Capitolo 9

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Dopo sei interi giorni di agonia, Momo aveva finalmente il suo primo giorno libero. Dahyun aveva degli impegni improrogabili e, di conseguenza, la giapponese fu estremamente felice di rimanere a casa a riposarsi.

Sana si trovava in cucina ed era impegnata a preparare il pranzo per tutte. Non era di certo la migliore tra le quattro a cucinare, ma sua sorella preferiva poltrire sul letto, godendosi il suo più che meritato riposo e le sue coinquiline dovevano ancora rientrare dal turno della mattina.

«Momo! So che vorresti non pensare a niente tutto il giorno, ma potresti per favore mandare avanti la lavatrice? La tua tuta puzzolente mi sta facendo venire il volta stomaco»

Momo, avendo a disposizione solo la sua tuta malconcia, cercava sempre di lavarla a mano appena tornata a casa, con la speranza che potesse asciugarsi per il giorno successivo, ma quando la indossava era sempre un po' umida e, di conseguenza, finiva per puzzare sempre di più.

«Si ok... Ma non capisco come faccia a puzzare così tanto, io nemmeno sudo...» Commentò la giapponese, riponendo il suo cellulare sul comodino ed alzandosi dal letto.

«Perché invece di mangiare cibi sani, ti sfondi di non so cosa alla mensa dell'agenzia e l'odore della tua pelle ne risente. Capisco che tu abbia sempre fame, ma cerca di darti una regolata ogni tanto»

«Guarda che mangio indossando jeans e maglietta, non la tuta»

«Deduco che non ti abbiano assunta per la tua intelligenza...» Sana si voltò a guardare sua sorella e, dall'espressione che aveva sul viso, era segno che stesse palesemente scherzando. «Idiota»

«Forse dovrei comprarmi una tuta nuova... Magari con il primo stipendio...» Detto ciò, Momo mise il detersivo nella lavatrice e la fece subito partire. «A proposito, avete parlato con il proprietario di casa per chiedergli una proroga dell'affitto?»

«Ha fatto tutto Chae. È andata anche a chiedere quella per le bollette, ma le hanno detto che non è possibile. Però possono lasciarci sia la luce che il gas accesi, pagando una multa per il ritardo»

«Che ammonta a...»

«Non lo vuoi sapere»

«Ok, rimanderò l'acquisto di una nuova tuta» Momo si andò subito a sedere a tavola, giusto per continuare a conversare con sua sorella e farle un po' di compagnia. «Ma parliamo d'altro... Ultimamente non ci vediamo quasi mai, come va il lavoro?»

«Come vuoi che vada? Faccio cappuccini e sorrido tutto il tempo...»

«Il capo com'è? Ti tratta bene? E il personale?»

«Sono tutti carini. Mi hanno già invitata ad uscire con loro, ma temo di dover rimandare... Vanno a cena fuori e non ho intenzione di sprecare i miei risparmi al momento...»

«Usa i miei» Le rispose Momo come se fosse scontato. «Sono in una scatola sotto al letto, non sono molti, ma credo che se decidiate di andare in un ristorante non troppo costoso, ti possano bastare»

«Non userò i tuoi risparmi. Comprati una tuta nuova piuttosto»

«Quelli sono per le emergenze Sana, la tuta può aspettare»

«Ma...»

«Sei venuta in Corea per me e so che ne sei felice e dici sempre di non avere rimorsi, ma accetta i miei risparmi ed esci con i tuoi amici, te lo meriti»

«Ne sei sicura?»

«Al mille per mille» Il pollice rivolto verso l'alto di Momo, fu abbastanza per far capire a Sana che le andasse davvero bene.

«Va bene allora... Grazie... Ma con il mio secondo stipendio, dopo aver finito di pagare i nostri debiti, ti porterò a cena fuori e mangeremo fino allo sfinimento» Mentre pensava al cibo succulento di un qualunque ristorante, Sana maneggiava la zuppa ad occhi chiusi, lavorando con la fantasia e sperando di cambiare almeno l'aspetto di quell'orrido piatto che consumava tutti i giorni.

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