Momo aveva la testa talmente piena di pensieri, che aveva praticamente passato la notte in bianco. Le bollette e l'affitto da pagare, Sana che aveva perso il lavoro e l'imminente provino che avrebbe dovuto affrontare dall'altra parte della città, non erano nulla in confronto al pensiero di deludere sua sorella.
Le due giapponesi venivano da una famiglia più che benestante. I genitori di Momo e Sana, infatti, erano i migliori avvocati di tutto il Giappone. Si occupavano solo ed esclusivamente di casi importanti di gente famosa e avevano scelto lo stesso percorso per le loro amate figliolette. Momo però viveva per il ballo e non avrebbe mai accettato di fare quello che i suoi genitori le avevano imposto. Decise quindi di andarsene di casa, rinunciando a tutti i suoi privilegi pur di inseguire il suo sogno.
A Sana invece non importava di nulla. Avrebbe intrapreso tranquillamente il percorso richiesto dai suoi genitori, ma non avrebbe mai e poi mai potuto rinunciare a sua sorella. In povertà o in ricchezza che sia, l'avrebbe seguita anche in capo al mondo, pur di averla sempre al suo fianco.
Sebbene sua sorella le ripetesse in continuazione di non tormentarsi, perché anche lei aveva scelto la sua strada, Momo non poteva fare a meno di preoccuparsi per Sana. Fino a quel momento, aveva vissuto come poteva, ma non poteva sempre contare sull'aiuto di sua sorella, perché anche lei aveva rinunciato a tanto. Era arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e di mettere tutta sé stessa in quel provino.
«Momo, hai preso tutto?» Sana si avvicinò a sua sorella, con il borsone in mano.
«Si, ma sono in ritradissimo, scusami ma devo andare»
Mentre Momo stava per aprire la porta di casa, Sana la fermò afferrandole il braccio: «Il borsone...»
«Cazzo si, ma dove ho la testa...?» Momo afferrò l'oggetto in questione e lasciò un bacio sulla testa di sua sorella. «Che farei senza di te?»
«Perderesti sia il treno che gli autobus... Muoviti, o farai tardi...»
«Giusto, volo!» Mentre correva sulle scale, Momo urlò a sua sorella, facendo sì che molte persone all'interno del palazzo la maledissero per averle svegliate. «In bocca al lupo per il lavoro!»
«Shh!» Sana tentò inutilmente di zittire sua sorella, mentre rideva per via della sua goffaggine.
«Fammi sapere come va!»
«Si, ma ora fai silenzio, o sveglierai tutti!» Il tono di Sana era basso e, di conseguenza, Momo non riuscì a sentirla.
Erano le cinque di mattina e tutti in quel palazzo si erano svegliati. Per evitare che dessero la colpa a lei, Sana corse dentro casa e si chiuse la porta alle spalle, ridendo come una matta.
Solitamente, Momo poteva ritenersi una donna abbastanza fortunata, ma in quel giorno non lo era affatto. Il treno era arrivato con trenta minuti di ritardo, facendo si che perdesse tutte le coincidenze successive. Di fatti, arrivò difronte all'edificio della JYP entertainment alle dieci di mattina, guadagnandosi l'ultimo posto per l'esibizione. Ora poteva solo sperare che nessuno potesse colpire così tanto Kim Dahyun, da rimandare tutte le altre partecipanti a casa.
Entrò in un salone pieno zeppo di persone. Tutti intenti a fare riscaldamento. Molti di loro avevano tute e scarpe nuovi di zecca e si sentì quasi fuori luogo, nascondendo il suo borsone logoro e vissuto dietro di se. Quello non era di certo l'ambiente più adatto a lei, considerando anche gli guardi pieni di saccenza e superiorità che le stavano rivolgendo le altre persone.
«Belle scarpe» Una ragazza si era appena avvicinata a lei, sussurrandole da dietro le spalle.
Momo si guardò i piedi. Le sue scarpe, esattamente come tutto il resto, erano completamente rovinate e pensò subito che la ragazza la stesse palesemente prendendo in giro. Senza però scoraggiarsi, si voltò e le sorrise. «Ti ringrazio» Abbassò lo sguardo e poté notare che, esattamente come le sue, anche le scarpe della ragazza erano completamente andate. «Anche a me piacciono le tue»
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Scandal
FanfictionKim Dahyun è un'idol di fama mondiale. All'inizio della sua carriera era una ragazza dolce e gentile, ma dopo aver assaggiato il successo, il suo carattere cambiò drasticamente. Davanti alle telecamere si comportava come al solito, ma fuori da esse...