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Ma quanto è bello svegliarsi tardi il sabato mattina, dopo una settimana esaustiva di lavoro?
Vado in bagno a lavarmi e poi mi dirigo in cucina.

"Ti sembra questa l'ora di svegliarsi?" chiede Ousmane, il mio migliore amico facendomi saltare in aria dallo spavento.
"Ricordami esattamente perché io ti abbia dato le chiavi di casa mia" lo faccio ridere.
"Vieni qui piccola acidella" dice prima di stringermi a se.
Vedo che ha portato la colazione, così la facciamo insieme.

"Ti vedo particolarmente stressata, che succede?" beve il cappuccino che gli ho appena preparato.
"Niente, solo che Raoul mi da altro lavoro oltre al mio"
"Uh calciatori... sono i miei preferiti, racconta" mi incita a continuare.
"Fidati quello di ieri ti starebbe sul cazzo anche a te" ammetto.
"Ma chi se ne frega del carattere, dimmi piuttosto se è figo o meno" alza le sopracciglia più volte.
Avere il migliore amico gay è il desiderio di molte ragazze no?
Beh fatemi dire una cosa, quando imbrocca più bonazzi di me, lo ucciderei.
"Sei sempre il solito" scoppio a ridere.
"È un bel ragazzo sì, ma stronzo" continuo.
"Mh..." mi scruta attentamente.
"Non mi guardare con quella faccia da bravo psicologo, con me non attacca!" metto a posto le tazze.

"Giocano oggi, giusto?"
Annuisco.
"Bene allora stasera guarderemo la partita, avverti pure Adèl, grazie" fa un sorriso smagliante cercando di convincermi.
Comunque sì lui e Adèl sono i miei migliori amici, ed ogni sabato cerchiamo di fare sempre qualcosa di diverso.
"Non voglio passare il mio sabato sera così" ammetto.
"Ma io sì, quindi andremo al nostro amatissimo pub e guarderemo questa benedetta partita" batte le mani contento.
"Uff e va bene" sbuffo, anche se un po' ho voglia di vederla anche io.

[...]

"Entriamo vi prego, fa troppo freddo!" ci implora Adèl, prima di varcare la soglia del Pub.

"Io prendo anche un panino" dice Ousmane guardando il 'menù'.
"Anche noi due" cerco con lo sguardo il nome del mio preferito sulla carta.
"E una birra?" mi chiede.
"No, sai che non bevo"
"Eh dai! Non sei più una sportiva ormai" mi supplicano.
"Eh va bene, ma piccola"
"Sì!" si battono il cinque i due.

"E poi com'è andata?" mi chiede la bionda, dopo che le ho raccontato dell'incontro di ieri con il Signor Mbappé.
"Shh, inizia" ci rimprovera Ousmane.

Ammetto di starmi divertendo a vedere la partita, e giocano tutti veramente bene.
Fanno un primo di Kylian.
"Eccolo lì, lo stronzo" quasi dico in un sussurro evitando di essere infamata da qualcuno, dato che il Piccolo Principe qui a Parigi è intoccabile.
Il moro si gira verso di me sgranando gli occhi.
"T-tu hai toccato quel ben di Dio e non me lo hai detto?" urla.
"Ma non urlare, chissà poi cosa pensano" lo sgrido.
"Non cambiare argomento" mi punta il dito con fare minaccioso.
"Sì piccolo arrapato, ho visitato Mbappé" confesso.
"Perché ho scelto Psicologia? Io non tocco mai nessuno" sbuffa.
"Beh e meno male direi, se no ti becchi pure una denuncia" ci fa ridere Adèl.

La partita va avanti e sono sempre 0-0,
quando vedo tutti alzarsi in piedi.
"Cosa sta succedendo?" chiedo ai due, non riuscendo a vedere lo schermo.
Mi avvicino ad esso e vedo il numero 7 correre sulla fascia, scarta 2 difensori e segna.
Tutto il pub esulta abbracciandosi.
"Mbappé!" urla lo scoppiato guardandomi, io sorrido contenta.
Sarà pure uno stronzo, ma nel suo lavoro ci sa fare alla grande.
Porto nuovamente lo sguardo sullo schermo e vedo Kylian accasciarsi a terra, toccandosi la coscia.
"Oh no, no no" metto le mani davanti alla bocca dispiaciuta.
"Lo sapevo... non doveva giocare, perché non mi ascoltano mai?" mi incazzo.
Adèl mi accarezza la spalla.
"Vedi il lato positivo" mi dice.
"Quale sarebbe?"
"Potrai rivederlo" cerca di sdrammatizzare, nonostante sappia quanto tenga a cuore i pazienti.
Scuoto la testa sorridente, ma allo stesso tempo dispiaciuta.

OUI MONSIEUR Kylian MbappéDove le storie prendono vita. Scoprilo ora