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Yasmine

Non ci credo. Non ci posso credere.
«Hai tatuato davvero il mio sguardo sulla tua pelle?»
«E quel che vedi, no?»

Damon, si è veramente tatuato il mio sguardo sul suo braccio sinistro, con i colori dei miei occhi perfettamente uguali.
Ma la cosa che mi stende di più, è una frase, che è tatuata sotto al mio sguardo.
È un brano di una nostra canzone preferita.
« "...I would never fall unless it's you i fall into..."», sussurra mentre leggo.
«Non ci credo, Damon.», dico incredula mentre lo guardo con il labbro tremolante.
«Sul braccio del cuore.» Afferra la mia mano con dolcezza, portandosela sul petto sinistro, laddove si trova il cuore.
«Questo è tuo, scintilla.»
«E sarà per sempre così.», continua.


*

«Quindi state insieme?», mi chiede Vic mentre siamo sedute sul mio letto.
«Credo di sì.», rispondo con lo sguardo fisso verso la finestra della camera di Damon.
Quando Victoria si rende conto che il mio sguardo è puntato altrove, segue anch'essa la direzione del mio sguardo.
«Sei proprio innamorata.»
«Forse.»
«Vabbè, ora parlami di te.», cambio discorso.
«Che ti devo dire? Che le cose tra me e Thomas stanno andando come volevo. Forse mi piace, forse no. Siamo usciti qualche volta. Abbiamo fatto l'amore. Abbiamo scherzato, riso...»
«Frena, frena.», dico interrompendola. «Avete fatto l'amore?»
«Sì, abbiamo fatto l'amore.», afferma.
«Mio dio che dici!», esclamo contenta sobbalzando sul posto.
Annuisce.
«Allora è una cosa seria.»
«E perché mai?»
«Hai detto: "Abbiamo fatto l'amore." No: "Abbiamo scopato." Detto da te ciò, è una cosa seria allora.»
«Mhm, sì.»
«Quando ti dichiarerai?»
«Io? Dichiarami? Ma sei pazza!»
«Non aspettare che faccia lui il primo passo. Perché non lo farà.»
«Daiii, mi stai rovinando tutti i miei film mentali.»
«Film mentali! Tu sei proprio pazza di lui.»
«Parla per te, che nemmeno tu lo ammetti.»
«Io l'ho ammesso.»
«In relata no.»
«Io amo Damon Collins. Contenta?»
Lei annuisce.

«Ha detto Damon che dopo mi porterà da una parte.»
«Dove?»
«Ah, non lo so.»
«E se ti ammazzasse?»
«Damon non lo farebbe mai.»
«Se lo dici tu.»
«Ma la smetti!», esclamo tirandogli un cuscino addosso.

Mi sono preparata, e sono pronta per la sorpresa di Damon.
Esco di casa, laddove al suo di fuori ci trovo lui appoggiato alla portiera della sua auto, cioè una jeep.
«Pronta?»
Annuisco raggiungendolo.
Mi metto in punta di piedi, e gli porgo un bacio sulle labbra.
Entriamo in auto, e ci mettiamo in cammino verso la sorpresa di Damon.
Per tutto il tragitto, la sua mano resta appoggiata sulla mia, mentre con una sola mano comanda l'auto.
Dopo all'incirca mezz'ora d'auto, Damon svolta all'interno di un vicolo, laddove non c'è nessuno, ma solo bidoni della differenziata.
E se veramente mi ammazza?

«Non siamo arrivati ma, desidererei che mettessi questa.» Mi mette a bella vista una benda.
Annuisco.
«Mica mi ammazzi?», chiedo con una risatina.
Risatina abbastanza nervosa.
«Credevo che ti fidassi di me.», dice coprendomi con la benda lo sguardo.
«E solo che...» Mi giro verso di lui con la benda sugli occhi.
«Non ti preoccupare scintilla.» Mi dona un bacio sui capelli.
Si stacca, e sento la portiera aprirsi, per poi richiudersi.
Ed è lì che intorno a me non sento nulla.
Mi devo preoccupare?
E se mi lasciasse qui da sola, per poi farmi violentare da qualcuno?

