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Damon
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Mentre lei è seduta sulla penisola con il respiro affannato, con delicatezza gli abbasso la bretella della canotta, laddove si intravedono i suoi capezzolo turgidi.
È da tutta la notte che ho il desiderio di toccarla, sopratutto perché indossa solo gli slip e questa canotta.

Abbasso anche l'altra, e dopodiché gli sfilo la canotta dalla testa.
Mi porto il suo ghiacciolo alla bocca succhiando una bella parte per farlo diventare meno freddo.
Mi abbasso verso le sue labbra, mentre trasporto il ghiacciolo sui suoi capezzoli.
Un ansimo da parte sua si fa vivo sulla mia bocca, donandomi un eccitazione maggiore.
«È- è freddo.», mi sussurra.
Lo so.

Faccio scorrere le mie labbra giù per il suo corpo fino ad arrivare ai seni.
Risucchio un capezzolo tra le mie labbra, muovendo la lingua e assaporando quel retrogusto di ciliegia.
Scintilla ansima, inclinando la testa all'indietro e inarcando la schiena.

Mi spingo su di lei, finché non è stesa sulla penisola.
Dopodiché, faccio scorrere il ghiacciolo giu il suo addome fino ad arrivare al basso ventre.
Stacco la bocca dai suoi seni, e scendo giù fino al basso ventre.
Congiungo la mia lingua poco più sopra dei suoi slip, e risalgo leccando la scia di aroma del ghiacciolo, fino al mezzo dei suoi seni.

Mi infilo in mezzo le sue cosce, guardandola dal alto, godendomi della scena lei stesa sulla penisola con i seni all'aria e la schiena semi inarcata.
Afferro i lembi dei suoi slip, e li faccio scendere giù per le sue caviglie, fino a levargliele.
Mi abbasso, arrivando alla sua intimità, donandogli un bacio sul pube.
Risalgo sulle sue labbra, che succhio con violenza nella mia bocca.
Con delicatezze strofino il ghiacciolo sulla sua intimità.
Vari ansimi fuoriescono dalla sua bocca.
Il mio cazzo all'interno del mio costume chiede pietà.

Posiziono la punta del ghiacciolo sulla sua apertura.
«Oddio.»
Uno spasmo attraversa le sue cosce.
Tolgo il ghiacciolo dalla sua intimità e me lo porto alle labbra, dove lecco tutto il suo sapore mescolato all'aroma di ciliegia.
Scintilla gode di questo spettacolo, con gli occhi fissi sulle mie labbra, mentre il suo seno sale e scende, con respiro affannoso.

Gli porgo il ghiacciolo alle labbra, e lei subito dopo lo lecca con la lingua, tenendo quel fottuto sguardo dentro al mio.
Gesù cristo.
Sento le viscere pulsare.
E un'ondata di eccitazione percorre il mio addome fino al basso ventre.

Gli lascio il ghiacciolo, mentre mi faccio strada verso la sua intimità.
La punta della mia lingua arriva sulla apertura del piacere, fino a risalire sul clitoride.
È così buona.
Un gemito fuoriesce dalla sua bocca.
Afferro il clitoride con i denti, per poi succhiarlo.
Con un gesto, porto le sue gambe sulle mie spalle.
Lei inarca la schiena, spingendo intimità più verso la mia bocca.
Con la lingua lecco ogni suo spazio, fino a portare la lingua sull'apertura, e l'attimo
dopo la penetro con la lingua.
Lecco ogni suo centimetro.

Spingo un pollice sul bottone pulsante, svolgendo movimenti circolari.
«Damon...», sento la mia scintilla ansimare.

Succhio il suo fiore tra le mie labbra, fino a sentire le sue gambe intorno alla mia faccia tremante.
Infilo due dita dentro di lei, portando la mia lingua sul suo clitoride.
Penetro, lecco, con violenza.
Quando la sento pulsare, ricambio l'ordine: la penetro con la lingua, e con le dita la stuzzico il clitoride.
«Oddio, Dam...», geme.
E quel suo gemere porta scosse verso il mio pene.
«Damon.»
Ti prego scintilla, non smettere di dire il mio nome.
Il suono del mio nome con la sua voce, è dannatamente la cosa più bella da sentire.

«Oddio.»
Vari impulsi attraversando scintilla, finché il suo nettare non è sulla mia bocca.
Un grido di piacere rimbomba tra le pareti.
Continuo a leccarla, ripulendola dal suo nettare dolce come il miele.
«Oddio.», conclude ansimando.
Risalgo su, dandole un bacio che lei ricambia subito avvolgendomi il viso tra le sue mani.

