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Yasmine

Dopo quel che è successo, io e Damon ci siamo addormentati nel suo letto, uno abbracciato al altro.
Ho avuto una notte insonne, più o meno.
Ho pensato sulla "relazione" tra me e Jacob.
Forse dovremmo lasciarci, ormai non c'è rispetto, né da parte mia, e né da parte sua.
Ma c'è sempre un qualcosa, che mi vieta di lasciarlo.
Vorrei anch'io capire qual è il motivo per la quale sono così "attratta" da lui.
Neanche mi tratta come vorrei, quindi... Non lo so. Mi sento così confusa.

L'unica cosa che non mi rende concentrata è il corpo solido di lui dietro il mio.
Il suo petto nudo,che si gonfia e si sgonfia, contro la mia schiena.
Le sue mani avvolte intorno alla mia vita.
E odio, forse, ciò che è successo ieri.
Come ho già detto, ho mancato di rispetto a Jacob, e me ne pento.
Ma è più forte di me, non resistere a Damon.
Oddio! Vorrei che tutta questa fottuta roba fosse più comprensibile.

Ieri, dopo che lui mi ha procurato piacere, volevo tanto spingermi oltre.
Be', in realtà volevo procurali piacere anch'io, ma c'è sempre questa dannato pensiero, che mi blocca ad andare più oltre con Damon.

Ma una cosa che ancora non comprendo, è: per quale fottuto motivo, ciò che svolgo con Damon, non riesco a farlo con Jacob.
Forse perché con lui non mi sento me stessa, oppure al mio agio.

All'improvviso, sento il viso di Damon, che si immerge nei miei capelli, per poi scendere giù sul incavo del mio collo, laddove il suo respiro caldo colpisce come una carezza il mio corpo. Dove poi, mi lascia un bacio umido.
Dopo quest'azione, capisco che Damon è sveglio.
Così, mi giro di fianco verso la sua direzione.
«Buongiorno.», sussurro.
«'Giorno, scintilla.», dice con voce roca.
«Come ti senti?», domando mentre con le mani gli accarezzo il petto.
«Dio...», mugugna, chiudendo gli occhi con piacere.
«Cosa c'è?», chiedo con tono preoccupato.
«Niente. E che mi torturi così, scintilla.»
«Ti sto solo accarezzando il petto.»
«Infatti. Quindi non smettere.»
«Altrimenti?», lo stuzzico.
«Troverei un modo, in quale tu mi provochi piacere.» Mi stringe sempre più vicino al suo corpo.
«Vorrei tanto scoprire quel "modo".»
«No, che non vorresti.»

«Proverei piacere anch'io.», continuo a stuzzicarlo, mentre i nostri sguardi sono fissi uno nel altro.
«Smettila.»
«A fare cosa?», domando, mentre avvicina il suo viso al mio orecchio.
«A fare ciò.», dice sussurrandomi nell'orecchio. «Ieri, mi hai causato una erezione con i suoi gemiti. Stanotte con il tuo bel culo attaccato al mio inguine, mi hai causato una erezione...», continua sussurrando, strofinando le sue labbra sul mio collo, colpendolo con il suo respiro caldo. «e  stamattina con queste tue intenzioni, mi hai causato una erezione peggiore delle precedenti mattine.», mi sussurra, e successivamente mi dona baci sul collo.

Afferra i miei fianchi, per portarmi a cavalcioni su di lui.
E adesso, sento per bene la erezione di cui parla.
«Ho voglia di te, scintilla.», sussurra.
«Anch'io.», gli sussurro a fior di labbra.
«Qualsiasi cosa succeda con quel essere vivente. Io sono qui, pronto a procurati quel che vuoi.», mi sussurra, prima di darmi un bacio sulle labbra.

I suoi baci sono così soavi.
E ahimè, è difficile resistere.
Infatti quel bacio, diventa più di un semplice bacio a stampo.
Ci ritroviamo con le lingue una infilata nella bocca del altro.
Le sue mani sulla mia vita, scendono giù fino ai miei glutei, laddove le stringe in una presa forte, causandomi un gemito sulle sue labbra.
Dopo quel gemito, lui mi sorrise sulle labbra.

Dopo aver fatto colazione, e aver salutato la signora Taylor, adesso mi ritrovo in camera mia con un drum fra le labbra, mentre aspiro, e rigetto la nuvola di fumo, stesa sul mio letto con la finestra spalancata che mi regalata un cielo colorato, di mille colori caldi del tramonto.
All'improvviso bussano alla porta.
Sicura che sia mia madre, sobbalzo sul posto.
«Chi è?», chiedo, mentre con velocità spengo il drum tamponandolo sul davanzale della finestra.
«Yasmine, c'è un tuo amico alla porta. Dice che si chiama "Jacob".»
Appena sento quel nome, sgrano gli occhi dalla incredulità.
«S-sì, arrivo subito.»
Porto il mio drum spento nel mio scatolino del "bene", per poi prendere un mio profumo per spruzzarlo nella camera, e anche addosso.
Sempre dalla mia scatolina del bene, estraggo un pacchetto di gomma da masticare, e successivamente me ne posto una alla bocca.
Faccio un grande respiro. Esco da camera mia. Richiudo la porta di codesta camera, e scendo al piano inferiore, per dirigermi fuori alla porta.

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