Dopo un po', sento anche la portiera del passeggero, quindi dove sono seduta io, aprirsi.
Una presa dolce mi afferra entrambe i polsi, e riconosco subito dalla presa che si tratta di Damon.
«Fa' attenzione.», mi avvisa.
Infilo una gamba fuori l'auto, e poi l'altra, alzandomi con l'aiuto di lui.
«Ora dovremmo fare un po' di strada.»
«Quanto?»
«Qualche metro. Pronta?»
«Annuisco.»
E subito dopo aver annuito, mi solleva.
«Ma che fai?»
«Preferisco portati così. Così sono sicuro che non ti fai male.»

Dopo cinque minuti, mi mette giù.
«Siamo arrivati.», dice posizionandosi dietro di me.
Mi slega la benda, e quando finalmente il mio sguardo è a fuoco, mi rendo conto che ci troviamo davanti a una casa.
Mi giro verso di lui confusa.
«Ti piace?»
«Sì, ma perché mi hai portata qui?»
La mia domanda non riceve una riposta, ma, Damon mi prende per mano, e ci incamminiamo all'interno di questa casa.
Non è una casa moderna, ma è di sicuro la mia casa ideale.
Classica, a due piani.
Entriamo in questa casa, e ad accoglierci è l'enorme soggiorno, con alle sue spalle la cucina.
Le pareti del soggiorno sono rivestite in legno antico.
Un divano si trova al centro di questa stanza, con al suo davanti un tavolino di legno, il cammino con sopra posizionato la TV alla parete.
A entrambi i lati della TV, si trova una libreria all'interno della parete, con tantissimi libri.
A sinistra si trova un enorme vetrata, che affaccia sul guardino.
C'è un giardino bellissimo!
Davanti alla vetrata, all'interno del soggiorno, c'è una poltrona sospesa, ed è stupenda.
«È bellissimo.», dico girando intorno al soggiorno.

C'incamminiamo verso la cucina.
È una stanza medio-grande.
Le pareti della cucina sono rivestite da mattonelle bianche, e la cucina per sé è beige, con anch'essa una penisola.
Alle spalle della cucina de una porta-finestra che porta al guardino.
Un giardino normale ma bellissimo.
Al piano inferiore c'è anche un piccolo bagno, bello anch'esso, come questa casa.
«Voglio vedere il piano superiore!», dico euforica come una bambina.
«Certo. Va pure.» Mi fa cenno Damon con la mano per farmi salire per prima sulle scale.
«Attento a te se mi fissi il fondoschiena.», dico ironica.
«Proposta difficile, scintilla.»

Saliamo entrambi le scale di legno bianco, e arriviamo al piano superiore, laddove c'è un medio corridoio con tre porte a entrambi i lati del corridoio.
Apriamo le prime tre stanze sulla parete destra del corridoio.
Nella prima stanza c'è un bagno, enorme con doccia e vasca.
Nella seconda una camera.
Nella terza un ufficio.

Ora tocca alle altre stanze.
La prima stanza c'è una stanza per la lavanderia.
Nella seconda un'enorme stanza, con al suo interno un enorme letto, un divano ai suoi piedi, assieme a una poltrona, un tavolino, e un enorme TV.
All'interno di questa stanza c'è anche un bagno, anch'esso enorme.
«È bellissima!»
Sul volto di Damon si designa un sorriso soddisfatto.
Usciamo dalla camera, e ci dirigiamo verso l'ultima camera.
«Tocca all'ultima.», dico.
Entrambi posiamo la mano sulla maniglia e l'apriamo.
Al suo interno si trova una culla.
È una stanza per un neonato.
«Una stanza per...»
«Il nostro futuro bambino.», conclude Damon interrompendomi.

Mi giro verso di lui. «Il nostro... Questa è la sua stanza.»
Lui annuisce.
«Quindi questa casa è nostra?»
Lui annuisce nuovamente, e io di scatto mi getto su di lui.
«Non ci credo. Ma perché?», chiedo con le lacrime agli occhi.
«Te l'ho detto scintilla. Voglio passare il resto della vita che mi rimane con te.»

«E tutto questo quando l'hai fatto?», chiedo ancora in braccio a lui a mo' di Koala.
«Quando siamo stati lontani quei due mesi. Di sicuro hai pensato che io non ti pensassi, ma credimi scintilla che quei mesi sono stati durissimi, più delle lotte che ho fatto contro la mia malattia. E in quei due mesi non ho fatto altro che pensarti, e fare questo, che era un mio pensiero da tantissimo.»
«Damon...» Gli sorrido, con un sorriso commosso.
«Non devi ringraziarmi, perché questo è un passo avanti per il mio obbiettivo.»
«Sarebbe?»
«Salvarti, scintilla.»

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