Yasmine

«C'è una festa!», esclama entrando Victoria in camera mia.
«Non si usa più bussare?» Poso il cellulare che poco fa avevo in mano, a fianco al mio corpo sul letto.
Scuote la testa, avvicinandosi al mio letto per poi sedersi.
«Dobbiamo andarci.»
«Dammi più informazioni.»
«Si beve, si balla, ci si diverte. Dai lo sai le feste come sono.»
«Dove si terrà?»
«A casa del vicino.»
«Aspetta un secondo. Il vicino, quello affianco alla tua casa? Quello con una casa mozzafiato, e migliaia di macchine?»
Annuisce con un sorriso.
«Io sono già lì.» Mi alzo dal letto euforica e mi dirigo al guardaroba.
«Wow, Yasmine Williams è la prima volta che ti vedo così euforica per una festa.»
«Già, sono scioccata anch'io.»
«Che metterai?»
«Non lo so.», dico pensando mentre fisso i miei vestiti.
Esatto vestiti, proprio vestiti.
Verrà a piovere me lo sento.

«Tu?»
«Bella mia, io ho già scelto. Farò scoppiare il fegato a Thomas.»
«Oppure i testicoli?», scherzo.
«Yas!», fa l'innocente. «È proprio quello che ho pensato.»
«Allora che metterai di così : "esplosivo"?»
«Una gonna bianca corta con uno spacco sulla coscia, è un corsetto/body anch'esso bianco, e per finire tacchi a spillo neri con la borsa Prada nera.»
«Vuoi per caso uscire incinta stasera?»
«Sai l'idea non è male, tu zia...»
Mi giro e le mando uno sguardo fulminino.

«Allora hai scelto?»
Annuisco, e afferro i panni scelti.
«Allora, sono indecisa...» Appoggio gli outfit scelti sul letto.
Quelli che ho scelto sono: un vestito marroncino di pizzo con sotto le calze con l'estremità di pizzo, ma è troppo per i miei gusti.
E, una gonna nera corta, con un corsetto di pizzo bianco, borsa nera Guess e tacchi neri.
Opto per il secondo, così afferrò il primo outfit e lo poso.
«Ma dai mi piaceva.», dice.
«A me no. È troppo.»
«Però saresti una bomba.», «Beh, anche questo non male.»

«Hai comunicato ai ragazzi della festa?», chiedo.
«No, ma... voglio comunicare ciò quando saremo vestite.»
«Non si farà troppo tardi?»
Si alza dal letto, esce dalla mia camera, senza degnarmi di una risposta.
Dopo poco ritorna con il suo outfit tra le mani.
«No, perché ci vestiremo adesso, anche se è molto presto, ma perderemo di sicuro qualche oretta. Quando saremo pronte e preparate, andremo dai a ragazzi e ci presenteremo come delle stelle e gli comunicheremo della festa. Tanto loro non ci metteranno tanto.»
«Questa idea mi piace.»
«Vedi.», dice facendo l'occhiolino.

Ora ci troviamo sul mio letto, mentre ci facciamo la ceretta.
Beh, ora è il mio turno.
«Tre...due...uno. Vado.», dice Vic mentre strappa l'ultimo foglio di ceretta dal mio povero inguine.
«Cazzo!», esclamo. «È doloroso.»
«Lo so, amica mia.»
Sono abituata a farmi la ceretta da per tutto, ma lì, lì ancora no.
È davvero tanto doloroso.

«Ora è lo step della doccia.», dice, incamminandosi nel bagno, e così la seguo anch'io.
Mentre lei è in doccia io mi sistemo le sopracciglia con la pinzetta, e nel mentre chiacchieriamo.
Ho sempre desiderato una amicizia come quella che ho con Vic, e adesso che ce l'ho, ne sono veramente tanto grata.

Siamo finalmente pronte, vestite, truccate, e piastrate.
Mi infilo l'ultimo tacco e sono pronta.
«Andiamo.», dice con euforia Vic.
Usciamo dalla mia camera e ci dirigiamo nelle camere dei due ragazzi, che però sono vuote.
«Saranno in soggiorno sicuro.», diciamo in coro.
«Oh, mio dio, telepatiche.», continuiamo a dire in coro.
«Okay, basta.», dice mentre ridiamo.

Scendiamo le scale e sul divano non c'è nessuno, così ci giriamo verso la cucina e sono lì.
Ci incamminiamo mentre loro sono seduti sullo sgabello a bere una birra.
«Bevete di già?», chiede Vic, prendendo per prima l'attenzione di Thomas.
Appena Thomas alza il viso verso di noi, rimane stupito.
Da una gomitata sul braccio di Damon e subito dopo abbiamo anche lo sguardo di Damon addosso.
Ma il suo sguardo si sofferma su di me, navigando dal basso verso l'alto, per poi soffermandosi nei miei occhi.
Nel suo sguardo non riesco a percepire le emozioni che lo stanno invadendo.

«Perché vestite in questo modo.», chiede Thomas.
Sposto lo sguardo da Damon a lui, ma con ciò sento ancora lo sguardo di Damon puntato addosso.
«C'è una festa. Quindi alzare il culo e andate a vestirvi.»,risponde Vic.
Sposto nuovamente lo sguardo su Damon, ed è ancora lì a fissarmi.

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