Capitolo 6

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«E questo sarebbe il compenso finale» Momo era seduta davanti ad una scrivania a parlare con colui che si occupava delle assunzioni all'interno dell'azienda. Dopo essere rimasta sconvolta dagli orari insensati che le avevano rifilato, finalmente fu entusiasta di vedere delle cifre che andavano ben oltre le sue aspettative. «Verrai pagata mensilmente e ti spettano di diritto sia l'assicurazione sanitaria che la tredicesima»

«È anche più di quanto mi immaginassi» Commentò Momo. Con tutti quei soldi, non solo avrebbe potuto pagare l'affitto e le bollette arretrate, ma molto probabilmente si sarebbe potuta permettere un affitto anche in una zona meno degradata rispetto a dove viveva.

«Mi sembra ovvio che con il tempo, questo compenso potrebbe aumentare notevolmente, ma dipende da lei. Se riuscirà a tenersi il lavoro per più di sei mesi, allora ne riparleremo» L'uomo prese una penna dal taschino della sua giacca e la passò alla giapponese. «È quindi d'accordo con il contratto?»

«Pienamente d'accordo!»

«C'è una piccola cosa che deve sapere però... Tutto quello che riguarda la signorina Kim, non dovrà uscire da questo luogo. Qualunque cosa le dica o faccia, deve tenerselo per sé, altrimenti saremmo poi costretti a sporgere denuncia nei suoi confronti»

«Ho letto bene il contratto signore, sono a conoscenza di questa clausola e le posso assicurare che non sono solita mandare in giro pettegolezzi o roba simile»

«Qui non stiamo parlando di pettegolezzi, la faccenda è seria»

«Ed io ne sono pienamente consapevole, signore»

«Ottimo» L'uomo poggiò la penna accanto al contratto ed attese che Momo lo firmasse, prima di riprenderla per metterla nel suo taschino. «Sarà un vero piacere lavorare con lei, signorina Hirai» Gli disse porgendole la mano.

Momo strinse la mano di quell'uomo e sorrise. «La ringrazio»

Dopo aver ripreso il suo amatissimo borsone, Momo uscì dalla stanza e, ad aspettarla c'era una delle assistenti di Dahyun. «È un piacere rivederti»

«Anche per me! Jihyo, giusto?»

«Impari in fretta!»

«Beh, ci provo... Di solito sono una frana con i nomi, quindi ti chiedo scusa se in futuro la mia mente decida di chiamarmi con quello di mia sorella»

«Scuse concesse» Scherzò Jihyo. «Ma ora vieni con me, ti farò fare un giro veloce dell'agenzia. Non posso farti vedere tutto perché tra mezz'ora Dahyun sarà di ritorno e, dal momento ch-» Jihyo si fermò improvvisamente. «Scusa, tutte queste informazioni non ti interessano. Ignorami»

«Non preoccuparti! Ho delle coinquiline che gestiscono una pasticceria ed una sorella che lavora in caffetteria... Ogni tanto non mi dispiacerebbe ascoltare qualcuno che non parla né di torte a tre strati, né della differenza tra un cappuccino ed un caffelatte»

Jihyo si mise a ridere, mentre iniziava a fare strada alla giapponese. «Allora ok, ma ti avverto che avrai la testa talmente piena, da volermi zittire mettendomi una scarpa in bocca»

Mentre Jihyo si sfogava con Momo, raccontandole tutto quello che avrebbe dovuto fare soltanto prima di pranzo, la portava a visitare tutte le stanze in cui avrebbe passato sicuramente più tempo, tra la caffetteria, la sala relax, la palestra e addirittura una sorta di mini spa, il giro fu quasi completato. Si lasciò il meglio per ultimo, pensando che forse la giapponese l'avesse potuto apprezzare di più. Aprì una porta in legno lucido e accese le luci, invitando Momo ad entrare in quello che sarebbe stato il luogo che avrebbe senz'altro frequentato di più.

«Ma è... È enorme!» Momo entrò nella sala prove e si guardò intorno meravigliata. Non aveva mai visto una palestra così grande in tutta la sua vita.

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