salutarla.
«Certo.»
L'attimo dopo entriamo in cucina.
«Mamma, c'è Yasmine.»
«Sono in cucina, venite.»
«Signora Maria.», dico felice. «Posso abbracciarla?»
«Certo, vieni qua.», e mi accoglie in un abbraccio materno.

Odio da ben cinque giorni il fatto che quando devo tornare a casa, devo passare davanti alla casa del mio ragazzo.
Il pensiero che non lo vedrò più uscire da quella porta mi devasta.
Mi devasta ancora di più il fatto che non lo vedrò più dalla finestra della mia camera, e ancora di più che non potrò parlare mai più con lui.

Entro in casa, mi dirigo in cucina laddove trovo mia madre ai fornelli.
Senza aspettare un attimo in più, l'abbraccio.
Inizialmente rimane pietrificata, ma l'attimo dopo si lascia andare nel mio abbraccio, stringendomi a sé.
Ne avevo bisogno, e anche lei.

*

Sei giorni dopo

"Non posso farcela."

*

Una settimana dopo...

La sento la tua mancanza, è come se mi mancasse una costola, una gamba, il cuore.
La sento spesso la tua mancanza, particolarmente a scuola, quando all'improvviso si arriva a parlare di te, e io sono incapace di controbattere.
La tua mancanza è così dolorosa, che sembra di pugnalarmi costantemente ogni ora con un coltello.
Mi manchi.
Il giorno dopo la tua morte, il cielo a pianto con noi e non ho nemmeno aperto l'ombrello perché ostinavo nel pensare che eri tu a proteggermi da la su.
E insomma Damon, perché mi hai abbandonata.
Voglio stare lì con te.
Quel giorno la vita mi portò via l'unica persona che amavo più di me stessa, capii che la vita oltre a essere bella è anche infame, e che tutto ciò che volete dire e fare fatela perché forse il giorno dopo non ne avrete più la possibilità.

Ora la mia voce è strozzata, mentre scrivo queste ultime parole, all'interno di questo albergo al ultimo piano.

Avanzo verso la finestra.
Guardo giù.
Così l'inferno finisce.
Così incontro il mio Batman.
Il vuoto.
Alla fine il vuoto non era così male.
E poi... Il buio.





Fine.

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