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Kylian's pov

Ho appena finito l'allenamento e la sto aspettando, perché prima di pranzo andremo a Clairefontaine, al centro tecnico nazionale.
In vista dei mondiali, vogliono proporle un accordo e anche se me ne hanno parlato poco, non vedo l'ora di vedere la sua reazione.

"Eccomi"
"Ciao piccola" la bacio.
"Allora? Dove dobbiamo andare?" chiede entusiasta.
"Lo scoprirai una volta arrivata"
Ci dirigiamo alla macchina, e partiamo.

"Amore" mi richiama.
"Mh?"
"Come sta Achraf?"
Cerca di fare la vaga, ma la conosco fin troppo bene.
"Avanti, fammi la vera domanda!"
La faccio ridacchiare.
"È che Adèl dice che è strano, e ha paura che sia per lei"
"Anche io in questi giorni l'ho visto turbato, ma non ne abbiamo parlato, quando è così preferisce stare solo" confesso.
"Speriamo non sia niente, sono così carini!" arriccia il naso, facendomi sorridere.
"Oh sì, solo che non..." faccio il gesto con la mano.
"Non scopano?" chiede rossa in volto.
"Già, non molto ultimamente"
"Pensandoci bene, lei ultimamente non mi ha più raccontato nessun particolare piccante, tra loro"
"Perché tu si?" la guardo divertito.
"È possibile che sia successo, sai tra una chiacchiera e l'altra..." gioca con le dita.
"E posso sapere cos'hai detto di me?" le sorrido.
"Beh, che sei bravo..."
"Soltanto?" la provoco ancora di più.
"Okay Kylian, le ho detto che sei un toro, un fottutissimo toro, contento?" si volta verso di me.
Sapere che lei mi veda così a letto, non fa altro che arricchire la mia autostima.
"Più che contento cazzo!"
"Ma sei tu la pazza scatenata, non io" confesso.
"Oddio, smettila!" si copre il viso.
Questa è una cosa che amo di lei, l'imbarazzo che prova a parlare della nostra intimità, nonostante a letto sia completamente diversa.
"Ti amo"
"Pure io, anche se sei un po' stronzo" mi tira uno schiaffetto sul petto.

[...]

Camille's pov

"Cosa ci facciamo qui?" gli domando.
"Vedrai piccola"
Sono più confusa che mai.

Parcheggiamo la macchina, e ci dirigiamo verso l'entrata.
"È un centro meraviglioso" osservo attentamente, la struttura.
"Kylian!" corre a salutarlo un uomo sulla quarantina.
Si presenta a me, e poi ci accompagna verso gli uffici.
"Appena Alfred ha finito la chiamata, vi riceverà" ci saluta, prima di andar via.
"Sei emoziona?"
"Sì, anche se non so ancora per cosa" ammetto.

"Prego, accomodatevi" ci invita, quello che credo aver capito sia Alfred.
"Signorina Laurent è un piacere conoscerla" mi stringe la mano.
"Anche per me"
Non so manco chi sia!
"Si chiederà per quale motivo si trovi qui, visto che ho espressamente chiesto a Kylian, di non proferire parola" ridacchia guardando il mio ragazzo.
"Esattamente"
"Da dove iniziare? Abbiamo visto l'incredibile lavoro che ha fatto con Kylian, e non solo..." lo indica.
"Quindi, perché non chiederle di seguirci, insieme alla nostra squadra negli Stati Uniti?" domanda con fare ovvio.
Mi volto incredula verso il parigino, che mi tiene stretta la mano, sorridente.
"Sarebbe magnifico!" confesso con enfasi.
"Ovviamente, verrebbe ben retribuita, a maggior ragione perché questo implicherebbe assentarsi dal suo attuale lavoro"
Ancora non ci credo, sarebbe un'opportunità magnifica per la mia carriera.

[...]

Dopo aver parlato per un'ora con Alfred, e aver accordato tutti i piani del mondiale, siamo venuti a mangiare fuori.

"Dobbiamo festeggiare amore mio!" apre la bottiglia di Champagne, forse una delle più costose.
"Assolutamente! Ma ti immagini? Potrò starti sempre accanto" ammetto battendo le mani.
"Non potrei chiedere di meglio, anche perché quest'anno è il mio anno, mi sono messo in testa di vincere e lo farò" dice sicuro di se.
"Ne sono sicura e poi implicherebbe, eventualmente anche vincere il pallone d'oro, giusto?" chiedo curiosa.
"Esatto piccola"
"Alzerò la coppa del mondo per te, per la mia famiglia e per tutta la Francia" giura emozionato, al solo pensiero.

Brindiamo e mangiamo beatamente, pronti per la cena di stasera.

OUI MONSIEUR Kylian MbappéDove le storie prendono vita. Scoprilo ora