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Yasmine

Mi sveglio, e al mio fianco c'è Jacob.
Il suo odore a prima mattina non mi provoca ciò che mi provoca quello di Damon.
Mi alzo, con delicatezza per non farlo svegliare. E m'incammino verso il bagno.
Prima di accovacciarmi sul gabinetto, apro il rubinetto dell'acqua acqua, cosicché se mai Jacob si dovesse svegliare, non sente la mia urina fuoriuscire.

Mentre mi lavo le mani, fisso il mio riflesso dallo specchio.
Mi fisso, ma non fisso me, fisso i miei pensieri.
Sono davvero confusa.
Anche tanto.

Esco dal bagno e mi dirigo al piano inferiore, laddove mi dirigo in cucina, preparo il caffè, e me ne verso un po' in un bicchiere.
Mi dirigo con il mio bicchiere verso il frigo dove estraggo la confezione di latte.
Ne verso anch'esso un po' nel mio caffè, e subito dopo lo bevo a sorsi.
Il cappuccino per me è una dipendenza.
Adoro qualsiasi cosa che contiene caffè.
Come ad esempio: il tiramisù.
Me lo fece la prima volta Damon.
A pensarci gli devo chiedere di rifarmelo.

Mi avvicino alla finestra, e successivamente apro le tende, per far entrare la luce del sole.
Resto a guardare, fino a quando il mio sguardo non si posa su un auto, proprio dov'era quella di ieri sera.
Strizzo gli occhi per vedere meglio, e quel auto è uguale a quella di Damon, e al suo interno c'è un ragazzo che dorme che assomiglia a-, non ci credo!
Con passo delicato, esco da casa, per poi dirigermi alle spalle della casa, laddove c'è l'auto con al suo interno Damon.
Arrivo allo sportello del guidatore.
Non perdo un secondo, che inizio a bussare sul finestrino.

Quando Damon ha sentito il mio richiamo, sobbalza sul posto, posando subito lo sguardo sulla persona che si trova al di fuori della macchina. Cioè su di me.
E quando capisce che quella persona sono io, sul suo volto si adagia un ghigno.
Che cazzo sorride?!

Abbassa il finestrino.
«Buongiorno, scintilla.», dice per poi mettersi una mano davanti alla bocca per coprire un sfuggente sbadiglio.
«Che ci fai qui fuori?», chiedo con le braccia incrociate al petto.
«Stavo facendo una passeggiata, e all'improvviso mi è venuto sonno.»
«Non è il tuo forte recitare. Prossimamente inventati un nuovo dialogo. Ora però sparisci da qui.», sbotto.
Faccio dietro fronte per ritornare da dove sono uscita, ma così velocemente una mano mi afferra, e mi tira.
Così, mi ritrovo attaccata di spalle al corpo solido di Damon.

Quando, e come ha fatto ad uscire da quel auto così velocemente?
Con un braccio mi cinge la vita, attaccando così la mia schiena al suo petto.
«Cosa vuoi?», chiedo con tono furioso.
Sono arrabbiata con lui? Sì, perché non è possibile che ogni volta che io voglio passare del tempo con il mio attuale ragazzo, deve starci lui nelle vicinanze.
Ma a chi voglio prendere in giro.

Una sua mano mi sposta i capelli su una sola spalla per scoprire una parte del mio collo, laddove subito dopo ci ritrovo il viso di Damon, che con il suo respiro caldo, colpisce quel vuoto, regalandomi delle piacevoli scosse.
«È inutile che ti rispondo, scintilla. La risposta la sai.», dice appoggiando le sue labbra sulla mia pelle, regalandomi leggeri e umidi baci.

«Come facevi a sapere dove mi trovavo?», chiedo trattenendomi, per non cedere a quei baci, e a questa atmosfera.
"Atmosfera" creata nella mia testa.

«Ti ho vista.», sussurra stringendomi sempre di più a sé, facendo sì che la sua patta del pantalone sia a contatto con il mio fondo schiena.
«Mi stolkeri, Batman?»
«Non è una novità, scintilla.»

Fa salire una sua mano su per il mio corpo, arrivando al mio seno, laddove lo stringe nel suo palmo, sussurrandomi: «Che ci facevi a casa sua?», chiede mentre le sue labbra non smettono di baciare il mio collo.
«Volevo passare del tempo con il mio ragazzo.», lo stuzzico, infatti dopo detto ciò sul mio volto si posa un sorriso fiero.
«Il tuo ragazzo, mhm?», chiede in un sussurro, torturandomi sempre di più quel seno, assieme al collo.
«Già.»

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